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Tuesday, July 2, 2013

Stephen Harper, il padre del petrolstato del Canada










"Countries that become too dependent on oil and gas riches 
an unsustainable development trajectory fueled by an exhaustible resource”

Terry Lynn Karl, economista



Il 25% delle esportazioni del Canada e' da oil and gas. 

Il partito Conservatore e' in carica dal 2011 e da allora il petrolio ha occupato il pensieri dei politici come un chiodo fisso, inimicandosi ambientalisti, indigeni, l'Europa, la NASA, scienziati esperti dei cambiamenti climatici, i difensiori delle leggi in favore dell'ambiente e chiunque chiedesse loro di tenre a freno la produzine di petrolio dalle Tar Sands.

Il primo ministro si chiama Stephen Harper, guarda caso dell'Alberta, il petrolstato per eccellenza in questa petrolnazione. Anzi, suo padre era un petroliere, e lavorava per la Imperial Oil.

Harper vuole finanziare l'economia del paese con il petrolio e nel fare questo ha cercato e cerca di concentrare sempre di piu' il potere nelle sue mani per arrivare al suoi scopo, senza impedimenti. E ci sta riuscendo, con propaganda e promesse. Il 75% dei Canadesi approva lo sfruttamento delle Tar Sands.

Si tratta qui di bitume, petrolio amaro, di pessima qualita' che rassomiglia all'asfalto. Questi bitume e' sotto le foreste dell'Alberta, che devono essere scavate via per tirare fuori la petrolmonnezza.

Fra il 2008 e il 2013 sono stati investiti $160 miliardi di dollari in Alberta. Al 2013 si estraggono 1.7 milioni di barili, e si pensa che il ricavato sara' sufficente a rimpiguare le casse statali per anni a venire, per un total di almeno $120 miliardi fra royalties e tasse. L"idea e' di arrivare a 5 milioni di barili entro il 2030.

Ci vuole acqua, capitale e energia per tirare fuori la petrolmonezza, e ancora piu risorse per purficarla e commercializzarla. Le operazioni di ripristino ambientale sono un miraggio perche' costosissime. Il governo pero' lo chiama sfruttamento “responsable” e “sostenibile” - “una impresa epica, come costruire le piramidi".

In Canada ci sono gia 6 miliardi di barili di monnezza usata per trivellare e per purificare quelo e' stato estratto, che siede laragamente in laghetti a cielo aperto. Nel loro complesso questi laghetti occupano la stessa superficie complessiva della Grecia!

A Ottawa pero' piace il greenwashing.  Attaccano James Hansen della NASA, vigoroso sostenitore della necessita' di fare di piu contro i cambiamenti climatici, attaccano l'ente europeo sulle direttive della qualita' della benzina che dice che il bitume e' molto piu' sporco del petrolio normale. Ma investono anche in campagne pubblicitarie per convincere i Canadesi che esportare la petrolmonnezza e' uno sviluppo responsabile -- “responsible resource development” come dicono loro.

Nel frattempo vanno in Cina a convincere le molto "responisible" ditte cinesi del petrolio di venire a trivellare in Alberta. E infatti queste ditte hanno gia' speso 20 miliardi di dollari in investimenti in Canada.  Hanno pure approvato che la China National Offshore Oil Corporation comprasse la canades Nexen per mostrare il benvenuto ai cinesi. I Cinesi per gratitudine gli hanno prestato due panda per dieci anni alla modica cifara di 10 milioni di dollari.

E qui e' un altro problema che hanno i Canadesi: come fare per mandare il loro bitume al resto del mondo, e non solo agli USA. I loro vicini a sud infatti hanno ridotto l'importazioni di 4 milioni di barili al giorno fra il 2005 e il 2011, e intanto l'oleodotto Keystone che dovrebbe portare il petrolio dall'Alberta a Houston non si sa se verra' mai realizzato.

Di qui il corteggiamento dei cinesi. Harper dice che occorre fare business con i cinesi anche se i lori e gli interessi politici fra Canada e Cina sono diversi.

E l'ambiente? L'ambiente non vota, non paga, non fa accordi. E cosi' viene fuori che le operazioni petrolifere nelle Tar Sands rappresentano forniscono il 10% delle emissioni di CO2 dal Canada. Harper chiama i trattati di Kyoto “uno schema socialista” che  “distruggera' l'economia e i posti di lavoro”. Il Canada li aveva firmati, ma si era poi ritirata nel 2012.

Addirittura  il Mnistro per le risorse naturali Joe Oliver dice che sui cambiamenti climatici si esagera
e molti altri sono i membri del governo Harper che similmente non ci credono. E cosi' il governo ha anche smesso di dare fondi al Canadian Foundation for Climate and Atmospheric Sciences e ha messo i freni ad altri scienziati e gruppi che cercavano di studiarli o di promuovere azioni per contenerli.

Basti solo dire che nel 2012 la rivista Nature chiese al governo Harper di "liberare i propri scienziati" una azione piuttosto singolare per Nature. Pure the Economist, non certo una rivista socialista o ambientalista ha avuto parole di condanna per Harper ed il suo governo, per essere "intollerante di critiche e disaccordi

Se le coe vanno come vorrebbe Harper, le esportazioni di bitume a USA e Cina risolveranno i problemi ambientali del Canada: saranno USA e Cina ad emettere piu' CO2 una volta acquistata la petrolmonnezza e non il Canada. Come dire, i problemi ce li avranno gli altri, loro, i canadesi, si limiteranno solo a fornire il petrolio non ad usarlo.

E quindi il punto e' qui: ogni cosa che viene fatto in Canada, e' in qualche modo visto sotto la visuale del petrolio, e che e' tuttapposto. Ogni ostacolo contro l'estrazione di bitume viene spazzato via e si trovano ragionamenti folli per giustificarli.  Negli scorsi hanno, ben 70 leggi sono state approvate per adattare il sistema legale in favore del petrolio.

Il Fisheries Act che proibisce la distruzione di habitat marini e' stato modificato per permettere la costruzione del Northern Gateway pipeline, per portare petrolio dall'Alberta a Vancouver e da qui poi alle petroliere verso la Cina.  I fondi al sistema di protezione dei parchi e' calato del 20%. Anche il  sistema sanitario ha subito tagli. Ai medici viene detto di star zitti sulle malattie provocate dalle Tar Sands e le loro emissioni.

Ecco qui, ogni petrolstato ha le sue disfunzioni, e il Canada, che credevamo civile e proogressista non e' da meno. E dove erano i Canadesi in tutto cio'? Non si sa. Ma di certo erano lontani dall'Alberta e dallo schifo che ogni giorno si perpetua nelle Tar Sands del Canada.

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