Like a Red Prison, Pussy Riot 16 Luglio 2013
Ricompaiono dopo un anno di assenza le Pussy Riot, la band russa al femminile senza peli sulla lingua, spesso alla ribalta per attacchi contro i metodi antodemocratici di Putin.
Eccole qui, in un video uscito oggi 16 Luglio 2012, contro le trivelle in Russia, nel quale se la prendono con Putin perche' ha favorito i suoi amici tutti arricchitisi con il petrolio russo, in cambio di devastazione ambientale e senza niente in cambio per i cittadini.
La situazione in Russia e' particolarmente grave perche' gli enti di difesa del territorio non hanno voce in capitolo, non ci sono soldi, e le localita' trivellate sono remote, cosi' occhio non vede, cuore non duole.
Nel video, oltre a mostrare scene piu o meno infernali di cosa l'industria del petrolio ha portato alla Russia, le Pussy Riot paragonano Putin ad un ayatollah iraniano e versano del petrolio su una foto del capo del gigante russo petrolifero Rosneft, Igor Sechin, uno dei noveau riche della faccenda.
La canzone si chiama Like a Red Prison.
La Russia ha intascato circa 7 trillioni di rubli dal petrolio nel 2012 - cioe' circa 215 trillioni di dollari (1 trillione = 1000 miliardi = un milione di milioni), tutti finiti nelle mani dei pochi oligarchi al potere, mentre invece la poverta' del popolo e' in aumento
E cosi, dopo Yoko Ono, David Letterman, Darryl Hannah, Robert Redford, Susan Sarandon, Ethan Hawke, anche le Pussy Riot.
Proprio come Jovanotti, proprio come Rocco Papaleo, vero?
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