ENI: 16 Febbraio 2016 "dati positivi su salute e sicurezza"
... le
caratteristiche di funzionamento e di intervento del sistema di
sicurezza del Centro Oli di Viggiano, che ne garantiscono la completa affidabilità, un
sistema di cui la fiaccola costituisce uno dei principali dispositivi
di sicurezza.
Spacciano la fiaccola sputa idrogeno solforato per "dispositivo di sicurezza"
Senza vergogna.
Viggiano: esplosioni, boati, fiammate.
Tranquilli, e' tutta salute.
Anzi, e' tutta sicurezza.
A un certo punto ti devi chiedere se e' un film o se e' realta'.
Perche' a me sfugge come si possa arrivare a parlare di "dati positivi su salute e sicurezza" a Viggiano quando ogni settimana c'e' un fiammata. Non capisco come possano negare l'evidenza e a fare passare il tuttapposto senza neanche un filo di rossore per quello che hanno combinato, che combinano e che combineranno ancora.
Inizio con una frase che ho letto su Facebook, di miei amici virtuali che vivono in Val D'Agri. Dicevano piu o meno cosi: ci apprestiamo a chiudere la nostra casa in contrada Vigne, qui non c'e' niente per noi, solo puzza e disoccupazione. Ci trasferiamo al nord. Il nostro vicino di casa e' appena morto, giovane, di tumore.
Non ho motivo di pensare che chi scriveva lo facesse tanto per dire, o per provocare, o per scrivere a a casaccio.
Ho invece seri motivi per credere a quello che dice l'ENI sui suoi comunicati stampa e dalla pagina di incessante propaganda, a cui fra l'altro non crede piu' nessuno, e secondo me nemmeno loro.
Notare che sono mesi ed anni che al centro Oil si susseguono fiammate, puzze, boati, paura, inquinamento, illuminazione a giorno durante la notte per "anomalie di funzionamento".
Ebbene, il giorno 16 Febbraio 2016, l'ENI, come in un film dell'assurdo, si presenta a Potenza con un roboante "tavolo tecnico" sulla sicurezza degli impianti. Nientemeno il "tavolo della trasparenza" a cui hanno invitato la Basilicata che conta. Me li vedo tutti con il petto in fuori ed orgogliosi delle parole rassicuranti sulla fiaccola perenne: quelli della regione, quelli dei sindacati, finanche quelli di categoria (quale? delle pompe funebri?).
Chissa' se al tavolo della trasparenza hanno spiegato quanto "trasparenti" fossero i fumi del Centro Oli in quei giorni!
Il riassunto? Tuttapposto -- e come poteva essere altrimenti!
E infatti tutto si e' svolto in un clima di "interesse e di proficuo confronto", si sono approfondite le attivita' ENI in materia "salute e sicurezza" e si sono discussi gli "importanti risultati raggiunti".
Roba da fare impallidire l'istituto Luce ai tempi della guerra!
E poi ancora: l'ENI considera la salute "un principio fondamentale" e "tutela il benessere psico-fisico delle persone".
Anche a Gela dove continuano a nascere bimbi deformi?
E come fanno a sapere che tutelano questo "benessere psicofisico"?
E attenzione, non e' solo benessere fisico, ma anche psicologico! L'idrogeno solforato e' miracoloso si vede, eh? La puzza di uova marce, un balsamo per la salute e per l'anima. Pensano proprio a tutto, questi di mamma-ENI.
Ma a sentire loro, sanno che sussiste questo "benessere psicofisico" grazie al fatto che al loro "Distretto Meridionale ENI" applicano un "protocollo sanitario molto rigoroso certificato OHSAS 18001" a cui sono sottoposti tutti i dipendenti.
Intanto impariamo che i dipendenti sottoposti a questo protocollo sono 223 di cui solo 160 sono lucani. Siccome tutti sono stati sottoposti al controllo, ne deduco che al Centro Oli -- questo portento dell'occupazione lucana -- ci lavorano 223 persone di cui solo 160 autoctoni.
Una delle cose che fanno ridere o piangere a seconda del punto di vista, e' che questi dipendenti hanno eta' media 36 anni - e che secondo l'ENI questi giovani uomini mostrano "assenza di patologie correlate all’attività lavorativa e una stabilità delle idoneità lavorative con limitazioni/prescrizioni".
Grazie, hanno 36 anni! Andate a studiarli fra venti anni quelli che non se ne sono andati e che sono rimasti a vivere al regime di idrogeno solforato e benzene per decenni e decenni e poi vedrete.
Aggiungono "non si sono verificati infortuni che abbiano modificato la capacità lavorativa, né casi di patologie neoplastiche correlabili all’attività lavorativa".
E.. le stesse analisi per chi vive vicino al Centro Oli da che ha aperto, e che e' nato respirando H2S?
Ad ogni modo, anche se non e' dato sapere quali siano le limitazioni/prescrizioni entro le quali questa "stabilita' delle idoneita' lavorative" si verifica, l'ENI si congratula con se stessa e dice che il loro "programma per la sorveglianza sanitaria" e' un "modello di eccellenza nel monitoraggio della salute dei lavoratori".
Un modello di eccellenza, addirittura. L'avevo detto, questi fumi e questi vapori sono un vero toccasana, e' come l'aerosol!
La chicca finale, in questo film dell'assurdo e' qui:
Al "tavolo delle trasparenza" l'ENI ha presentato "le caratteristiche di funzionamento e di intervento del sistema di sicurezza del Centro Oli di Viggiano, che ne garantiscono la completa affidabilità, un sistema di cui la fiaccola costituisce uno dei principali dispositivi di sicurezza".
E cioe' siccome non sanno che altro dire e come altro giustificare il mostro sputa fiamme e sputa idrogeno solforato, cercano di farcelo pasare per ... un dispositivo di sicurezza!
Guarda caso, magia delle magie, dopo quattro giorni da questo annuncio del tuttapposto, il Centro Oli chiude per una settimana per "interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria". Manutenzione straordinaria, eh? Evidentemente non tutto e' cosi' sicuro, e non tutto porta al "benessere psicofisico" in Val D'Agri, non e' cosi' tuttapposto.
E delicatamente ricordano che "potranno verificarsi episodi di maggiore visibilità della fiaccola rispetto alle normali condizioni di esercizio."
C'e' solo una cosa piu' assurda di tutto questo: che nel 2016 ci siano ancora persone sedute alle poltrone della regione Basilicata, negli uffici governatici, nelle universita' e nella societa' lucana che accetano questi insulti all'intelligenza umana e che accettano di sedersi a questi tavoli della menzogna.
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