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Sunday, October 12, 2008

Fratino alla frutta



L'intelligentissimo sindaco di Ortona, Nicola Fratino non sa piu' che pesci pigliare.

Ora che chiesa, scienza, stampa nazionale e popolo sono tutti compatti a dire no al centro oli e all'Abruzzo petrolizzato, si aggrappa all'unica arma che gli rimane: infondere paura fra la gente. Leggo infatti da "Il Messaggero" di oggi che in seguito ad un misterioso incontro romano fra lui e innominabili vertici dell'ENI (Fratino e' davvero un uomo importante!), emerge la possibilita' per Ortona di perdere settecentocinquanta posti di lavoro. Questi infatti, secondo il guru dell'economia Nicola Fratino, sono gli impieghi dell'indotto legati alla attuale presenza ENI ad Ortona, nel complesso Sant'Elena.

Se non ci prostriamo ai piedi dell'ENI e non gli offriamo il 35% dell'Abruzzo dunque, il lupo deforme si trasferira' a Viggiano e gli operai pure. Il sindaco e' preoccupato per noi cittadini e proclama:

"In qualità di sindaco di Ortona ho il dovere di intraprendere tutte le iniziative atte a scongiurare questo pericolo."

Sono quasi commossa dall'amore per il popolo e per Ortona di quest'uomo che ha portato prosperita', lungimiranza e crescita alla sua citta' in questi anni.

Il posto degli operai sara' garantito. Dovranno trasferirsi in altre citta' d'Italia, e certo, qualche volta questo puo' anche essere difficile, ma accade spesso nel mondo del lavoro, e fa parte del gioco. Quante altre persone conosciamo che si sono trasferite dall'Abruzzo a Milano o in altre parti di Europa per lavoro o per decisioni aziendali? Anche se molti dei lavoratori ENI si ostinano a dire che il centro oli portera' benessere e gioia, non sara' facile adattarsi alla vita a Viggiano. Mi dispiace per loro, perche' non hanno saputo vedere con occhi liberi dalle bende. Vedranno li, quant'e' bella la vita con il petrolio dietro casa.

Gia' nel 2001 l'ENI smantello' parte del distretto operativo di Ortona, trasferendo tutti a Ravenna nel giro di un mese e senza chiedere, discutere o dialogare con nessuno. Hanno deciso che era meglio cosi per loro, e amen. Da il Centro del 2001:

"Nonostante l'unitarietà d'intenti di tutti i partecipanti in contrapposizione alla politica dell'Eni, rovesciando tutte le premesse e le attese, il sottosegretario [dell'energia] Dell'Elce ha concluso l'incontro ignorando le posizioni espresse e dando per scontato che il progetto dell'azienda [ENI] era da considerarsi accettato ed irreversibile".

Dunque l'ENI ci sta minacciando: se vuole davvero andarsene lo avrebbe fatto con o senza il viaggio della speranza di Fratino a Roma. Lo avrebbe fatto perche' all'ENI non interessa ne di noi, ne della natura, ne della salute della gente ma solo del proprio tornaconto. A me pare piuttosto che cerchino di infonderci paura, cosi, alla fine, da poter vincere. E' un ricatto come quelli che fanno i bambini. Tu non mi dai tutto quello che voglio? E io me ne vado. Ma noi non siamo mica scemi.

E poi, qualcuno mi dice quali sono queste industrie dell'indotto ENI? Io non riesco a pensare a nulla. Fratino tira fuori numeri dal cappello, settecentocinquanta lavoratori. Dice addirittura che l'indotto ENI rappresenta l'80% dell'occupazione ad Ortona. Davvero? Ma distribuiti come? Che lavoro fanno quelli dell'indotto? La Fater e' indotto ENI? Le cantine agricole sono indotto ENI? La De Cecco e' indotto ENI?

Non sono mai stata al complesso Sant'Elena e non so, ma mi pare un numero sparato a caso.

Ad ogni modo, se davvero fossero settecentocinquanta posti di lavoro, dall'altro piatto della bilancia c'e' il lavoro di cinquemila famiglie che vivono di agricoltura, una popolazione alle prese con tumori e malattie e il crollo del gia' scarso turismo a causa di politiche miopi della citta' di Ortona. Da come la vedo io, nemmeno 750 posti di lavoro ne valgono la pena. Un nuovo lavoro uno lo trova, la guarigione dal cancro non troppo spesso.

Fra le parole di Fratino anche qualche cosa di vagamente familiare: il 70% del traffico commericale del porto di Ortona e' legato all'ENI e occorre salvarlo. Anche qui, sara' vero, sara' falso, da dove vengono queste cifre? Ma la cosa piu intrigante e' che, ammesso che tutto fosse vero, il traffico portuale porta prima di ogni altra cosa, SOLDI A FRATINO!!. Forse e' per questo che e' cosi preoccupato! E' lui che gestisce il porto di Ortona, tramite la ditta Fratino.com... Almeno su certe cose, caro Nicola, taci, che ci fai piu' bella figura.

Da ultimo, e qui lo so che parlo da americana, ma perche' non vedere l'eventuale uscita di scena dell'ENI come una occasione di sviluppo per Ortona? La zona del porto e' desolata e piena di baracche o ex stabilimenti portuali abbandonati e arrugginiti. E se tutto cio' venisse riconvertito a spiaggia o inglomerato nel parco della costa teatina? E se Ortona tornasse ad essere la perla dell'Adriatico e la gente non fosse costretta a pigiarsi gli uni sugli altri ai Saraceni d'estate?

Cigliegina sulla torta:

"Perderemmo anche gli investimenti conseguenziali che l'Eni è solita fare come quelli in forme di energie alternative come l'idrogeno o il fotovoltaico - spiega il rappresentante sindacale Gianfranco Nervegna"

Si cosi potremmo farci la chemio-ecologica! Gianfranco, senti a me, vai a Viggiano e chiedigli quanti impianti foltovoltaici l'ENI ha messo li. Oppure chiediti quanti ne ha messi ad Ortona in cinquanta anni di permanenza. E poi, non serve mica l'ENI a metterti l'impianto fotovoltaico. Per quello basta l'imprenditoria locale e un minimo di inteligenza e lungimiranza politica che sproni lo sviluppo in questo senso.

ALL'ENI NON GLIENE IMPORTA NULLA DI NOI, CAPITE?

11 comments:

pierosalvatore said...
This comment has been removed by the author.
pierosalvatore said...

Ciao M.R.
Seguo da tempo il tuo blog e ti vorrei segnalare un fatto.

Nel 2007 centinaia di incendi terribili hanno devastato una grande parte dell'Abruzzo. Sono stati incendi scoppiati in contemporanea in vari luoghi, con particolare accanimento sul versante occidentale della Majella.

Ci ci dice che qualcuno non abbia pensato bene di svalutare il patrimonio naturale della regione al fine di incontrare minori resistenze ai progetti di esplorazione e coltivazione petrolifera nei territori protetti?

Tatone Massimo said...

750 posti?? e dove sono??? ma Fratino e mai stato nei centri per l'impiego e vedere quanti disoccupati e inoccupati ci sono a Ortona??? e quanti iscritti nelle categorie svantaggiate??? e ora DICO ORA SI PREOCCUPA DEI POSTO ENI!!! O SI PREOCCUPA CHE FINISCONO I SOLDI ENI???

wanadobee said...

ilport, sempre e solo il porto, quello e' il suo problema. Ora che sappiamo che il 70% del traffico viene dall'eni capiamo perche' fratino e' a favore del centro oli.

maurovanni said...

GRANDE MR.

Per me sei tu il futuro dell'Abruzzo!!

Saluti / maurovanni

pierosalvatore said...

Amici leggete questa:
http://www.tarantosera.com/DettaglioNews.asp?idN=5050

Sarà il nostro futuro??

Anonymous said...

e proprio vero la legge tutela la delinguenza...del turco libero e 58 archiviazzioni per gli assessori

Anonymous said...

Cara Maria Rita,
ho letto gli articoli riportati nel link a Geocities: lo smantellamento delle attività dell'ENi risale all'agosto del 2001. A settembre del 2001 iniziano le richieste per lo sfruttamento dei pozzi e il 20 dic. 2001 proprio il Ministero in cui operava l'on. Dell'Elce dà il primo parere favorevole al Centro Oli. Non è una strana vicinanza di date? Non viene da pensare che già allora l'ENI usava i suoi dipendenti per esercitare pressioni su chi doveva decidere?

Tom P

Anonymous said...

A Gissi gli Amministratori dicevano, noi siamo contrari alla realizzazione della centrale elettrica ma, le nostre industrie lo vogliono perchè avranno l'energia a minor costo, se la centrale si farà, alcuni industriali presenti nella zona investivano altri capitali nella zona industriale di Gissi per creare altri 400 nuovi posti di lavoro; il Chirurgo dell'ospedale di Gissi disse che la centrale era necessaria perchè lui mentre stava effettuando un intervento chirurgico, è venuto a mancare l'energia elettrica, non ricordo come ha risolto il problema perché i presenti, con una risata ironica, non hanno fatto capire bene e l’anno costretto a concludere immediatamente il suo intervento oratorio.
Attualmente la centrale è stata realizzata, i nuovi posti di lavoro non si sono visti, alcune industrie hanno ridotto il personale, l'ospedale è diventato quasi un ambulatorio ed hanno chiuso pure il reparto di quel Chirurgo.
L’interesse del politico è di far realizzare la struttura indesiderata nel suo territorio perché altri lo vorrebbero; il sogno di tantissimi politici è quello di essere alla guida di un popolo di ignoranti; a Ortona non è così, a Ortona ci sono Professionisti, molto distinti, che si sacrificano per tutti, fino all’estremo, per il bene futuro.

Anonymous said...

salve,rinnovo l'invito a tutti quelli che criticano i politici nostrani.
L'abruzzo chiama i suoi figli migliori per essere salvato dalle tenebre(i politicanti putrefatti).
Solo i giusti e gli onesti potranno
restituire il chiarore dell'alba annuciatrice del risveglio,del nuovo e luminoso giorno della nostra terra ricca di bellezze inestimabili.
La nostra terra va difesa con coraggio,merita il nostro impegno.
Fuori gli attributi,la battaglia per conservare il diritto a vivere liberi ed in armonia con madre natura sta per iniziare.

un saluto solare da lo hobbit.
viva l'abruzzo libero e bucolico.

Anonymous said...

Sono disposto a regalare la progettazione per la riqualificazione dell'area portuale nel qual caso dovesse andare via il polo dell'ENI. Sono oltresi' sicuro, che molti professionisti progettisti come me sarebbero disposti a collaborare per il progetto.

Lo Z@r