St Helena Island, South Carolina, USA
In tanti che vivono su questa isola sono dicendenti di schiavi africani, liberati o fuggiti, che hanno creato i loro campi agricoli, con canne da zucchero, arachidi e pesca. E vivendo su una isola hanno conservato piu' o meno intatte tanti tradizioni di generazioni fa. Il nome di questa comuntita' e'
Gullah Geechee.
Ma c'e' qualcosa che adesso impedisce il loro stile di vita di continuare: i cambiamenti climatici.
I Gullah Geechee erano esperti in coltivazione di riso in zona costali e in sistemi di irrigazione. Dopo la fine della guerra civile americana, nel 1865, il generale William Sherman established assegno' 400mila acri di terreno fra South Carolina e Florida a famiglie di schiavi liberati, circa 40 acri a famiglia. Per lo piu' erano isole o zone difficili da raggiungere. Tutta la zona e' nota ancora oggi come Gullah Geechee Corridor e chi vive qui per il 90% e' ancora discendente di quegli schiavi liberati tanti anni fa.
Il primo ponte a collegare St. Helena Island con la madre terra arrivo' solo nel 1939.
La loro religione unisce elementi di cristianita' con elementi tradizionali di origine africana. Pure la lingua che parlano e' un misto di inglese, creolo, dialetti africani, creando un ritmo creolo del tutto unico. Spicca il rispetto per la natura, tramandato lungo le generazioni soprattutto per necessita' - risparmio, riuso, vivere nel rispetto dei ritmi naturali con pesca e agricoltura rende piu' facile la sopravvivenza su una isola. Ancora adesso in molti usano le verdure dei loro orticelli e i pesci che pescano da soli.
Per molti anni i Gullah Geechee sono stati visti un po come arretrati, per mancanza di istruzione, per il loro modo di vivere poco moderno e per essere discendenti di schiavi.
Oggi, arrivano i cambiamenti climatici.
L'aumento dei livelli del mare, l'erosione dovuta alla salinita' mette a rischio la loro sopravvivenza, la loro pesca e loro agricoltura.
Un ingrediente fondamentale per la cucina locale per esempio sono i gamberetti, le vongole e le ostriche. Ma a causa dei cambiamenti nella temperatura del mare e della salita' questi ingredienti sono sempre piu' rari.
Ancora piu' grave e' la perdita di terreno e la subsidenza collegata all'erosione che portano via spiagge e ingoiano lagune. Gli uragani sono diventati piu' potenti, piu' distruttuvi, piu' pericolosi, piu' frequenti. E cosi pure gli allagamenti che accadono sempre piu' spesso. Le piogge torrenziali sempre piu' spesso impediscono l'accesso ai ponti, e distruggono le colture. A volte le strade sono inaccessibili e tutto si ferma. Nelle zone piu' turistiche questi ritmi piu' violenti hanno portato a perdite di visite ed economiche.
Le foreste sono in pericolo, perche' invase da parassiti che prima non c'erano qui, fra cui i coleotteri di pino che hanno devastato gli alberi, attaccando in particolari quelli piu' deboli a causa della perdita di acqua dolce assorbita dalle radici.
Una delle isole piu' colpite e' Sapelo, al confine con la Georgia.
E' una delle isole da cui e' iniziata l'ecologia moderna, intesa come studio dei sistemi biologici e naturali viventi, come fondata da Eugene Odom. Oggi non ci abita quasi piu' nessuno, ed e' essenzialmente usata, per il 97% del territorio, a scopi di ricerca scientifica, con centri universitari. C'e' pure un po di turismo, il restante 3% e' nelle mani dei Gullah Geechee.
A Sapelo l'erba nativa delle paludi, la Spartina alterniflora e' in calo del 30% dal 1984 ad oggi. Una enorme perdita di natura, ma anche di protezione da allagamenti e uragani, che infatti non a caso oggi causano piu' danni di allora.
Secondo varie previsioni i livelli del mare si innalzeranno di circa quindici centimetri nei prossimi cinquanta anni, in questa zona ma a Sapelo la conta e' gia' iniziata, con maree elevate, piogge estreme e "king tides", ondate giganti, prima mai viste ed ora sempre piu' frequenti, specie in fase di luna piena.
E poi c'e' un nuovo fenomeno, quello del blue sky flooding: allagamenti improvvisi che accadono anche in giorni di sole e di cielo di azzurro, di acqua che arriva dal mare senza che il cielo sia in tempesta. Prima accadeva ogni 4-5 volte l'anno; adesso siamo a 30-40 volte l'anno. E' il mare che si prende, pian piano, l'isola.
I pochi Gullah Geechee rimasti non hanno altra soluzione se non andarsene, ed infatti specie i piu' giovani vanno via per studiare o per cercare orizzonti piu' ampi e non tornano piu'.
Ci sono un po di iniziative, fra cui l'idea di coltivare orti comuni e produrre prodotti tipici, fra cui miele, zucchero, piselli rossi e fagioli rossi, alcune varieta' arrivate fin dall'Africa tanti tanti anni fa/ L'idea e' di vendere poi questi prodotti sulla terra ferma. Ma e' una lotta contro il tempo.
A Sapelo sono rimasti in 29.
Sono tutti certi che prima o poi dovranno andarsene.
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