Robert Taylor

A company’s right to profit has taken precedent 
over our communities’ right to breathe clean air,”

 Robert Taylor 77 anni che ha avviato una causa 
per inquinamento contro le ditte petrolchimiche 


Si chiama St. John the Baptist ed e' una localita' della Louisiana chiamata "parish". Ce ne sono tante di parish, che significa parrocchia in inglese. Ma in Louisiana parish significa piuttosto contea.

 
La parola deriva dal francese paroisses.
  
Ad ogni modo, di parrocchie qui a St. John the Baptist c'e' ben poco. Nel senso che la zona e' piuttosto un cimitero di morte.

Ed infatti il suo soprannome e' Cancer Alley, strada del cancro.

Quando arrivi a St. John the Baptist la prima cosa che si vede e' il cartello che avvisa della presenza di chloroprene nell'aria, sostanza cancerogena che arriva dritta dritta dall'industria petrolchimica. Il cartello e' stato messo dai residenti esasperati dai miasmi e dalla puzza, nonche' dalla preoccupazione per la loro salute.

Ma tutta la riviera del Mississippi fra New Orleans e Baton Rouge e' una successione di fabbriche di morte.

Non per niente si chiama Cancer Alley.

Cancer Alley e' una strada, o un complesso di strade lunga 150 chilometri che costeggiano il fiume Mississippi e dove ci sono 150 fabbriche petrolchimiche.

Si producono qui asfalto, gomma e oli sintetici. All'inizio, per essere piu' gentili la chiamavano "Chemical Corridor".

Il limite di distanza fra le case e le ciminiere e' di 150 metri. Chi ci vive e' povero, spesso persone di colore.

Nel 2014 uno degli incidenti piu' gravi della storia recente: 10 giorni di emissioni senza sosta di idrogeno solforato da un impianto Shell. Come da copione la popolazione si e' lamentata di nausea, mal di testa, vomito.

In molti versi la Louisiana e' una sorta di Basilicata agli steroidi, nel senso che qui il petrolio ha ingoiato natura, politica e coscienze, con un po di contentini qua' e la, ma alla fine facendo sempre i suoi interessi.
La legge della Louisiana vieta di protestare contro le trivelle, gli oleodotti, le raffinerie.
E' una legge specifica! Dicono che chi protesta vicino a "infrastruttura critica" costruita o costruenda rischia fino a cinque anni di carcere. 
E infatti c'e' stata pure della gente che ha protestato contro oil and gas e nuovi oleodotti lungo il Mississippi in kayak e sono stati arrestati.  In alcuni casi l'arresto elimina il diritto al voto.

Oil and gas e' qui un vero cancro, non solo perche' l'incidenza dei tumori e' alle stelle ma perche' non ne hanno mai abbastanza: c'e' sempre un nuovo oleodotto, sempre una nuova sostanza chimica, sempre nuovi pozzi, nuovi trattamenti, nuova corruzione, nuovi scoppi.

Il registro dei tumori della Louisiana si rifiuta di rendere pubblici i tassi di incidenza di tumore per le cittadine con meno di 16,000 abitanti.

Perche' 16,000 abitanti?

Perche' la maggior parte delle cittadine lungo Cancer Alley ha *meno* di 16,000 abitanti.

La gente pero' ha fatto indagini indipendenti e ha trovato che si, il 20% dei residenti muore di cancro, e che qui ci sono elevatissimi tassi di asma, aborti spontanei, e mortalita' infantile.

Ogni tanto ci sono proteste e coraggiosi cittadini che cercano di denunciare il tutto.

Esempio: Robert Taylor,  un signore 77-enne che assieme ad altre tredici persone ha sposto causa contro una specifica ditta: la Denka Performance Elastomer e la DuPont de Nemours che da 48 anni inquinano l'aria.

Questa Denka Performance Elastomer con sede principale in Giappone fabbrica gomma sintetica, e un materiale chiamato neoprene, che usa questo chloroprene per creare, fra l'altro, mute subacque. Dal 2015 Denka e' la nuova proprietaria di questa fabbrica, ma parte del sito appartiene ancora alla DuPont produttore storico.

I tredici sono un gruppo da non invidiare. Chi ha o ha avuto il cancro, problemi respiratori e circolatori, che sono stati associati alla vita in presenza di questo chloroprene, classificato come probabile cancerogeno.

Lo stesso Robert Taylor dice di essere sorpreso di essere ancora in vita.

Dice che sua madre, suo fratello, sua sorella, suo nipote, vari cugini e suoi vicini di casa sono tutti morti di cancro.

Avendo sulle spalle vari decenni di vita, dice di ricordare ancora quando Cancer Alley era coperta di canne da zucchero e la lenta ma non troppo trasformazione della zona lungo il Mississippi in un viale di ferro e di fumi tossici.


Ricorda quando la raffineria -- di zucchero -- di St. John the Baptist Parish chiuse, e l'arrivo nel 1969 della DuPont.

Per tanti anni Mr. Taylor e i suoi amici si sono chiesti degli effetti nefasti della DuPont sulla loro salute, ma in molti hanno pensato che si trattasse di una causa persa.

La DuPont era grande e ricca con uno stuolo di avvocati e di ingegneri.

Loro erano solo persone normali, piu' povere che ricche, senza agganci politici e senza nessuno che davvero si interessasse alla loro causa.

E nessuno di loro sapeva cosa esattamente stavano respirando, e quanto fosse o non fosse pericoloso.
Lo stesso pero' il signor Robert Taylor nel suo piccolo cerca di organizzarsi e di parlare con i suoi vicini, di capire per quanto gli fosse possibile. Crea una piccola organizzazione chiamata Concerned Citizens of St. John.

Finche l'EPA, l'ente di protezione americano per la protezione dell'ambiente stilo' una lista di sostanze pericolose, a tuttoggi considerata la piu' completa del mondo, spesso usata anche in decisioni legali all'estero.

Si chiama IRIS che sta per Integrated Risk Information System.

Nel 2010, l'EPA annuncia che il chloroprene e' un potenziale cancerogeno e fissa i parametri di emissione a 0.2 microgrammi per metro cubi.

Arrivano le analisi anche a St John the Baptist Parish e trovano qui livelli elevatissimi di chloroprene.

E poi arriva Wilma Subra, chimico, una piccola grande eroina che cerca di aiutare i residenti di Louisiana a combattere per un ambiente piu' sano.

Appena sente del rapporto dell'EPA si mette in contatto con Robert Taylor. Lei avrebbe fornito la scienza, lui l'esperienza.
Arrivano altri rapporti dell'EPA. Nel 2015 viene fuori che l'area attorno alla fabbrica della Denka aveva il piu' alto tasso di incidenza di tumori collegato al chloroprene in tutta la nazione. I tassi di emissione di questo chloroprene erano 776 volte maggiore rispetto ai limiti legali!
Spaventati, quelli della Denka hanno deciso di abbassare i livelli di emissione di chloroprene da soli, dell' 85 percento. Ma per il signor Taylor e per Wilma Subra non sono sufficenti.  Anche se fanno quello che hanno volontariamente annunciato di fare, lo stesso le emissioni non saranno sotto i limiti legali.

La causa contro Denka chiede anche che ai residenti vengano compensate le spese per la perdita del valore delle loro case, e per i danni alla salute causati nel corso degli anni.

A Febbraio 2018 il programma di abbassamento volontario delle emeissioni di chloroprene da parte della Denka era terminato. Risultato?
I livelli di chloroprene sono non piu' 776 volte sopra la soglia ma "solo" 150 volte!  In piu' le centraline mostrano che sono costantemente in aumento.

Come finira' la causa, non lo sappiamo, ma di certo Denka e la DuPont gia' sapevano della tossicita' di quel che immettevano in aria: nel 1941 il reparto di tossicologia della DuPont aveva gia' rilasciato un report in cui si diceva proprio che i lavoratori esposti all chloroprene soffrivano di gravi problemi alla salute.

Nel 1941!

Nel 1988 invece altri studi interni confermavano questi risultati e decisero di limitare l'esposizione al chloroprene per i loro operai. 

Senza dire niente alla gente di Cancer Alley ovviamente.

Viene anche fuori che la DuPont nel corso degli anni ha anche dovuto pagare multe per varie violazioni alle leggi sull'inquinamento dell'acqua. La Denka ha invece accumulato ben 50 denunce per inquinamento dell'aria dal 2014 ad oggi!

La causa dunque e' ancora in corso, la Denka ha assunto avvocati, lobbysti, ditte di relazioni pubbliche. Tutto per salvare immagine e denaro.

I tassi di chloroprene nell'aria continuano ad aumentare.

Gli avvocati chiedono che la ditta chiuda. Il signor Taylor e i tredici hanno fatto stampare magliette con la scritta "ONLY 0.2 WILL DO" - e cioe' che ci accontenteremo solo del valore 0.2 microgrammi per metro cubo, il valore standard fissato dall'EPA e dal programma IRIS.

Gli inquinatori insistono che non ci sono danni alla salute, all'ambiente, alle persone e i soliti bla bla che solo chi siede dietro una scintillante scrivania a decine di chilometri di distanza puo' dire, perche' non sono ne i polmoni suoi ne dei suoi figli.

Hanno pure chiesto che IRIS modifichi la sua linea guida di 0.2 microgrammi per metro cubo.

Robert Taylor non molla. 

Dice che l'ingiustizia e' cosi grave che non puo' restare in silenzio. Non puo' in coscienza sua lasciare che la sua comunita' continui ad essere avvelenata.