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Tuesday, January 16, 2018

Le azioni della Avanti Energy che vuole trivellare l'Abruzzo calano del 99.75% in tre anni

Update Luglio 2018.
 Siamo alla frutta: le azioni della Avanti Energy valgono ora 5 centesimi canadesi.





--- 16 Gennaio 2018 ---



Avanti Energy: il crollo delle azioni della ditta che vuole trivellare Bomba
Panoramica dal Settembre 2014 al Gennaio 2018

Da 4.40 dollari l'una nel 2014 a 11 centesimi oggi.

E' un crollo del 99.75%




Crollo dal Gennaio 2017 al Gennaio 2018







Da varie settimane e' tornata in Abruzzo l'attenzione sulle trivelle con il progetto per estrarre gas da "Colle Santo -- Monte Pallano" a Bomba nel chietino.

E' un progetto che si trascina da anni, piu' volte bocciato, e che ora resuscita per l'ennesima volta, con una variante. Invece che trattare in loco in gas a Bomba, l'idea e' di portarlo a Paglieta, a venti chilometri di distanza da Bomba,  eliminare qui le impurita' sulfuree e poi commercializzarlo. 

Tornano i progetti, e tornano anche gli stessi progettisti, per molti versi.

Avevamo lasciato i nostri amici della Forest Oil Corportation di Denver, i primi proposti trivellatori di Bomba, a leccarsi le ferite nel 2014. A quel tempo erano piegati dai tanti investimenti poco fruttuosi, dai debiti, da multe ambientali e un po' anche dal popolo d'Abruzzo che gli aveva fatto perdere almeno 35 milioni di dollari con la questione Bomba.

Nel 2014 la Forest Oil chiude e si vende alla Sabine Oil, ditta texana. Ma la compravendita non ha successo. Anche la Sabine Oil finisce in fallimento nel 2015.

Il ramo italiano della Forest Oil, pero', chiamato per intero Forest Oil-Compagnia Mediterranea Idrocarburi (CMI), invece che alla Sabine Oil viene venduto ad una ditta fondata ad Amsterdam, e con sede legale a Dubai, la Dove Oil.

Con la vendita alla Dove Oil (che sta per petrolio colomba!), la Forest Oil-CMI viene nominata semplicemente CMI. Le parole Forest Oil scompaiono.

Alla guida della Dove Oil e' il suo fondatore Mario Panebianco. Per anni si era occupato di assistere petrolieri stranieri a fare affari in Italia. Uno dei suoi vecchi partners e' Derek Musgrove, che poi e' stato Managing Director della Northern Petroleum, ditta che invece ha la Puglia come area di interesse primario per trivellare.  

In questo caso Panebianco, forse fiutando affari, decide di comprare lui stesso quel che restava dei progetti petroliferi per Bomba invece che aiutare terzi.

La Avanti Energy invece viene fondata nel 2011 da un gruppo di affiliati o ex affiliati alla Forest Oil Corporation. Il suo presidente John McIntyre era un ex manager della Forest Oil.  Lo scopo della Avanti Energy e' di sfruttare giacimenti "maturi" negli USA ed altrove, specie in posti del mondo dove le grandi ditte nazionali li hanno da tempo abbandondati.

Il concetto e' perfetto per Bomba, dove l'ENI gia' trivello' e abbandono' il campo negli anni sessanta.

E cosi' nel 2015, la Avanti Energy compra la CMI dalla Dove Oil e promette a Mario Panebianco un ruolo manageriale nella Avanti Energy stessa.

A guidare le operazioni giornaliere della CMI a Bomba e' Mark Frascogna, anche lui ex Forest Oil.

Nel 2015 la Avanti Energy e la sua affiliata nuova di zecca CMI entrano in partnership con la Shell per la commercializzazione a "lungo termine" del gas di Bomba, proprio perche' non hanno l'infrastruttura e le capacita' per farlo da soli.

La Avanti Energy ha sede a Vancouver e viene quotata sulla borsa di Toronto chiamata TSX-V.

Non e' questa la borsa principale del Canada. Quella si chiama solo TSX.
La borsa TSX-V invece e' dedicata a ditte minori, principalmente di oil and gas o di altre industrie di materie prime. E' dunque una borsa fatta per compagnie "emergenti", piu' piccole, dove gli investimenti piu' rischiosi e le ditte hanno meno liquidita'. Infatti la V sta per venture, parola che ha la stessa radice di avventura.

E ' un po come la Mediterranean Oil and Gas di Londra, la ditta che voleva trivellare Ombrina Mare, e che era quotata sulla borsa "alternativa" di Londra, la AIM.

E, voila'... dal 2014 ad oggi le azioni della Avanti Energy sono crollate da 4.40 dollari canadesi l'una a 11 centesimi circa in questo inizio del 2018.

E' un crollo del... 99.75% del valore inziale!

Qualcosa non va, no?

Dalla loro pagina web appare che abbiano come principale obiettivo, e forse l'unico, quello di trivellare Bomba.  Infatti non c'e' nessun altro progetto in lista.

Come sempre, prendono in giro l'Italia e gli italiani, e in questo caso gli Abruzzesi (visto che ci siamo solo noi!) elencando tutti i motivi per cui e' facile e lucrativo trivellare in Italia.  Lo hanno scritto un po' tutti, lo ripetono anche loro. Regime fiscale favorevole, basse royalties, de-regulation del mercato energetico e addirittura "leggi rivoluzionarie" per l'accellerazione dell'assegnazione dei permessi estrattivi. 

Eccoli:


Country snapshot:
  • High demand for natural gas with favorable market pricing
  • Extensive reliance on natural gas-fired electric generation (50+% of total generation)
  • 2nd largest natural gas importer and consumer in Europe after Germany (2.2 Tcf imported and 2.5 Bcf consumed in 2013; 88+% imported)
  • Italy’s National Energy Strategy indicates strong desire to boost domestic oil & gas production
  • Long history of oil and gas development
  • More than 7,000 oil and gas wells have been drilled
  • 250,000 km of 2D and 35,000 km2 of 3D seismic analysis
  • 2.1 Tcf of natural gas proved reserves (6th largest in Europe) and 560 MMbbl of oil proved reserves (5th largest in Europe) (as of 1/1/14)
  • Well-developed gas infrastructure network
  • Need for more independent E&P companies like Avanti to develop onshore gas fields

Why we like Italy:
  • Excellent infrastructure
  • Fully deregulated gas market
  • Very strong natural gas market
  • Security of gas supply issues from North Africa and Russia, favoring domestic production
  • Opportunities for smaller E&P companies to rehabilitate onshore fields
  • Very reasonable fiscal regime, including low royalty rates
  • Groundbreaking recent legislation enacted to simplify and speed up permitting process
  • AVN management has experience in Italy and has secured specific gas development opportunity

Ci sono tanti motivi per non voler affidare il territorio d'Abruzzo ai trivellatori, e ancora di piu' ad affidare il nostro territorio a questa Avanti Energy.

Che esperienza diretta ha la Avanti Energy, fondata nel 2011, in reparto trivelle? Che liquidita' hanno per veramente assicurarsi che tutto vada come dovrebbe andare nella scellerata ipotesi che riescano a trivellare? Con quali fondi monitoranno l'impianto estrattivo, l'impianto di raffinazione e l'intero tracciato di venti chilometri fra Bomba-Paglieta per i venti o trenta anni dell'attivita' di tale oleodotto?

Sopravviveranno davvero cosi a lungo?

Io non credo. Non era saggio che l'Abruzzo venisse trivellato dalla Forest Oil, attiva dal 1918 al 2014, ancora meno non e' saggio che la nostra regione venga trivellata da una ditta microscopica le cui azioni sono in un declino inarrestabile.

Ogni tanto e' bene guardarsi indietro per vedere quanta strada abbiamo fatto:  abbiamo sconfitto l'ENI con il Centro Oli di Ortona, la Mediterranean Oil and Gas prima e la Rockhopper Exploration dopo con Ombrina Mare e anche la Forest Oil Corporation di Denver a Bomba.

Di queste quattro ditte, due non esistono neanche piu', e in parte grazie anche a noi.

Occorre solo continuare a non volerceli, quale che sia il loro nome, a mettere pressione alla classe politica, a ogni livello, e a non abbassare la guardia mai.
L'Abruzzo vale molto di piu' di undici centesimi per azione.



Wednesday, July 6, 2016

L'ombra della Shell dietro la CMI e la Avanti Energy di Paglieta e Bomba








La rete dei petrolieri e' fitta e ce li ritroviamo sempre quando meno te l'aspetti. Rinascono sotto altre spoglie, come fenici dalle ceneri.

Abbiamo gia' parlato di una serie intricata di relazioni fra la Forest Oil di Denver ditta americana di petrolio ora defunta, il riorganizzarsi di suo vecchio personale sotto il nome di Avanti Energy, la vendita della sussidiaria italiana della Forest Oil, detta CMI (Compagnia Mediterranea Idrocarburi) alla Dove di Dubai, e la rivendita della CMI alla Avanti Energy.

Visto che Colle Santo e' di proprieta' dalla CMI,  i vecchi compari della Forest Oil si sono ripresi
il progetto di Bomba, spostandolo a Paglieta. Ora pero' si chiamano Avanti Energy e non piu' Forest Oil.

Emerge adesso un altro interessante aspetto di questa storia: una partnership fra la Shell e la CMI/Avanti.

La CMI ha infatti firmato degli accordi a Dicembre 2015 con la Shell per l'eventuale vendita e commercializzazione del gas di Colle Santo alla Shell, ditta olandese.

Il capo della CMI, Mark Frascogna ha commentato direttamente in merito a Colle Santo:

"CMI is very pleased to enter into this important agreement with Shell. This new relationship with Shell is a significant step forward toward the Colle Santo gas development project approval."

"La CMI ha molto piacere di entrare in questo importante accordo con la Shell. Questa nuova relazione con la Shell e' un importante passo in avanti per l'approvazione del progetto Colle Santo."

Non e' ben chiaro perche' l'arrivo della Shell debba facilitare l'approvazione di Colle Santo. Forse perche' siccome non hanno soldi propri, possono dire al governo che ci pensera' la Shell alla distribuzione e al trasporto? O forse la Shell garantira' cose che ne la CMI e ne la Avanti Energy possono garantire?

Non lo sappiamo.

Sappiamo invece che oltre ai deliri di Mark Frascogna, il CEO della Avanti Energy, John Mc Intyre dal Canada dice:

"Italy is highly deregulated gas market. The gas offtake agreement with Shell allows Avanti to focus on near term reserve and production growth in Italy without the cost and distraction of building and managing a marketing organization. At current market gas prices this represents potential sales in excess of USD $400 million."

"L"Italia ha un mercato del gas fortemente deregolamentato. L'accordo con la Shell permette alla Avanti di focalizzare a breve termine sulle riserve e sulla crescita in Italia senza i costi e la distrazione del dover creare e gestire una organizzazione di marketing. Ai prezzi attuali tutto questo rappresenta potenziale di vendite che supera i 400 milioni di dollari."

Fa anche un po tenerezza. Ce li immaginiamo questi soggetti a fare marketing per il gas di Colle Santo? Della serie: comprate il gas d'Abruzzo, fresco di montagna.

A chi vogliono darla a bere?  Il gas e' troppo poco per qualsiasi tipo di commercializzazione indipendente, e loro vogliono soltanto vendere le briciole che troveranno alla Shell e correre poi alla banca con il malloppo.

Interessante pure che la Shell e' una multinazionale olandese, che non e' tenuta ne a vendere il gas agli italiani, e tantomeno a vendercelo a prezzo di favore.

Notare che qui ci sono tutti: americani, canadesi, olandesi, quelli di Dubai. Tutti a speculare sull'Abruzzo. 

John McIntyre pero' ha manie di grandezza, e dice che la CMI ha organizzato una squadra di "ingegneri rinomati a livello internazionale", esperti in project design, esperti in tecnologia per processare il gas, per il project design, per il "management dell'ambiente".

Ah certo. 

Sara' secondo lui un piano molto attrattivo e fattibile per Colle Santo, che loro chiamano "il piu' grande campo di gas non sviluppato in Italia".

La cifre questa volta cambiano rispetto ad altri comunicati, ma le migliori stime (proprio il meglio del meglio che possono fare) e' di 2 miliardi di metri cubi di gas - che fanno 10 giorni di consumo di nazionale.  In altri comunicati parlavano di gas per una settimana. Non cambia granche', no?

E che sia una settimana o che siano dieci giorni, questo e' tutto il gas che sara' estratto per tutta la vita del giacimento!

Poveri noi. Ma ancora di piu' poveri loro, stolti.

Non sanno che tutto l'Abruzzo gli si e' rivoltato contro negli anni scorsi e non sanno che saranno ancora una volta oggetti di ridicolo e di opposizione per gli anni a venire. 


Friday, July 1, 2016

La CMI Energia: dal Colorado al Dubai al Canada fino a Paglieta ed Atessa.


 Mark Frascogna, CMI
colui che sara' responsabile dei seguenti scempi:

gasdotto Bomba-Paglieta
trivellazione di almeno 2-3 pozzi a Bomba
costruzione centrale di trattamento a Paglieta

il tutto per 1 settimana di gas






John McIntyre


Arriva in Abruzzo la Compagnia Mediterranea Idrocarburi (CMI) con sede a Roma e con l'intento di riportare in vita il progetto di estrazione e trattamento "Colle Santo" gia' proposto per Bomba dall Forest Oil Corporation e sconfitto dopo tanti anni di lunghe battaglie dell'intero Abruzzo.

L'intento della CMI e' di sfruttare e di migliorare la resa di almeno sei pozzi vecchi trivellati a Bomba negli anni 1960 dall'Agip, di altri due trivellati dalla Forest Oil in anni piu recenti, e trivellarne almeno altri "due o tre" nuovi. In piu' la CMI vuole creare un gasdotto fino a Paglieta a circa 20 chilometri di distanza e costruire qui una centrale di trattamento per l'eliminazione dell'idrogeno solforato e di altre impurita'.

Secondo i comunicati agli investitori, la CMI prevede di mettere il progetto in produzione entro il 2017. Verranno impattate una decina di comuni del chietino, fra cui Atessa e Torricella Peligna, e varie zone protette a ridosso della Majella, fra cui il lago di Serranella, le colline di Guarenna e il Bosco di Mozzagrogna.

Il progetto di valutazione ambientale della CMI e' stato presentato al Ministero dell'Ambiente il 27 Giugno 2016 in collaborazione con TEA Sistemi, ditta di consulenza petrolifera gia' nota in Abruzzo perche' il suo fondatore, Paolo Andreussi, fu anche uno dei consulenti ENI per la progettazione del Centro Oli di Ortona. 

E' importante allora capire chi ci sia dietro la CMI, e quali sono questi nuovi-vecchi speculatori che hanno preso di mira la nostra regione.

Facciamo un passo indietro. La CMI nasce come filiale italiana della Forest Oil Corporation di Denver ai tempi del progetto Bomba ed opera almeno in Italia dal 1996. Il suo nome era ufficiale era Forest Oil CMI, anche se in Abruzzo l'abbiamo sempre chiamata Forest Oil.

A causa di vari investimenti sbagliati della casa madre negli USA, del tracollo dell'industria del petrolio, e di guai ambientali negli USA, e anche del fallimento del progetto Bomba che le fece perdere almeno 35 milioni di dollari, la Forest Oil finisce la liquidita' e nel 2014 viene venduta alla Sabine Oil and Gas, ditta texana andata poi in bancarotta nel 2015. 

La Forest Oil CMI invece viene venduta separatamente, alla Dove Energy, ditta fondata nel 2009 e con sede a Dubai. Il suo nome diventa CMI. Pure a Dubai gli faceva appetito l'Italia.

La CMI, ora svincolata dalla Forest Oil, viene poi acquisita nel 2015 dalla canadese Avanti Energy, fondata nel 2013 da un ex-vicepresidente della Forest Oil stessa, John Mc Intyre. Ed e' qui che il cerchio si chiude, perche' quasi tutto il management della Avanti Energy e' formato da ex dipendenti della Forest Oil, fra cui Mark Frascogna che adesso cura direttamente gli interessi della CMI in Italia.

L'acquisto CMI dalla Dove di Dubai ai canadesi della Avanti e' avvenuto per soli 1.5 milioni di dollari.

Si stima che da questi circa dieci pozzi fra vecchi e nuovi si possa estrarre 1.5 miliardi di metri cubi di gas. Visto che in Italia ne consumiamo circa 70 miliardi l'anno, il gas di Colle Santo servira' per dare gas all'intera nazione, secondo le stime della CMI/Avanti stessa, per una misera settimana.

Perche' mai una ditta canadese vorrebbe venire a trivellare a Bomba? E' evidente che e' solo speculazione.  Nonostante il crollo del prezzo del petrolio a livello mondiale, ci sono ancora affari da poter fare. In questo caso la Forest Oil aveva gia' speso circa 24 milioni di dollari in studi ambientali, economici, organizzativi preliminari e questi sono costi di risparmio per la CMI e per la Avanti che si trovano gia' meta' del lavoro fatto.

Nei loro comunicati agli investitori ricordano anche che l'Italia e' favorevole perche il nostro regime fiscale e' molto favorevole per loro, le royalties sono basse, ci sono tante opportunita' per ditte piccole come la loro di sfruttare vecchi giacimenti, e perche' le recenti regole imposte dal governo per la simplificazione e per assegnare i progetti sono "rivoluzionari". Usano proprio questa parola: rivoluzionario.

Sono tutti copioni che abbiamo gia' visto in Abruzzo: idrocarburi pochi e scadenti, micro-ditte che pensano di poter venire in Italia a fare il salto di qualita' e che si fanno forza di inesistenti politiche di difesa del territorio in cui risorse e paesaggio vengono monetizzate in cambio di briciole.

Ma sono dieci anni che combattiamo, che combatto. L'informazione e' diffusa, la reazione naturale del grande pubblico non e' piu' di possibilismo ma di opposizione netta e ferma ai petrolieri. Alle petrol-favole non crede piu' nessuno. Occorre solo continuare con la grazia e l'intelligenza di sempre, come mostrano le lotte degli anni scorsi, specie del Comitato Gestione Partecipata del Territorio di Massimo Colonna grazie al cui operato la Forest Oil ha subito una delle piu' importanti lezioni di democrazia della sua storia. 

La strada e' tracciata, collaudata da anni. Li abbiamo tenuti fuori tutti dall'Abruzzo finora, e se non ci stanchiamo anche questa fara' la fine delle altre.

La CMI, la Avanti Energy, Mark Frascogna, John McIntyre, i petrolieri di Canada, Dubai e degli USA, e i ministri e i politici pro-petrolio che scrivono leggi "rivoluzionarie" per i petrolieri li manderemo a far compagnia all'ENI, a Paolo Andreussi, a Nicola Fratino, a Sergio Morandi, a Ombrina, alla Rockhopper Exploration, a Sam Moody, a Giorgio Mazzenga.





Thursday, June 30, 2016

Mark Frascogna ex Forest Oil: get the hell out of Italy





Grazie a Maria Paola per avermi mandato il materiale.
 
Un nuovo nemico dell'Abruzzo

Mark Frascogna, Senior Vice-President
Avanti Energy
Mr. Frascogna has been active in the international and domestic oil and gas industry for over 25 years. He has served in various management capacities throughout his career with large independents and privately held companies, including Country and Project Manager in Italy for Forest Oil, Executive Director of Compagnia Mediterranea Idrocarburi srl – a Forest subsidiary

Let it be clear, Mr Frascogna:

we don't want you here
so don't even *think* of drilling this place.

As a community of people who 
*love* 
Abruzzo
We sent ENI packing
We sent Forest Oil Corporation packing
We sent Mediterranean Oil and Gas packing
We sent Rockhopper Exploration packing
You will be no exception

We will send you back from where you came from.
Just as we have done with them.

So don't waste your precious time here.



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Non hanno un briciolo di vergogna.

Un briciolo non ce l'hanno. E' strano che dopo cosi tanti anni sono ancora qui che mi ribolle il sangue a leggere di gente senza un minimo di rispetto per gli altri, i loro ideali, i loro desideri.

Si tratta questa volta dei petrolieri della CMI Energia che arrivano (o dovrei dire tornano!) in Abruzzo.

Non hanno ancora capito che qui non ce li vogliamo.

Chi segue questo blog sa che fra le varie puntate petrolifere di questi nove anni e passa c'e' stato oltre al Centro Oli di Ortona, oltre ad Ombrina a Mare, la raffineria di Bomba della Forest Oil.

Tutte sconfitte.

Ma evidentemente le arpie di un tempo non hanno capito e pensano di potersi  riorganizzare e tornano. Come gli avvoltoi.

Ma iniziamo dall'inizio.

La CMI Energia e' una micro-ditta petrolifera con sede a Roma. CMI sta per Compagnia Mediterranea Idrocarburi. E' attualmente la sussidiaria italiana dell'americana Avanti Energy, il cui vice presidente si chiama Mark Frascogna.

Qualche anno fa era invece la sussidiaria della Forest Oil, che ora non esiste piu'. Venduta perche' gli erano finiti i soldi.

Questa CMI Energia ha appena deciso che Mark Frascogna li rappresentera' in nuove avventure italiane. Sara' il Managing Director della CMI. Assieme a lui Antonio Panebianco che invece e' stato promosso a Chief Technical Officer della CMI Energia.

E quali sono queste avventure italiane in cui si cimenteranno Frascogna e Panebianco?

Trivellare l'Abruzzo!

Per la precisione i nostri nuovi eroi torneranno sulle spoglie della Forest Oil, e sulla concessione Colle Santo, la stessa concessione, almeno in nome, che la Forest Oil aveva dato ai suoi progetti trivellanti per Bomba.

Per la precisione quello che Mr. Frascogna e i suoi compari vogliono fare e' di sfruttare pozzi a gas attorno a Bomba, realizzare una "centrale di trattamento" a Paglieta, mettere in produzione altri 2/3 nuovi pozzi attorno a Bomba e costruire un gasdotto di 21 chilometri, presumibilmente da Bomba a Paglieta.

Da come la vedo io e' un riprendere in mano il progetto Bomba, e spostarlo di qualche chilometro piu in la (appunto Paglieta!) per dire che tutti i problemi di Bomba -- fraglita' del territorio, instabilita', subsidenza, vicinanza al lago -- sono ora lontani.

Come dire: visto che a Bomba non ce lo fate fare, lo facciamo a Paglieta dove il lago e il rischio Vajont non ci sono.

I comuni interessati saranno quasi gli stessi di prima: Bomba, Roccascalegna, Paglieta, Archi, Torricella Peligna, Penna D'Omo, Villa Santa Maria, Atessa, Colledimezzo, Altino, Perano.

E siccome siamo in Abruzzo, non lontano dai boschi e dai monti e dalla natura dell'Appennino, saranno interessate anche una serie di riserve naturali: il lago di Serranella, le Colline di Guarenna, la Majella, i Monti Pizzi e i Monti Frentani e il bosco di Mozzagrogna.

Sono tutti nomi che la maggior parte degli italiani non conosce forse, ma sono tutti posti che fanno bene all'anima e che non meritano ne centrali di trattamento ne pozzi ne puzze.

Ma questo vale per quasi tutta l'Italia, da Pantelleria a Vercelli. Lo sappiamo noi tutti, non lo sa il nostro governo che continua ad accettare petrolmostri in giro per la nazione.

E perche' penso che questo progetto sia in qualche modo un reciclaggio del progetto Bomba?

Perche' questa Avanti Energy americana, di cui la CMI e' solo sussidiaria, ha a capo vari personaggi che erano proprio della Forest Oil, e perche lo stesso Mark Frascogna e' stato uno dei direttori della Forest Oil per l'Italia, nonche' executive director della CMI quando questa era sussidiaria della Forest Oil.

Cioe' sono le stesse persone, sotto altro nome!

Dicono infatti questo del loro direttivo:

John McIntyre,  Timothy Berge, Bud Knell, and Mark Frascogna, have worked together in various capacities for 14 years while at Forest Oil and later at Avanti Exploration, LLC. This team represents over 110 years of experience in the international and domestic oil and gas industries and has worked collectively in over 20 countries.

E cioe' sono colleghi da 14 anni, dai tempi della Forest Oil.

Beata ignoranza.

Mi sa che Mr. Frascogna non ha fatto i conti con 1 milione di osti d'Abruzzo. Non sa che li abbiamo gia' mandati via piu e piu volte e questa non sara' che un altra lunga battaglia per noi, ma che vinceremo, se solo continuiamo con lo stesso ardore e lo stesso amore che ci marca da quasi 10 anni.

Ultima cosa: perche' la Forest Oil non esiste piu'? Perche' aveva finito i soldi e si era venduta alla Sabine Oil, poi fallita. Per chi non se lo ricordasse, grazie all'eroica resistenza di Bomba la Forest Oil aveva perso almeno 35 milioni di dollari, come scrisse a suo tempo pure il Wall Street Journal. 

L'ho detto dal primo giorno, queste sono lotte per la vita. Finche' ci sara' petrolio, gas o altra monnezza nel sottosuolo, ci sara' sempre qualcuno che vorra' tirarlo fuori. Sta a noi persistere e trasmettere le nostre esperienze di lotta e di crescita e di amore, agli altri e alle generazioni future.

E questo, che io lo voglia o no, e nonostante i vari approfittatori e tutte le cose che non posso scrivere qui, e' anche il mio destino.

















Friday, February 21, 2014

L'inventore del fracking che regala soldi per riparare i danni del fracking




Indago su altri ricconi che regalano soldi alle proprie comunita', e mi imbatto in questo articolo di CNN money, ripreso da “The Chronicle of Philantropy” (si negli USA esiste pure una pubblicazione apposta per la filantropia): nel 2013, Mark Zuckerberg e sua moglie - 29 e 28 anni - hanno donato 1 miliardo di dollari in beneficenza.

Ma e' il secondo in classifica che mi stupisce: George Mitchell, texano morto a 94 anni il 26 Luglio 2013, che ha lasciato 750 milioni di dollari alla "Cynthia and George Mitchell Foundation". La fondazione promuove l'uso e lo sviluppo di energia rinnovabile e sostenibile e progetti ambientali negli USA. Uno dei principali scopi della fondazione e' di prevenire e mitigare i danni portati dall'industria del fracking.

Ma chi e' Mr. George Mitchell?

George Mitchell e' il papa’ del fracking e della trivellazione orizzontale, che ha praticamente inventato e perfezionato tramite la sua ditta petrolifera, la Mitchell Energy & Development. Ha scoperto e sfruttato circa 250 giacimenti di gas naturale nella Barnett Shale del Texas, diventando un milardario.

L’inventore del fracking che regala soldi per riparare i danni del fracking!

Ed ecco qui il nocciolo del tutto: se l’inventore dell' hydraulic fracturing lascia una parte cosi grande del suo patrimonio per riparare i danni dovuti all'hydraulic fracturing, allora qualcosa di vero in quel dicono tutti questi "complottisti ambientalisti" ci sara' pure.

Qui una intervista di Mr. Mitchell a The Economist, un anno prima di morire in cui spiega come ha inventato il fracking e come gli e' venuto in mente e quanto tempo e soldi ci e' voluto. A suo modo e' anche una bella storia di intraprendenza, di creativita' e di persistenza.

Ecco cosa dice sul reparto ambiente:

"As a concerned businessman and philanthropist, I have come to understand that the natural gas industry can no longer simply focus on the benefits of shale gas while failing to address its challenges. We know that there are significant impacts on air quality, water consumption, water contamination, and local communities.

"A strong federal role is also necessary, starting with the Environmental Protection Agency’s new rules calling for more controls over the most dangerous air pollution associated with hydraulic fracturing. The rules will also mitigate methane leakage during the drilling process. This is critical, since methane is a powerful greenhouse gas pollutant, and uncontrolled leakages call into question whether natural gas is cleaner than coal from a global climate perspective."

"Da uomo di affari sensibile e da filantropo, sono giunto alla conclusione che l'industria del fracking non puo' piu' solo focalizzarsi sui benefici dello shale gas e allo stesso tempo fallire nell'affrontare i problemi che comporta. Sappiamo che ci sono impatti significativi sulla qualita' dell'aria, sul consumo di acqua, sulla contaminazione dell'acqua e sulle comunita' locali.

E' necessario un forte ruolo del governo centrale, ad iniziare dall'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e nuove regole per maggiori controlli sui piu' pericolosi casi di inquinamento ambientale associato con l'hydraulic fracturing. Le nuove regole mitigheranno le perdite di metano durante la trivellazione. Questo e' critico perche' il metano e' un potente, inquinante gas serra, e perdite incontrollate portano a seri dubbi sul fatto che il gas naturale sia pulito del carbone, da un punto di vista dei cambiamenti climatici."

Notare che questo lo dice un petroliere texano, il creatore del fracking e non un "ambientalista estremista".

Qualcosa di vero ci sara’ pure allora, o anche lui aveva le allucinazioni quando parlava?


Qui pozzi di reiniezione che si riaprono nel Texas al fracking.

Qui l’acqua di falda che finisce nel Texas al fracking.

Qui la sismicita’ indotta nel Texas al fracking

Monday, July 30, 2012

Protesta al Campidoglio USA

Ecco foto e video come scattate e registrate da N-ree K
Washington DC, 28 Giugno 2012

Di tutti i colori, di tutte le razze, di tutte le eta'. 
E' questo che rende questo paese speciale.


Un po di commentari sono qui .