The impact of falling oil prices on global upstream development spend has been enormous. Companies have responded to the fall by deferring or canceling
projects in virtually every oil-producing country.
Le notizie non sono rosee, neanche per questo secondo quarto del 2016. Per i petrolieri, si intende.
Iniziamo con la Total: i profitti sono calati del 30% per il secondo quarto dell'anno 2016 rispetto al 2015, che era anche quello anno di crisi. Per cercare di addolcire la pillola cercano di tagliare costi e personale.
Non e' messa meglio la Shell che invece non raggiunge gli obiettivi e resta di 1 miliardo di dollari al di sotto dei ricavati previsti. Hanno perso uno strabilitante 72% di profitti rispetto al 2015, a causa dei bassi prezzi del petrolio e azioni speculative nel comprare ed incorporare altre ditte minori.
Per ogni 10 dollari di abbassamento del prezzo la Shell ha dichiarato di perdere 5 miliardi di dollari.
Tutto torna allora: un anno fa il prezzo era di 55 dollari al barile, oggi siamo a 40.
E quindi, non possono fare altre che tirare fuori la scure dei licenziamenti: altri 12,500 lavoratori se ne torneranno a casa. Pensano anche di vendere alcune attivita' non troppo redditizie, operazione che stimano portera' nelle loro casse circa 30 miliardi di dollari nei prossimi anni di cui 6-8 quest'anno.
La BP e la Statoil pure loro perdono introiti e non riescono a raggiungere gli obiettivi previsti.
E infine la Chevron che secondo il Wall Street Journal vendera' 5 miliardi di operazioni in Asia per racimolare denaro, offshore cinesi per prima. Anche operazioni di geotermia in Indonesia saranno cedute, assieme ad impianti a gas naturale in Thailandia.
Perche' si vendono? Beh, anche qui, per fare cassa. Perche' in Asia? Perche' c'e' maggiore interesse da parte di ditte locali e nazionali a comprare e perche' i campi qui sono spesso gia' vecchi e poco redditizi. Come le sue petrol-amiche anche la Chevron ha riportato 1.5 miliardi di dollari di perdite per il secondo quarto del 2016. A quetse vanno da aggiungersi altre perdite di 2.8 miliardi.
Taglieranno il 12% della forza lavoro: 8,000 persone a casa.
Negli USA, tutte insieme, le ditte del petrolio hanno perso il 26% della forza lavoro in un anno e mezzo.
Il risultato di tutte queste perdite di introiti, posti di lavoro, profitti e' che ben un trillione di dollari (cioe mille miliardi) verranno in totale tagliati dalle operazioni di ricerca e sviluppo. Cioe' sono un trillione di meno per cercare e commercializzare altra monnezza.
E un trillione di motivi in piu' per ben sperare in un futuro fatto sempre meno di petrolio e sempre piu di sole.
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