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Sunday, September 16, 2018

La sismicita' indotta a 10 chilometri di distanza




Sinistra: 
Iniezione nella roccia di basamento, piu' solida fa si che 
la sismicita' indotta resti confinata al punto di impatto (cerchio blu e stelline rosse); 

Destra: 
inieizione nella roccia sedimentaria, piu' soffice, fa si che gli effetti 
della reinizione possano viaggiare maggiormente, 
attivando faglie piu' lontane e piu' potenti (striscia blu e cerchi rossi). 



Della sismicita' indotta a distanza abbiamo gia' parlato tante volte su questo blog.

Come spesso ricordato e' un miracolo della geologia che la sismicita' indotta ci sia in tutto il mondo, meno che in Italia, considerato che i nostri amici dell'INGV e delle varie universita' italiane, nonche' commissioni su commissioni continuano a negarlo.

In altri posti pero' non sono cosi fortunati e dunque raccontiamo qui l'esito di altri studi nordamericani sulla sismicita' indotta a distanza.

Sappiamo tutti che dall'arrivo del fracking negli USA i terremoti sono aumentati vertiginosamente, e che ci sono stati vari studi sull'accertamento della sismicita' indotta anche da trivelle "convenzionali".
Questo accade o per estrazione diretta, cambiando le pressioni da prima a dopo l'estrazione, e sempre di piu' per la reiniezione di monnezza tossica sottoterra dove non solo si cambiano le pressioni, sparando reisidui fluidi ad alta pressione, ma dove anche si lubrificano le faglie sismiche magari attivandole laddove prima erano dormienti.

Un esempio su tutti e' lo stato dell'Oklahoma, un tempo regione non sismica e dove oggi ci sono piu' terremoti che in California.

Ma, fino a che distanza si puo' sentire l'impatto della reiniezione?

Il professor Earth and Planetary Sciences, presso la University of California di Santa Cruz ed il ricercatore Thomas Goebel dello stesso dipartimento, hanno esaminato i siti di reinizione nel mondo intero per capire come la sismicita' cambiava in dipendenza della distanza dai siti stessi.

Il risultato sconvolgente e' stato che in alcuni casi la sismicita' poteva essere indotta fino a dieci chilometri di distanza.  Per di piu' la reinezione in roccia sedimentaria, piu' flessibile causa piu' sismicita' e a distanza maggiore rispetto alla reiniezione nella roccia sottostante, piu' solida.

L'acqua re-iniettata porta a maggior slittamento delle faglie sismiche, puo' creare squilibri di pressione, puo' spingere le faglie stesse l'una verso l'altra. Questi fenomeni nella loro complessita' sono chiamati poroelasticita'.

Ma siccome l'acqua e' fluida e puo' viaggiare nel sottosuolo, la poroelasticita' puo' manifestarsi anche in punti lontani rispetto ai punti di immissione, incontrando faglie sismiche nel suo cammino sotterraneo.

I depositi di petrolio e di gas sono contenuti in bacini sotterranei di roccia solida. Un tempo gli idrocarburi erano materiale organico, come alghe, ma nel corso di millenni vari strati di sostanze di sedimento si sono accumulate sopra ed in mezzo comprimendo il materiale organico, "cuocendoli" e alla fine creando il petrolio. La roccia sottostante faceva da supporto, cosi ci sono queste cavita' piene di idrocarburi e di roccia porosa sedimentaria. Quando il petrolio viene estratto, i trivellatori possono iniettare la monnezza o dentro la roccia sedimentaria che ospitava il petrolio estratto
oppure andare piu' in profondita', nella roccia dura che fa da contenitore.

La prima e' la roccia sedimentaria, superficiale e soffice; la seconda e' la roccia di basamento, sotterranea e piu' dura.
Dei diciotto siti di reiniezione analizzati da Emily Brodsky e da Thomas Goebel e documentati su Science, viene fuori che la reiniezione in strati sedimentari, piu' malleabili e fluidi perche' appunto un tempo intrisi di petrolio, portavano a sismicita' maggiore e sulle distanze maggiori rispetto alle iniezioni in roccia di basamento, piu' solida. 
Qui la sismicita' restava contenuta entro un chilometro dal punto di impatto.

Questo non e' quello che ci aspettava, anzi l'idea convenzionale e' che iniettare nella roccia di basamento e' piu' pericoloso perche' le faglie qui sono piu' in tensione, con la possibilita' di accumulare energia, essendo appunto la roccia rigida.

Perche' dunque questi risultati?

Secondo i due perche' la roccia sedimentaria essendo piu' soffice e malleabile fa si che la pressurizzazione possa fare sentire i suoi effetti anche a distanze superiori rispetto al punto di impatto.

Cioe' l'acqua reinieittata puo' viaggiare, incontrare faglie distanti e far danni su un raggio maggiore.
Per di piu' l'acqua puo anche penetrare nella roccia di basamento mentre viaggia, dunque aumentando il suo raggio di azione.

Io non so se questo studio portera' a cambiamenti, ed anzi e' molto probabile che saranno necessari altri studi, altri esperimenti. Certo e' che questo e' un altro passo in piu' verso la comprensione del pianeta ed un altra prova del fatto che trivelliamo alla cieca senza sapere quello che stiamo facendo.

Come detto milioni di volte, nessuno veramente conosce tutte le dinamiche del sottosuolo e specie per noi in Italia, paese geologicamente fraglie, continuare a bucare la roccia, a vanvera, e' un vero delitto.

Ma no, cosa dico. Ho dimenticato la premessa di questo articolo: in Italia la sismicita' indotta non esiste, non e' mai esistita e mai esistera'.

Noi siamo speciali, la nostra geologia e' speciale, e i nostri trivellatori sono speciali.
E poi, lo dice l'INGV che e' sempre tuttappposto.

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