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Wednesday, February 20, 2019

Le isole Maldive finalmente salve dalle trivelle






No, non e' fantascienza. Per sei anni le Maldive sotto lo scellerato
presidente Abdulla Yameen Abdul Gayoom
hanno esguito airgun e cercato di bucare il mare.

Oggi, Abdulla Yameen Abdul Gayoom, e' stato arrestato 
per reciclaggio di denaro sporco.

I protagonisti della storia:

L'ex ministro della pesca delle Maldive, pro-trivelle Mohamed Shainee.
2013-2018

Zaha Waheed, il ministro della pesca attuale che esclude 
qualsiasi opera petrolifera nell'arcipelago
2018-presente


Il presidente uscente, Abdulla Yameen Abdul Gayoom
pro-trivelle nelle isole Maldive sotto cui venne eseguito airgun per cercare petrolio
2013-2018

Il neo presidente eletto nel Novembre 2018
 Ibrahim Mohamed Solih, contro le trivelle

2018-presente

Ecco.

Quando pensi che non ci possano essere angoli del pianeta in cui possa arrivare la follia umana, ti sorprendono sempre.

Le Maldive e i coralli che le circondano hanno fatto del turismo il loro punto di forza: ogni anno circa 1.2 milioni di persone visitano questo paradiso terrestre e il petrolio e' l'ultima cosa a cui uno associa a questo atollo meraviglioso.

Il 90% dell'economia locale e' dovuto al turismo.

E invece.

Invece c'e' chi ha complottato, e' proprio il caso di dirlo!, per trivellare pure qui.

E' stato infatti il precedente ministro della pesca (ma pensa!)  Mohamed Shainee a portare avanti questa idea sotto gli auspici del presidente uscente Abdulla Yameen. Quindi, mica i cattivi della Shell o dell'ENI! No, proprio uno del governo delle Maldive.

Trovare petrolio e' stato infatti uno degli obiettivi principali delle Maldive sotto Yameen che ha cessato per fortuna di essere presidente il giorno 17 Novembre 2018.

Sotto di lui, il mare era gia' stato lottizzato, erano stati invitati gruppi internazionali, dalla Cina alla Germania, dal Regno Unito all'India ad aiutarli ad "esplorare".

Si erano presentati in... 200 imprese a sentire da Shainee cosa si poteva trivellare nelle Maldive!

E cosi, le prime operazioni di ispezioni sismiche erano iniziate nel 2014.  Non hanno avuto remore i nostri amici delle Maldive, e anzi non si erano nemmeno nascosti dietro l'alibi della "conoscenza scientifica".

Shainee, l'allora ministro della pesca, aveva detto: "Se troviamo petrolio a sufficenza, inziamo subito". Aveva pure detto che le operazioni di airgun nel 2014 avevano portato alla scoperta di coralli nelle acque fredde delle isole Laamu e Thaa che questi coralli sono un buon indicatore della presenza di petrolio e gas!

A disegnare e rilasciare concessioni petrolifere, a coordinare airgun prima, e le trivelle poi, sarebbe stata la Maldives National Oil Company (MNOC)  su mandato del presidente stesso, Abdulla Yameen.

I coralli delle Maldive sono i settimi piu' grandi del mondo, con 250 specie diverse. Sono gia' minacciati dai cambiamenti climatici, e ovviamente residenti ed attivisti si erano preoccupati peri danni incalcolabili che una perdita, per quanto piccola, di petrolio avrebbe portato all'habitat locale - delfini, tartarughe, pesci, natura e turismo  - e al modo di vivere sull'isola.


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Ma come si e' arrivati fin qui?

Nel 1965 questo arcipelago di mille isole diventa indipendente: dalla corona del Regno Unito passano a diventare un Sultanato Islamico.
Una delegazione delle Nazioni Unite visita l'arcipelago e decreta che queste terre non sono adeguate per il turismo: manca acqua, elettricita' infrastruttura. Ma per la bellezza del posto, per il passaparola dei visitatori, e per la caparbieta' dei residenti, inizia piano piano il flusso dei turisti che incrementera' di ano in anno. Oggi ci sono un milioni di visite l'anno con oltre 100 resort di lusso, e con un terzo dell'economia dipendente dal turismo. Seconda in classifica la pesca.

Le isole vengono pure esplorate alla ricerca di petrolio e gas fra il 1968 ed il 1978 dalla Elf Aquitaine di Francia che non trovo' niente di appetibile e se ne' ando'. Idem nel 1991 con la Royal Dutch Shell.

Nel 1978 arriva il presidente Maumoon Abdul Gayoom che governera' con un pugno di ferro per 30 anni.

Nel 2008 arriva sulla scena il giovane ed energico Mohamed Nasheed, che aveva studiato nel Regno Unito, con idee moderne e innamorato dell'ambiente, con un passato di giornalista, pro-democrazia e addirittura torturato in gioventu' per il suo attivismo.

Vince le elezioni presidenziali e porta avanti una forte campagna ambientale.

Anzi, nel 2012 fa della lotta e della sensibilizzazione ai cambiamenti climatici la sua missione, presentando idee e progetti per tagliare le emissioni presso l'ONU, riconoscendo che se non si faceva niente, le sue isole sarebbero scomparse. Addirittura fa tenere una riunione parlamentare sottacqua per portare attenzione mondiale al problema.

Viene dipinto come anti-islamico e anti-patriottico.

Arriva quello che lui definisce un colpo di stato, ci sono nuove elezioni, e la presidenza torna alla famiglia di Maumoon Abdul Gayoom per la precisione a suo fratello Abdulla Yameen.

Sono  elezioni contestate e Nasheed perde per poco.

Ed e' appunto questo Abdulla Yameen che ha ben deciso di andare avanti con le trivelle e l'airgun nel suo paese, fragile e dal futuro incerto.

I livelli del mare sono qui cresciuti di 20cm dal 1880, e cioe' da quando hanno iniziato a tenere il conto.
 
Nasheed il progressista aveva cercato di tenere il tema in piena attenzione, mondiale e locale. E ci era riuscito. Ma Yameen non ne vuole sentire, accusa il suo ambientalista-rivale di essere anti-islamico e di ambiente non si parla. Basti solo pensare che l'odio era cosi forte che Yameen fece tagliare gli alberi piantati da Nasheed. Nasheed parlava di trasformare le Maldive in un'arcipelago a bilancio CO2 zero; Yameen invita le trivelle fra i coralli.  
Le isole continuano ad andare incontro all'erosione e soffrono per la mancanza di acqua, i campi sono aridi; il 90% del cibo e' importato.  Nasheed dice di temere l'Islam radicale che non crede alla scienza.

Ma perche' trivellare se gli studi della Elf Aquitaine non avevano trovato niente? Beh, perche' secondo Yameen e il suo ministro della pesca Shainee, gli studi sono vecchi e a quel tempo la tecnologia non era ancora troppo sofisticata. Anzi, siccome India e Sri Lanka avevano trovato "importanti" giacimenti, poteva essere che anche nelle Maldive ci siano riserve considerevoli.

Il petrolio avrebbe portato a "diversificare l'economia". Certo, un po di trivelle, un po di turismo, come se le due cose fossero compatibili!

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Ma di tutta questa follia, per fortuna non se ne fa niente.

Alla fine del 2018 ci sono nuove elezioni e a sorpresa vince lo sfidante, Ibrahim Mohamed Solih.

Alla pesca arriva un nuovo ministro, Zaha Waheed che proprio in questi giorni dice che non e' possibile estrarre petrolio e gas dalle Maldive, in barba a Abdulla Yameen e al suo ministro della pesca, Mohamed Shainee.

Cosa dice Zaha Waheed? 

Dice quello che dice il buon senso: che trivellera' portera' a effetti negativi sull'ambiente, sul turismo, sul mare, sulla natura e sulla pesca, e che il governo attuale non fara' alcuna azione per promuovere la ricerca o l'estrazione di petrolio. 

Cosi' finirono i petrol-sogni delle Maldive.

Proprio oggi, 20 Febbraio 2019 Abdulla Yameen Abdul Gayoom, questo il suo nome per intero, il petrol-presidente delle Maldive e' stato arrestato per reciclaggio di denaro sporco.

Il Karma, eh?


 










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