Alagoas foliage-gleaner
Poo'uli
Cryptic Treehunter (visti per l'ultima volta nel
Glaucous Macaw (visti per l'ultima volta nel 1998)
Pernambuco pygmy-owl (visti per l'ultima volta nel 2001)
New Caledonian Lorikeet (visti per l'ultima volta nel 1987)
E' la prima conta ufficiali di uccelli estinti nel decennio 2010-2020. Finora, in questi otto anni sono andate perse con totale certezza o con quasi totale certezza otto specie, principalmente a causa della deforestazione in Sud America.
Una di queste specie si chiama Spix’s macaw, esemplare azzurro di una famiglia di pappagalli brasiliani che addirittura e' stata parte del film animato della Disney, chiamato Rio.
Nel film si chiama Blu, uno Spix’s macaw cresciuto in cattivita' nel Minnesota che arriva in Brasile e si innamora dell'ultimo esemplare della sua specie ancora allo stato selvaggio, Jewel. I due fra mille peripezie riescono ad avere tre figli e a creare un santuario per i pappagalli nella foresta.
Nella realta' non e' stato cosi.
Oltre al Spix's macaw ce ne solo altre di specie in via di estinzione, dai nomi ugualmente inpronunciabili ma la cui perdita fa dispiacere ugualmente: l'Alagoas foliage-gleaner, il Poo-uli, il Cryptic Treehunter, tutte certamente estinte, e le specie quasi certamente estinte, il New Caledonian Lorikeet, il Javan Lapwing, il Pernambuco Pygmy-owl e il Glaucous Macaw.
I dati arrivano dall'associazione Bird Life International che ha pubblicato un articolo dettagliando la perdita delle otto specie.
Di solito le specie che vanno estinte sono limitate a piccole isole, rese vulnerabili dalla caccia, all'arrivo di specie invasive esterne. Questo e' quello che accade nel 90% dei casi. Invece in questo caso, e' il primo anno che la perdita di uccelli arriva in larga parte a causa della deforestazione in atto in Sud America.
Otto specie in otto anni sono tante o sono poche? Beh, se pensiamo che dal 1500 ad oggi sono andate perse circa 187 specie, ci si rende conto che il tasso di estinzione aumenta vertiginosamente!
Stuart Butchart, e' il responsabile principale della ricerca presso Bird Life International e lui sottolinea come, in ultima analisi, sia colpa dell'uomo. Le estinzioni "moderne", conferma, sono a causa della perdita di habitat, dovuta alla deforestazione, all'agricoltura intensiva.
In questo momento ci sono circa *26,000* specie a rischio di estinzione.
Ventisei mila!
Di queste, cinquantuno sono critiche e per queste non c'e' molta speranza. Non a caso si parla di una sesta estinzione di massa, a causa dell'opera umana.
La storia dello Spix’s macaw e' interessante. Per 150 anni questi pappagalli sono stati comprati e venduti e se ne vedevano sempre meno nella foresta. Nel 1985 furono scoperti tre esemplari allo stato selvaggio, ma non riuscirono a riprodursi. L'ultima volta che venne segnalato uno Spix's macaw allo stato naturale e' stato nel 2000.
L'idea adesso e' di usare alcune specie restanti di Spix's macaw in cattivita' e lentamente re-introdurli nella foresta. Ce ne sono ancora 70 in cattivita', e si spera che la specie resista ancora da permettere in qualche modo un miracoloso ripopolamento. Ma mentre questa speranza e' possibile per alcune specie, per altre e' letteralmente impossibile.
Per esempio per il poo-uli estinto nel 2004, il cryptic treehunter estinto nel 2007 e il Alagoas foliage-gleaner estinto nel 2011 non c'e' piu' niente da fare.
Interessante pure e' la storia del cryptic treehunter che fu scoperto nel 2002 in una foresta nel nord del Brasile, attorno alla citta' di Murici. Non avevano fatto a tempo a scoprirlo ed a dargli un nome che la foresta fu abbattuta per farci una piantagione di canna da zucchero. E cosi' e' scomparso anche l'uccello appena scoperto.
La sua esistenza nella coscienza dell'uomo e' durata 5 anni.
Chissa' quante altre specie ne esistono che vanno estinti prima ancora che noi li scopriamo?
Chissa' quanto potenziale perso!
La stessa storia si ripete per il glaucous macaw, un tempo prevalente in Argentina, Uruguay e Brasile,
poi sono arrivate le scure dell'agricoltura intensiva a piantare palme per ricavarne olio. La popolazione precipito' a.. un esemplare.
Morto anche quello.
Ancora storia simile per il Pernambuco pygmy-owl scomparso nel 2002 a causa della deforestazione intensiva nel Pernambuco, la sua casa.
Purtroppo queste storie diventeranno sempre piu' comuni.
Ogni anno in Amazzonia 17 milioni di ettari di foresta vanno persi, e con loro la vita. Gli uccelli sono particolarmente sensibili alla perdita di habitat perche' vivono in simbiosi con gli alberi dove nidificano e con l'ambiente da cui traggono cibo. Ed e' un ciclo che si ripete, perche' gli uccelli stessi aiutano la foresta a tenersi rigogliosa, con l'azione di dispersione di semi e aiuto nella pollinazione.
Meno uccelli dunque significano meno aiuto nel rigenerare la foresta. Come sempre, la natura e' tutta bene integrata, e una volta che un ingranaggio va male, tutto il resto ne soffre.
Andiamo avanti cosi, e non ci rendiamo conto che di estinzione in estinzione, presto, sara' estinto il pianeta cosi come lo conosciamo, noi compresi.
I dati arrivano dall'associazione Bird Life International che ha pubblicato un articolo dettagliando la perdita delle otto specie.
Di solito le specie che vanno estinte sono limitate a piccole isole, rese vulnerabili dalla caccia, all'arrivo di specie invasive esterne. Questo e' quello che accade nel 90% dei casi. Invece in questo caso, e' il primo anno che la perdita di uccelli arriva in larga parte a causa della deforestazione in atto in Sud America.
Otto specie in otto anni sono tante o sono poche? Beh, se pensiamo che dal 1500 ad oggi sono andate perse circa 187 specie, ci si rende conto che il tasso di estinzione aumenta vertiginosamente!
Stuart Butchart, e' il responsabile principale della ricerca presso Bird Life International e lui sottolinea come, in ultima analisi, sia colpa dell'uomo. Le estinzioni "moderne", conferma, sono a causa della perdita di habitat, dovuta alla deforestazione, all'agricoltura intensiva.
In questo momento ci sono circa *26,000* specie a rischio di estinzione.
Ventisei mila!
Di queste, cinquantuno sono critiche e per queste non c'e' molta speranza. Non a caso si parla di una sesta estinzione di massa, a causa dell'opera umana.
La storia dello Spix’s macaw e' interessante. Per 150 anni questi pappagalli sono stati comprati e venduti e se ne vedevano sempre meno nella foresta. Nel 1985 furono scoperti tre esemplari allo stato selvaggio, ma non riuscirono a riprodursi. L'ultima volta che venne segnalato uno Spix's macaw allo stato naturale e' stato nel 2000.
L'idea adesso e' di usare alcune specie restanti di Spix's macaw in cattivita' e lentamente re-introdurli nella foresta. Ce ne sono ancora 70 in cattivita', e si spera che la specie resista ancora da permettere in qualche modo un miracoloso ripopolamento. Ma mentre questa speranza e' possibile per alcune specie, per altre e' letteralmente impossibile.
Per esempio per il poo-uli estinto nel 2004, il cryptic treehunter estinto nel 2007 e il Alagoas foliage-gleaner estinto nel 2011 non c'e' piu' niente da fare.
Interessante pure e' la storia del cryptic treehunter che fu scoperto nel 2002 in una foresta nel nord del Brasile, attorno alla citta' di Murici. Non avevano fatto a tempo a scoprirlo ed a dargli un nome che la foresta fu abbattuta per farci una piantagione di canna da zucchero. E cosi' e' scomparso anche l'uccello appena scoperto.
La sua esistenza nella coscienza dell'uomo e' durata 5 anni.
Chissa' quante altre specie ne esistono che vanno estinti prima ancora che noi li scopriamo?
Chissa' quanto potenziale perso!
La stessa storia si ripete per il glaucous macaw, un tempo prevalente in Argentina, Uruguay e Brasile,
poi sono arrivate le scure dell'agricoltura intensiva a piantare palme per ricavarne olio. La popolazione precipito' a.. un esemplare.
Morto anche quello.
Ancora storia simile per il Pernambuco pygmy-owl scomparso nel 2002 a causa della deforestazione intensiva nel Pernambuco, la sua casa.
Purtroppo queste storie diventeranno sempre piu' comuni.
Ogni anno in Amazzonia 17 milioni di ettari di foresta vanno persi, e con loro la vita. Gli uccelli sono particolarmente sensibili alla perdita di habitat perche' vivono in simbiosi con gli alberi dove nidificano e con l'ambiente da cui traggono cibo. Ed e' un ciclo che si ripete, perche' gli uccelli stessi aiutano la foresta a tenersi rigogliosa, con l'azione di dispersione di semi e aiuto nella pollinazione.
Meno uccelli dunque significano meno aiuto nel rigenerare la foresta. Come sempre, la natura e' tutta bene integrata, e una volta che un ingranaggio va male, tutto il resto ne soffre.
Andiamo avanti cosi, e non ci rendiamo conto che di estinzione in estinzione, presto, sara' estinto il pianeta cosi come lo conosciamo, noi compresi.
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