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Monday, April 8, 2013

Sull'ENI dai lavoratori dell'ENI - parte 2

Questo blog come appare dai siti ENI

Ecco un altro email scritto da lavoratori ENI-Saipem sulle questioni censura, sicurezza sul lavoro, mancanza di certificazioni, speculazioni e che mi e' arrivato dopo avere mandato le denucie di Gianni Franzoni su come l'ENI-Saipem tratta i suoi lavoratori.

La piu' grande azienda italiana che censura il blog di un privato cittadino. Paura? Vergogna? Coda di Paglia? Chi lo sa.


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Cara Maria Rita,

ho trovato il suo indirizzo e-mail sul suo sito, purtroppo da Saipem non posso aprire i commenti ma volevo dirle che ha avuto un gran coraggio a scrivere questo articolo - io lavoro in Saipem da tanti anni. Lei e' stata l'unica persona che ha pubblicato qualcosa su questi storia di falsi certificati - non credo valga molto, ma lei ha tutta la mia stima - un saluto dall'Italia. 

MR: che vuol dire che non si possono aprire i commenti da Saipem?

Vuole dire che da un computer saipem non riusciamo ad aprire i commenti ma non solo per quanto riguarda il suo articolo ma per tantissimi altri, hanno messo un sacco di filtri per non accedere a tanti siti web (anche cose normalissime come ordinare un libro o roba del genere). Per alcuni di noi e' stata una bomba vedere quell'articolo - volevo davvero dare un segnale comunque che lei ha fatto una gran bella cosa.

Adesso siamo messi veramente male a livello societario, dopo il crollo in borsa si sono fermati
un sacco di progetti - certo che il tuo intento e' buono, lo si capisce da quello che scrivi e da quanto ti esponi, non ci sono tante persone pronte a farlo. Noi abbiamo all'interno una rassegna stampa ENI ma del tuo articolo ovviamente non c'e' traccia. Vorrei che facessero le cose per bene, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza delle persone, questa storia dei certificati falsi e' terribile, ci han rimesso la vita delle persone, mentre quelli che li han mandati allo sbaraglio sono ancora comodi nei loro uffici e continuano a fare le stesse cose - grazie davvero.

MR: Scrivimi pure quello che vuoi.

Ciao Maria Rita, ti allego un paio di esempi di quello di cui ti parlavo, per tantissimi siti esce quello che ti ho messo in allegato e anche le cose piu' semplici non si possono vedere - anche inserire i commenti riguardo al tuo articolo non e' stato possibile da qui, poi mi sono fatta stampare i commenti
da un amico e ho letto tutto.

Io penso che in tante societa' ci sia la stessa policy aziendale ma secondo me dovrebbe essere applicata solo ai siti porno, credo che ci dovrebbe essere il diritto di poter guardare quello che si vuole, tanto siamo comunque controllati in ogni cosa - ci sono stati episodi anche di
evidenti letture delle e-mails da parte della societa' non solo mandate dall'indirizzo di posta elettronica aziendale ma anche mandate da indirizzi propri - tutti lo sanno e noi evitiamo di scrivere nomi nelle e-mails e di fare anche i nomi al telefono, usiamo dei soprannomi o le iniziali dei nomi.

Scritto cosi' sembra una cosa assurda ma per noi e' normale, avevo esposto il tuo articolo in bacheca aziendale (quello su Franzoni) e il giorno dopo lo avevano buttato via, io l'ho riappeso e adesso e' ancora li' - ci sentiamo poco tutelati e chi inizia delle battaglie le porta avanti essenzialmente da solo, come Franzoni o come altre persone che hanno coraggio e voglia e forza di volonta' ........... e ogni volta si trovano a sbattere la testa contro il muro perche' ENI e' una potenza gigantesca e non si riesce a scalfirla neppure dopo gli scandali che sono saltati fuori.

Probabilmente quello che ti segnalo e' un sassolino in un oceano, non so neppure se ti convenga farne un articolo ma vedi tu, se ti servono altre informazioni fammelo sapere, questa e' la situazione che abbiamo qui - un carissimo saluto e meno male che esistono donne come te, qui in Italia se ne sente la mancanza!

Caterina de' Medici
 



1 comment:

Anonymous said...

Ti sembrerà strano ma in Europa è normale avere accesso dal computer aziendale solo a siti internet ritenuti utili per il lavoro.

Se sia giusto o sbagliato, si può discutere. Ma stupirsi proprio no.