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Tuesday, May 19, 2009

1996: Viggiano e le nuove norme di legge


Ho riletto con miglior atttenzione il famoso decreto 1195 di cui ho gia' parlato qui. Quello che mi ha colpito e' che in questo nuovo decreto si fa molto spesso riferimento alla legge 128 del 9 Aprile 1959 poi sostituita e integrata dalla legge 624 del 25 Novembre 1996. Si parla anche del decreto legge 886 del 24 Maggio 1979. Sono tutti atti legislativi che regolamentano le estrazioni e la ricerca di petrolio e gas, nonche' l'attivita' delle cave.

Mi sono incuriosita allora e sono andata ad indagare. Nella legge del 1959 venivano imposti limiti numerici seri. In quella del 1979 si agiungevano norme per i casi di incidente, di chi fosse la responsabilita' e cosa fare.

Poi in quella del 1996 tutti i limiti quantificati in numeri vengono trasformati in "ove adatto" o "ove opportuno", i limiti di metri e chilometri magicamente scompaiono e cosi pure le norme scritte in difesa di cittadini e lavoratori.

Il 1996 e' anche, guarda caso, l'inizio delle operazioni su larga scala delle estrazioni petrolifere in Basilicata e la data di costruzione della raffineria di petrolio a Viggiano. Coincidenza? Non lo so. Ormai non mi stupisce piu' niente.

Ci sono delle cose agghiaccianti in questo decreto del 1996. Ad esempio, la legge del 1959 diceva (scrollare fino all'articolo 74 e poi 94) che non si poteva accumulare materiale combustibile ne' creare depositi di benzina o usare fiamme libere fino a 30 metri dal pozzo. Al massimo se facevi domanda al ministero potevi sperare di arrivare al limite di 20 o 10 metri ma in ogni caso solo per pozzi di meno di mille metri di profondita.

Tutto questo per evitare scoppi ed esplosioni. In questo decreto del 1996, la distanza di 30 metri viene tolta e si diventa piu' vaghi:

"Entro 30 m dall'asse del pozzo" (1959, articolo 74) sono sostituite da:
"Nell'intorno dei pozzi e nei luoghi ove la valutazione dei rischi abbia evidenziato la possibilita' di accumulo di gas, ed in ogni caso entro le aree pericolose"
(1996, articolo 81)

e poi ancora

"Distanze minori, fino a 20 m e l0 m rispettivamente, possono essere consentite dal capo della Sezione dell'Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi al servizio di impianto per profondita' inferiore ai l000 m" (1959, articolo 94) sono sostituite dalle seguenti:
"Distanze minori, su richiesta motivata del titolare, possono essere consentite dall'autorita' di vigilanza, purche' siano adottate misure di sicurezza equivalenti
" (1996, articolo 82)

Cioe' non ci sono limiti veri, se non quelli della "valutazione dei rischi", ma se vuoi puoi sfondare pure questi basta solo che adotti misure "equivalenti". Ma cosa vuol dire? Chi deve giudicare l'"equivalente"? Notare che il limite dei 1000 metri e' stato tolto. In Abruzzo i pozzi sono di tre o quattro chilometri sotto la crosta terrestre.

Un altro articolo - il 51 del 1959 - diceva che tutti questi regolamenti (ce ne sono diversi sulla sicurezza, limiti e aggiornamenti) dovevano essere esposti ed accessibili agli operai:

Deve essere redatto un regolamento interno contenente le disposizioni particolari per l'applicazione del presente decreto. Il regolamento predetto e' sottoposto all'approvazione dell'ingegnere capo e distribuito agli interessati. Copia di esso deve essere consultabile in luogo frequentato dagli operai. (1959, articolo 51)

Qui non c'hanno nemmeno pensato a riscriverlo. Questo articolo e' stato CANCELLATO in toto! Chi lavora per i petrolieri in teoria ha dei diritti, ma non quello di saperli.

L'elenco delle note cancellate e' sotto l'articolo 103 della legge del 1996. Un altro articolo cancellato e' quello sulla sicurezza:

Ogni impianto di perforazione deve essere dotato di almeno cinque estintori di ogni tipo e potenzialita riconosciuti adeguati dalla sezione dell'ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi in relazione all'uso specifico cui sono destinati. Ogni pozzo in produzione deve essere dotato di almeno due estintori. La direzione del cantiere deve curare l'addestramento del personale addetto ai pozzi sull'uso degli estintori e sulla lotta contro gli incendi.

Chissa', cinque estintori per pozzo sono troppo costosi per i petrolieri. Cosi gli operai diventano carne al macero, petrolieri e industriali possono dire "e' tutto a norma di legge" e l'ENI o chi per essa risparmia il costo degli estintori.

Ancora, della serie: inganniamoli tutti, l'articolo 411 del 1959 diceva che:

La corrente d'aria deve avere intensita' tale che nei cantieri e nelle vie l'atmosfera, in piena corrente, non conteng tenori superiori all'uno per cento di anidride carbonica, al cinque per centomila di ossido di carbonio, al due per centomila di idrogeno solforato, all'uno per centomila di anidride solforosa e al 2.5 per centomila di ossido di azoto.

Due per centomila rappresenta 20 ppm, un altro patetico limite italiano per l'idrogeno solforato. Come ripetuto all'inverosimile, il limite stabilito dall'organizzazione mondiale della sanita' e' di 0.005 ppm per l'idrogeno solforato e nel Massachussetts si arriva addirittura a 0.0006ppm. Per quanto offensiva all'intelligenza umana, questa norma e' rimasta, ma quel che e' stato abrogato e' il pezzo seguente:

Gli accertamenti effettuati con l'ausilio di indicatori a lettura diretta, riconosciuti idonei, sono eseguiti nei luoghi e secondo modalita' stabilita con ordine di servizio del direttore. Quando siano presenti in miscela, nell'atmosfera del sotterraneo, piu' gas tossici o altrimenti nocivi fra quelli sopra indicati, le percentuali volumetriche ammesse per ciascuno di essi, in dipendenza di una loro azione sinergica e avuto ruguardo anche della temperatura e umidita' dell'aria devono essere ridotte in misura stabilita dall'ingegnere capo, sentito il direttore.

Cioe' ci sono dei limiti (patetici), ma non c'e' piu' l'obbligo di misurarli e di farli sapere alla gente! Che ce ne facciamo di limiti vari se nessuno e' piu' tenuto a misurarli e a renderli noti? In piu', il fatto che insieme queste sostanze facciano ancora piu' male a chi le respira non e' qualcosa che interessa al governo italiano.

Ancora: dovevi mettere un operaio apposta per controllare tutto il reparto sicurezza. Articolo 535 del 1959: abrogato.

Dovevi denunciare l'inizio delle operazioni di trivellamento, con tutto il tuo programma ed una cartina dettagliata all'ufficio nazionale minerario per approvazione. Questo ufficio poteva anche decidere di farti cambiare la sede del pozzo, per ragioni di sicurezza. Altro 60 del 1959: abrogato.


Dovevi denunciare qualsiasi tipo di incidente alle autorita' competenti, e dovevi scrivere un verbale sia che si trattasse della morte di un tuo operaio fino agli incidenti guaribili in 3 giorni. Articolo 10 e 11 del 1979: abrogato.

Dovevi presentare una relazione sul tuo piano antiincendio per le piattaforme di petrolio in mare ed in terra. Articolo 41 del 1979: abrogato.

Dovevi mettere dei sensori acustici udibili per allertare operai e popolazione in caso di incidente, specialmente in luoghi chiusi e spiegando le misure da adottare in caso di incidenti. Articolo 50 del 1979: abrogato.


Come ho gia' detto, non sono un giurista, e potrei sbagliarmi nella lettura di queste frasi, anche se non mi pare che ci sia troppo spazio per ambigiuta' quando scrivono che una norma e' abrogata.

Dal 1996 a Viggiano si vive con raffinerie e attivita' pertrolifera. La devastazione su vari aspetti della vita, sociale, ambientale, civile, e' stata forte e ne parliamo spesso. Ma non ci si scandalizza poi tanto: e' tutto a norma di legge.

9 comments:

Anonymous said...

A PROPOSITO VADO AD UNA RIUNIONE DOVE CI SARA' ANCHE FABRIZIO DI STEFANO SE VUOI SCRIVERE UNA LETTERINA PER LUI IO LA PORTO VOLENTIRI. CARLO CICCIONI@VIRGILIO.IT

Anonymous said...

L'Eni, lo Stato e l'alto Adriatico...LA STORIA E'SEMPRE LA STESSA...

http://www.e-gazette.it/

"Do ut des - Perfino la Lega Nord cede e tornano le trivelle per i giacimenti sotto Venezia"

Venezia, 18 maggio – Gli operatori del turismo del litorale veneto sono nuovamente in allarme dopo l’approvazione al Senato di nuove norme che esautorano Regioni ed enti locali dalle competenze sugli impianti di estrazione di gas (anche in mare) sui propri territori. Le associazioni degli albergatori da Jesolo a Eraclea, da Bibione a Caorle temono adesso che il rischio di subsidenza derivante dalle perforazioni del fondale marino faccia sparire le spiagge. Tutti quanti ora fanno appello al presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, che si è detto sempre contrario alle perforazioni. Luca Manzini, presidente dell’Associazione albergatori di Carole - che appoggia la posizione espressa dal presidente della Regione, dal consigliere regionale Lucio Tiozzo e dal sindaco di Chioggia, Romano Tiozzo, nettamente contrari all’emendamento approvato in Senato, - ha detto che “se il presidente Galan intende attivarsi anche attraverso le vie legali per difendere la propria sovranità in materia, saremo con lui”. “Nelle coste venete abbiamo un problema enorme - dice il presidente dell’Aba (Associazione bibionese albergatori), Giani Carter: - stiamo combattendo da anni contro l’erosione delle spiagge. Il rischio subsidenza, se si aggiungesse, avrebbe effetti drammatici. Le università di Venezia, di Padova e Trieste stanno conducendo da anni studi sull’erosione e sul movimento delle correnti in alto Adriatico. Queste analisi andrebbero interfacciate con la presenza delle installazioni in questione, impianti di estrazione del gas in particolare. L’erosione è un problema che investe tutte le spiagge”.
E il governatore Galan? Al momento non ha ribadito la sua contrarietà alle trivelle. Tuttavia, proprio negli stessi giorni, ha espresso soddisfazione per l’approvazione in Senato della norma che diminuisce ai cittadini veneti le accise sui carburanti (vedi l’articolo seguente, ndr). “Era il 20 settembre 2008 quando chiesi direttamente al Presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, di poter valutare che il Governo prendesse in considerazione la possibilità di attribuire al Veneto il gettito aggiuntivo per accise e Iva derivante dai quantitativi di gas commercializzati grazie all’impianto installato in Alto Adriatico”, ha detto Galan. E ora il Senato ha approvato la norma taglia-accise. Sono passati nove mesi, più o meno, dal giorno della mia richiesta e di questo grande successo ringrazio tutti i senatori del Veneto che si sono battuti per un atto di giustizia che fa onore al governo Berlusconi, al Senato, ai Partiti di maggioranza”.
Ma dall’opposizione arrivano le bordate dell’ex giudice Felice Casson (Pd). “Alla faccia del federalismo: Lega Nord e PdL hanno approvato nell’aula del Senato - dice in una nota - alcune norme, proposte dal Governo e contestate dal Partito democratico, CHE CONSENTONO ALL’ENI E ALLE SOLE AMMINISTRAZIONI STATALI, MA NON ALLA REGIONE, ALLA PROVINCIA, E AL COMUNE DI VENEZIA DI DECIDERE SUI TEMI ESSENZIALI PER LA SALVAGUARDIA DI VENEZIA E DELL'INTERO BACINO DELL'ALTO ADRIATICO. È un atteggiamento dolosamente preordinato a eludere le competenze territoriali e le valutazioni in senso contrario già espresse dalle amministrazioni venete. E ciò si pone in evidente contrasto con le esigenze di autonomia decisionale riconosciute anche dalla recente legislazione federalista alle Regioni”.

giosuè said...

Dossier Abruzzo 10. Ecomafie, rifiuti, ambiente

di Alessio Magro - 19 maggio 2009
È la regione dei parchi, una delle aree più verdi d’Europa.

fonte:
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/16020/48/

giosuè said...

La protesta invisibile dei lavoratori Eni

fonte:
http://www.carta.org/campagne/ambiente/17498

supertramp said...

Bellante, Tutela della biodiversità e promozione turistica del territorio
Venerdì 22 maggio, alle ore 21

All’incontro sarà possibile firmare la petizione contro la petrolizzazione dell’Abruzzo

fonte:
http://www.tgroseto.net/11193/bellante-tutela-della-biodiversita-e-promozione-turistica-del-territorio/

supertramp said...

Milano/ Rapporto di Legambiente: i 5 parchi a rischio in Lombardia

fonte:
http://www.affaritaliani.it/milano/milano_rapporto_di_legambiente_i_5_parchi_a_rischi200509.html

simbasil said...

http://www.stampalibera.com/?p=3525
http://petrolio.blogosfere.it/2009/05/acqua-gli-italiani-come-gli-africani.html
vogliamo ancora aspettare a manifestare...gli lasciamo prendere tutto quello che vogliono senza dire niente...
"l dossier di un’azienda multinazionale finlandese descrive così una regione italiana del centro: “facilità di penetrazione, costi d’insediamento minimi, zero conflittualità sociale”. Soprattutto, “poche obiezioni ecologiche”.
NO COMMENT

supertramp said...

@simbasil

per la manifestazione i motivi sembrano siano descritti da fabrizia qui:
http://abruzzo.ning.com/forum/topics/manifestazione-16-maggio,
anche se io non sono d'accordo, ma lei ha molta più esperienza di noi e quindi dobbiamo fidarci,
registrati e magari lascia un commento.
la multinazionale non è finlandese, ma molto probabilmente e la irlandese Petrolceltic PLC, se hai la fonte della filandese, cioè il sito ufficiale dove mettono i loro piani industriali,posta qui il link.
ciao!

simbasil said...

scusa io nn conosco questa fabrizia tralaltro nn vivo in abruzzo e nn ho mai preso parte a nessuna riunione, dico che mi sembra strano che comitati nati per contrastare la petrolizzazione aspettano a manifestare, forse hanno altri metodi per informare e sensibilizzare le persone, però penso che manifestare ogni tanto in questo paese potrebbe fare solo bene.