“Climate change is affecting World Heritage sites
across the globe"
Adam Markham, Union of Concerned Scientists
Fra queste localita' i canali di Venezia in Italia, l'Isola di Pasqua del Cile, Stonehenge in UK e la Statua della Liberta' a New York, il parco Yellowstone, la penisola Shiretoko in Giappone, le isole
Galapagos in Ecuador, Cape Floral Kingdom in Sud Africa e la citta' di Cartagena in Colombia, la Nuova Caledonia.
Le localita' arrivano dopo una serie di studi di articoli pubblicati su articoli scientifici, rapporti tecnici e input da esperti locali, coordinati da UNESCO, ONU e dal cosiddetto Union of Concerned Scientist, l'unione di scienziati preoccupati.
Il rapporto si chiama “World Heritage and Tourism in a Changing Climate” e si chiede alle nazioni coinvolte di fare di piu' per proteggere tali siti, anche con maggiori investimenti economici.
I gestori della Statua della Liberta' hanno gia' detto che stanno intensificando le protezioni per l'isola, anche in ricordo della tragedia dell'uragano Sandy del 2012. Allora ci furono 77 milioni di dollari di danni e che l'allagamento di Ellis Island, l'isola accanto a Miss Liberty che accoglieva un tempo gli immigrati. Anzi, il National Park Service dice che a parte il valore monetario dell'isola, stimato in 1.5 miliardi di dollari e del turismo che genera, la sua perdita sarebbe devastante e incalcolabile per quello che rappresenta in termini di democrazia e liberta'. Le autorita' americane hanno stanziato 100 milioni di dollari solo per proteggere la Statua della Liberta'.
Fra le altre isole maggiornmente in pericolo c'e' l'isola di Pasqua dove le varie statue di oltre 500 anni sono in pericolo a causa delle ondate che continuano ad indebolire e a scalfirle, e a causa dell'erosione costale.
Quella che invece non c'e' e' la grande barriera corallina d'Australia, che e' gia' morta al 93-95%. Il governo australiano ha fatto enormi pressioni per eliminarla dalla lista, non perche' i pericoli non ci fossero ma perche' temevano di perdere turisti.
Quando si dice la testa sotto la sabbia, eh?
E in Italia?
E Venezia non ci preoccupa?
Perche' queste notizie non sono scritte a caratteri cubitali sulle pagine della stampa italiana? Dopotutto di Venezia ce n'e' una sola. E se quelli della Statua della Liberta' prendono queste cose seriamente, perche', almeno da quello leggo io, a Venezia a malapena si parla di come proteggere la citta' dai cambiamenti climatici?
E Matteo Renzi, favorevole alle trivelle nazionali, lo sa che il passo fra petrolio e cambiamenti climatici e' brevissimo? Queste cose su Venezia non lo spaventano? O e' un grande complotto dell'ONU e dell'UNESCO?
Ha qualcosa da dire su Venezia e come pensa di proteggerla? O parla solo quando si tratta di petrolio?
Tutto tace, tuttappposto. Finche' un giorno non lo sara' piu'.
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