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Tuesday, December 21, 2010

Interviste


Oggi sono ospite della classe 2A e della professoressa Vincenzina Pace dell'Istituto di Scuola media Galilei di San Giovanni Teatino. A suo tempo hanno scritto pure le osservazioni contro Ombrina. Spero di fare bene. E' sempre bello stare coi giovani. Sono onorata. Se il tempo e' buono piantiamo un albero. La rivoluzione parte da qui

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Intanto, ecco qui una intervista su Sottobosco.info di Davide Capalbo, in merito alle trivelle in Emilia Romagna. Grazie a Davide, per l'attenzione al tema.

Ecco qui la versione ufficiale che e' stata tagliata per motivi di spazio:


Cosa sono e come si ottengono le linee sismiche ad alta definizione?

Per capire quanto grandi siano i giacimenti di idrocarburi, si mandano delle onde sismiche nel sottosuolo e a seconda del tipo e del tempo di risposta, si riesce ad avere una stima delle caratteristiche del supposto giacimento. A seconda delle circostanze si puo' usare come sorgente sismica un vibratore, dinamite, una pistola ad aria compressa (airgun) oppure una mistura esplosiva detta Tovex. Quest'ultima e' usata da circa l'80% delle ditte petrolifere.

Il pericolo maggiore e' quando l'airgun viene usato in mare, a causa dei forti disturbi che i segnali di alta intensita' (attorno ai 200 decibel) e bassa frequenza possono causare all'habitat marino. Possono esserci conseguenze negative sul sistema riproduttivo, alimentare, e di orientamento di cetacei, che possono perdere l'orientamento e spiaggiarsi. Qualche volta l'airgun ha anche causato morie di delfini e balene.

Sulla terraferma i danni sono limitati a danni alla vegetazione, e a possibili disorientamenti delle specie animali.

Questi potrebbero sembrare effetti lievi, ma la questione e' un altra. Perche' la Aleanna vuole fare le ispezioni sismiche? Non certo per amore della conoscenza, ma perche' ha in progetto di trivellare la zona se i giacimenti sono promettenti. E' in questa ottica che occorre porsi: come collettivita' siamo disposti a diventare un distretto minerario con tutto quello che comporta non solo l'attivita' di esplorazione sismica, ma le trivelle nei nostri campi per i prossimi 20, 30 anni?

Occorre una visione globale e a lungo termine su cosa si vuole per il territorio.

L'esplorazione sismica e' seguita dal pozzo esplorativo, dal pozzo finale, dalla pompatura di sostanze chimiche per estrarre il petrolio, dal trasporto di idrocarburi e dalla loro possibile lavorazione. L'agricoltura ne soffrira'. Il turismo, la qualita' della vita ne soffiranno. I soldi per la collettivita' saranno pochi.

E' verso questo scenario che occorre guardare, e chiedersi se e' questo che vogliamo. Se la risposta e' si, allora ben venga anche l'ispezione sismica. Se la risposta e' no, allora occorre non iniziare nemmeno il processo di presa dati dell'area, perche' il tipo di sviluppo che si e' scelto - a monte - e' diverso.

Occorre che come cittadini siamo informati e non lasciare alle ditte petrolifere di fare un pezzettino alla volta, minimizzando e cercando di arrivare alla meta in modo graduale. L'ispezione sismica e' solo l'inzio della petrolizzazione di un territorio.

I pozzi sono "solo buchi"?

Fiscamente sono buchi, ma buchi che vanno a 3,4 chilometri sotto la crosta terrestre e dai quali escono sostanze che madre natura ha messo sottoterra millenni fa. Estrarre petrolio da questi 'buchi" e' un'attivita' intrisecamente distruttiva: per arrivare agli idrocarburi cosi' in profondita' occorre usare delle miscele dette fanghi e fluidi perforanti, sature di sostanze tossiche, qualche volta anche radioattive e metalli pesanti. Fra questi mercurio, arsenico, cadmio, piombo, bario. Ci sono poi le acque di produzione, cariche di residui petroliferi, che sono tossiche e che occorre smaltire. Infine, anche se varia da localita' a localita', in generale il petrolio italiano e' di qualita' scadente - pesante ed amaro. Amaro vuol dire che e' ad alto tenore di zolfo, componente
indesiderata degli idrocarburi perche' lo rende denso, maleodorante ed altamente corrosivo,
pesante vuole dire che e' dalla composizione chimica non ottimale per ottenere benzina e altri prodotti di qualita'.

Il petrolio migliore del mondo e' tutto il contrario di quello che c'e' in Italia, e' dolce e leggero.
Ovviamente avere petrolio amaro e pesante significa che l'impatto ambientale e' maggiore,
che c'e' bisogno di maggiore lavorazione e industria pesante per ottenere alla fine petrolio che possa essere commercializzato.

Conosciamo bene il grosso rischio di subsidenza del Delta del Po. Meno bene, invece, gli altri rischi per l'ambiente e la salute derivanti dalle operazioni di esplorazione ed estrazione: a cosa andiamo incontro?

Gli effetti delle trivellazioni su larga scala sono ben evidenti in Basilicata, terra martoriata dalle ditte petrolifere - ENI in primis - da 15 anni a questa parte. Intanto, la mole di rifiuti petroliferi e' enorme ed e' costoso smaltirli. Ci sono molti esempi di scarti di lavorazione petrolifera seppelliti alla meno peggio nei campi o nei parchi.

Quindi, la prima domanda da farsi e': dove finiscono i rifiuti speciali e pericolosi delle trivellazioni? Ci sara' qualcuno che monitorera' per davvero? Una volta estratto questo petrolio poi, ci sara' bisgono di infrastruttura, trasporto su camion, oleodotti, e se il petrolio e' amaro, ci sara' bisogno di mini-raffinerie in loco. Uno dei motivi per cui lo zolfo e' indesiderato e' che questo rende gli idrocarburi cosi corrosivi che occorre trattarli in loco, perche' il trasporto a lunga distanza e' impossibile.

In Basilicata hanno gia' costruito il "desolforatore" nella citta' di Viggiano - con il romantico quanto ingannevole nome come di "centro oli" - e ne progettano un altro a 20km di distanza. L'area che in teoria era stata designata come parco nazionale della Val D'agri e' ora un crocevia di tubature, pozzi, e sovrastata dalla raffineria. Nella zona della Val D'Agri trovano petrolio nel miele, i vigneti, meleti, campi di faglioli e di ortaggi sono tutti malaticci a causa delle esalazioni tossiche della raffineria, l'aria puzza e sa di uova marcie, qualche volta i campi sono stati abbandondati.

Le case piu' vicine al centro oli sono state abbandonate, le proprieta' immobiliari hanno perso valore, i giovani emigrano, i posti di lavoro promessi dall'ENI non sono arrivati. In Basilicata alcune sorgenti idriche sono state inquinate dagli scarti del petrolio, e nell'estate del 2010 sono stati ritrovate sostanze tossiche in una diga di acqua potabile che hanno la stessa composizione chimica dei fanghi perforanti. Infine, il tasso di tumori nella zona della Val D'Agri aumenta vertiginosamente. L'ENI aveva promesso alla fine degli anni '90 che avrebbero monitorato emisssioni e condizioni di salute delle persone. Le centraline sono state installate solo di recente, e non sempre funzionano. Lo studio epidemiologico e' iniziato solo nel 2010, dodici anni dopo quanto stipulato.

Comunque la si voglia guardare, l'ingresso dei petrolieri in Basilicata e' stata una catrastrofe.
Tutto questo nel giro di soli 15 anni di trivellazione certificata dall'ENI. Dalla Basilicata
si estrae solo il 6% del fabbisogno italiano di petrolio. Il restante 94% lo importaimo.
Le royalities - i soldi che le ditte petrolifere pagano in cambio di risorse - sono in Italia del 10% su terraferma e del 4% in mare. In Norvegia il tasso e' dell'80%. Una regione intera e' stata distrutta in cambio di poche briciole. Non e' giusto.

Le ditte petrolifere straniere che vogliono venire a trivellare l'Italia lo sanno bene che siamo in un paese dove le norme ambientali sono blande, e dove i costi da pagare sono bassi, per cui annunciano sempre con entusiasmo il loro ingresso in Italia, La si percepisce come un paese che offre loro poca resistenza.

Sta a noi cambiare questa percezione.

Esistono studi scientifici che provano la relazione tra trivellazioni e disastri ambientali?

Sono moltissimi, e basta un po di pazienza e buona volonta' per trovarne evidenza in tutto il mondo, in contesti diversissimi fra loro. Un articolo di Scientific American parlava di pozzi artesiani inquinati dall'industria del gas, ci sono studi in inghilterra sugli aumenti di mortalita' infantile nei pressi di raffinerie. In generale e' risaputo che vivere vicino raffinerie, oleodotti e pozzi di petrolio e' detrimentale per la salute umana, per l'agricoltura e per la natura. Lo dicono gli studi di scienza - quelli non finanziati dall'ENI - lo dicono i contadini e le persone che vivono a contatto con le infrastrutture petrolifere. Lo dicono i petrolieri stessi, a porte chiuse, o com'e' capitato a me quando vanno in pensione o lasciano l'ENI per un motivo o per l'altro. I grazie piu sentiti per la mia attivita' anti-trivellazione in Abruzzo mi sono arrivati da ex-dipendenti dell'ENI che conoscono bene il modus operandi dell'industria petrolifera.

Infine lo dicono la Shell, la Exxon Mobil, la Chevron e la BP che ogni tre mesi sono obbligati dalla legislazione californiana a dichiarare sulla stampa che le attività petrolifere di qualsiasi genere sono collegate alla comparsa di tumori, malformazioni e altri danni riproduttivi.
La legge che obbiga petrolieri a dichiarare questo si chiama Proposition 65 ed e' intesa come un modo trasparente di informare i cittadini della qualita' della loro aria, acqua e della loro vita.


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In Abruzzo i programmi dell'ENI erano di trivellare e costruire una prima raffineria di petrolio nel 2007. La popolazione e' stata compatta e unita, e tutti, dalla conferenza episcopale d'Abruzzo e Molise, fino alla Confcommercio hanno detto il proprio no all'ENI. Le carte erano tutte pronte, i progetti e gli investimenti dell'ENI pure. Il sindaco di Ortona, Nicola Fratino, l'allora presidente di regione, Ottavaino del Turco erano favorevoli alla costruzione di pozzi e raffinerie fra i campi del Montepulciano.

Non abbiamo mollato per mesi e mesi, e siamo ancora qui. Finora, neanche uno di tutti i pozzi programmati per l'Abruzzo e' stato costruito. Non so se la nostra sia una vittoria, perche' i petrolieri sono li che aspettano che ci stanchiamo, ma se e' una vittoria, posso dire che vincere contro i petrolieri non e' impossibile, ci vuole solo buona volonta, testardaggine e la convinzione della proprie idee. Non si deve mollare mai e ogni giorno osare un po di piu'. L'Italia e' nostra
e non dei petrolieri venuti chissa da dove.

Mi auguro che lo stesso spirito di combattivita' che ha pervaso la societa' civile abruzzese possa sorgere anche in ER.

3 comments:

Anonymous said...

LA TUA TENACIA E CAPARBIA CI HA CONTAGIATI, E FINORA CE L'ABBIAMO FATTA. NON CI STANCHEREMO, PERCHè SIAMO SEMPRE PIù CONVINTI, COMPATTI E NUMEROSI. UN AUGURIO DI BUON NATALE MR, Ilaria

maria rita said...

grazie ilaria, anche a te! spero che il 2011 sia un buon anno per te - good things happen to good people - ciao!

maria rita said...

grazie ilaria, anche a te! spero che il 2011 sia un buon anno per te - good things happen to good people - ciao!