Il rapporto dell'International Renewable Energy Agency (IRENA) annuncia che per la prima volta
a livello globale il lavoro nell'energia green ha superato quello nel petrolio, gas e carbone. Cioe' il sole e il vento battono tutte le fossili assieme.
A livello globale, il lavoro verde e' cresciuto del 5% nel 2015 fino ad arrivare a 8.1 milioni di impiegati. Rispetto a dieci anni fa e' un aumento del 400%. A causa del crollo dei prezzi del petrolio invece i petrolieri hanno perso 350,000 posti di lavoro. La maggior parte dei posti di lavoro e' in Cina, dove vengono creati la maggior parte dei pannelli solari. Crescono le installazioni, e il personale addetto, specie negli USA.
Purtroppo invece, gli investimenti nelle fossili, sono ancora tre volte quelli nelle rinnovabili.
I mercati migliori per le rinnovabili, con enorme potenziale pero' sono i paesi in via di sviluppo e senza rete elettrica stabile - Bangladesh, India, Kenya. Saranno loro a portare avanti avanti la rivoluzione del sole distribuito semplicemente perche e' piu' facile installare sistemi locali, semplici e adattabili su scala piccola ma diffusa. Anche in North Korea l'uso dei pannelli solari aumenta, per lo stesso motivo: la scarsa affidabilita' della rete elettrica.
Secono il direttore di IRENA, Adnan Amin, la crescita nel sole e nel vento e' importante, perche' e' in netto constrasto con quello che accade con le fonti fossili, dove i posti di lavoro diminuiscono. La tendenza al rialzo per il lavoro green continuera' ad aumentare, perche' il costo delle rinnovabili dinimuisce, e gli accordi di Parigi pian piano devono essere implementati.
E quindi c'e' voglia e necessita' di sole e di vento, di pulizia e di affidabilita', di energia a basso costo e facile da installare.
Secondo IRENA se tutto va come dovrebbe, il lavoro da rinnovabili triplichera' entro il 2030, a 24 milioni di unita'.
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