Sunday, June 29, 2008
Arcivescovo, parte terza
Durante il fine settimana mi sono giunti vari email sul fatto che finalmente anche l'arcivescovo di Lanciano ed Ortona, Carlo Ghidelli, ha detto qualcosa sul centro oli. Non so bene cosa precisamente abbia dichiarato Ghidelli, ma spero che si sia trattato di qualcosa di forte, netto, inconfondibile. Che posso dire, c'e' voluto un anno, ma meglio tardi che mai.
Intanto, dopo la risposta dell'arcivescovo di Pescara, monsignor Valentinetti, ecco qui l'ultimo email che gli ho mandato, in data 9 maggio 2008. Dopo questo ultimo email non ci siamo piu' sentiti per varie settimane ed io ho pensato che non mi avrebbe mai piu' scritto. E invece, magicamente, dopo aver messo tutto sul blog qualche giorno fa Valentinetti mi ha chiamato al telefono per chiedermi di incontrarmi quando vengo in Italia. Coincidenza? Chissa...
Vescovo Valentinetti,
Grazie di cuore per la risposta immediata, lo apprezzo molto, ma resto molto preoccupata.
Di mia natura sono una persona preventiva e penso sempre che i guai vadano evitati piuttosto che dolersi dopo per le conseguenze, specie in questo caso che si tratta di circostanze veramente gravi.
Il discorso non riguarda piu' il centro oli di Ortona soltanto. Sono andata a guardare tutti i documenti che le varie ditte petrolifere che operano da noi rilasciano ai propri investitori. Ce ne sono tre: la Mediterranean Oil and Gas (inglese) la Petroceltic (irlandese) e l'ENI.
Nel complesso queste ditte vogliono trivellare tutto l'Abruzzo, dal mare all'entroterra, creando una vasta rete di oleodotti fra pozzi, mare, raffineria. Ci sono concessioni per oltre trenta pozzi marini ed altrettanti sulla terraferma, per trivellare a Sulmona, a Teramo, a Vasto, a Santa Maria Imbaro. Alcuni sono gia' operativi, come a Ortona, San Vito e Vasto.
Tutto questo e' scritto nei vari bollettini geologici e degli idrocarburi, pubblicati dal governo italiano e che, con lavoro certosino, ho scovato per internet. Le ditte a cui le estrazioni sono state concesse dichiarano senza mezzi termini che trivellare in Abruzzo e' facile: non ci sono grandi opposizioni da parte dei politici locali, la gente e' quieta, si pagano poche tasse, e le infrastrutture sono a portata di mano.
I loro programmi sono chiari: mandare il petrolio estratto in giro per la regione, ad Ortona via oleodotti o navi. Il mio punto di vista e' che data la portata del progetto e visto che il centro oli e' temporaneamente bloccato, intanto si portano avanti nelle cose che possono fare. Poi alla fine diranno: beh, abbiamo messo tutte queste tubature, aperto tutti questi pozzi, come non potete farci fare anche la raffinieria? Infatti, non solo le trivelle marine continuano ad operare nel mare, ma il porto di Ortona e' invaso da tubature pronte per essere installate.
Qual'e' il pericolo?
Le modalita' con cui operano i pozzi petroliferi in mare sono standard: ci sono vari fanghi e fluidi che aiutano il processo di perforamento e che sono composti di sostanze chimiche tossiche all'uomo, alla pesca, al mare. Queste sostanze vengone abitualmente riversate in mare. Uno studio canadese rifersice che un sola piattaforma rilascia nel mare cira 90 mila tonnellate di sostanze chimiche nel corso della sua esistenza. Le sostanze chimiche coinvolte sono benzene, cadmio, cromo, bario, arsenico, mercurio, piombo, zinco e rame.
Studi sui pesci vicino alle piattaforme rivelano alto tasso di inquinamento ed in maggior parte di mercurio. Il fondale marino, ugualmente risulta contaminato, e a lungo andare la pesca scompare.
Gli incidenti sono sempre possibili, il piu' grave avvenne in Inghilterra nel 1988 con quasi 200 morti e innumeveroli quantita' di petrolio riversati in mare. La piattaforma si chiamava Piper Alpha.
A San Vito i giornali parlano solo di sassi sporchi di catrame, in realta' sono in contatto coi pescatori della zona che riferiscono che da circa due settimane i pesci sono molto meno abbondanti che prima, che periodicamente si vedono delle fumate nere che escono dai pozzi nel mare, e che ogni tanto ci sono delle strane schiume bianche chimiche che affiornano e che prima non si erano mai viste. Remote coincidenze? Forse, ma e' meglio prevenire certe cose piuttosto che poi dover riguardare con il senno di poi e dolersi.
E' di oggi che il sindaco di San Vito si pone contro il WWF per "procurato allarme". Questo attegiamento non portera' da nessuna parte secondo me, perche' il pericolo esiste. Dovunque uno voglia guardare l'esperienza petrolifera non porta mai nulla di buono: a Gela sono nati bimbi deformi a causa del benzene, a Falconara dove esiste
una raffineria i tassi di tumore al cervello e al sistemza linfatico sono di gran lunga superiori alla norma, cosi pure a Priolo e Ragusa dove sorgono impianti nel mare e dove per anni il mercurio e' stato buttato nel mare senza problemi.
In Florida esiste una cittadina che si chiama Pensacola, e al largo di quella citta' esistono dei giacimenti di petrolio non trivellati. Ebbene l'anno scorso decisero di vietare in maniera definitiva qualsiasi forma di sfruttamento dei pozzi perche' l'impatto sulla salute del mare e dell'uomo sarebbe stato troppo elevato. Li erano a 160 chilometri dalla costa qui siamo si e no a 10.
Molti di questi documenti sono sul web, se lei volesse qualche
riferimento sarei ben lieta di madarle qualsiasi testo. Alcuni sono qui:
www.csun.edu/~dorsogna/byron
e altre considerazioni sul mio blog: www.dorsogna.blogspot.com
In ogni modo, la esorto, se puo', a dire qualcosa adesso, ogni giorno piu che passa e' un altro giorno che regaliamo alle compagnie petrolifere per portarci indisturbati morte e distruzione. E' importante che la gente sappia che non abbiamo solo politici e petrolieri contro, ma che la chiesa e' con noi. Il vescovo della val di Noto si e'
apertamente schierato contro le trivelle, e cosi pure il Vescovo di Potenza che ha detto no ad una nuova raffineria a soli 20 chilometri da quella gia' esistente. E' veramente importante, e servirebbe per risvegliare le coscienze.
Di mia natura sono anche una persona pacifica, e mai mi sarei aspettata che questo ruolo di "attivista" venisse affidato proprio a me. Ma cos'altro avrei potuto fare? Qualcuno deve impegnarsi, ed e' toccato a me. Me la sono presa veramente a cuore, e non sarei tranquilla con la mia coscienza se non facessi tutto cio' che posso per salvare la mia terra. Il mio lavoro e' ora quasi un passatempo, nel senso che
trascorro la maggior parte del tempo, a scrivere email, a parlare con questo o quel gruppo di pescatori, documentaristi, studenti, e documentarmi su cosa significhino trivelle in mare, a leggere, a contattare giornali italiani nella speranza che qualcuno voglia parlare di questa storia a livello nazionale. L'Abruzzo, la gente, io, abbiamo bisogno di una sua parola.
Grazie mille,
Maria Rita
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1 comment:
Innazitutto Grazie Prof.ssa per quello che fa per colpa dei nostri politici che ci complicano la vita e per quelli che dovrebbero farlo e non lo fanno. Leggendo il post di oggi, ho riflettuto su quello che ripete spesso Beppe Grillo, che la maggior parte delle merci vengono spostate inutilmente, sperperando soldi e inquinare l'ambiente inutilmente, invece può darsi che per continuare a vendere un prodotto, agli ignari consumatori, non più commerciabile, è necessario spostarlo in tanti posti diversi così anche i danni causati alle persone sono omogenei, in tutte le parti del Paese e nessuno protesta per il mostro che ha accanto, senza bloccare la produzione di alimenti, altrimenti, la Popolazione si ribellerebbe anche con i soli bastoni.
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