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Monday, February 18, 2019

Jacopo Fo e le pagliacciate ENI in CuoreBasilicata








 Jacopo Fo

Com'era quel detto?
Vai con lo zoppo e impara a zoppicare?

Oppure:
Dimmi con chi vai e ti diro' chi sei?

Sono pensieri che credo vengano alla mente di chiunque legga di persone, piu' o meno famose, che si associano o lavorano con ENI, la nostra petrol-ditta nazionale. Come si puo' infatti prestare la propria voce, il proprio talento, la propria coscienza a chi nel corso degli anni ha seminato distruzione di ambiente e di democrazia in mezzo mondo, dalla Basilicata, in Italia, fino alla Nigeria in Africa?

Pensieri che si possono tutti raccogliere in "ma non si vergognano"?

Davvero non possono trovare altre iniziative piu' come dire, moralmente pulite?

Si era partiti da Rocco Papaleo, passando per Jovanotti, e ora siamo arrivati a Jacopo Fo, figlio dei piu' noti Dario Fo e Franca Rame, il quale partecipa al progetto CuoreBasilicata dell'ENI, che durera' fino al 2020. 

CuoreBasilicata viene definito cosi:

"frutto del lavoro di ricerca artistica e culturale di Jacopo Fo srl (Gruppo Atlantide), realizzato con il sostegno di Eni e l’attiva partecipazione dei comuni coinvolti, delle associazioni, delle scuole, dei media". 

Ma cos'e' questo CuoreBasilicata? E' un progetto che coinvolge 11 Comuni che rappresentano il "cuore" della Basilicata: Calvello, Grumento Nova, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Moliterno, Montemurro, Paterno, Sarconi, Spinoso, Tramutola, Viggiano.

Leggi :il cuore della Basilicata al petrolio!

Perche' infatti non c'e' Matera per dirne una, o non c'e' Maratea, al mare?

Ovviamente l'ENI e' alla ricerca disperata di eventi per crearsi una qualche immagine positiva, dati gli scandali, la corruzione, l'inquimamento, lo schifo planetario e quindi ecco una nuova pagliacciata.

Secondo i nostri (illusi!) eroi, CuoreBasilicata contribuirà al (ri)lancio dell’area a "livello nazionale" e "internazionale" (addirittura!) , attraverso lo sviluppo e la valorizzazione delle sue "grandissime potenzialità" culturali, storiche, paesaggistiche, agricole, artigianali.

Ma ... come possono tutte queste cose competere con la puzza di idrogeno solforato? Con i riversamenti periodici di petrolio nei campi? Con le fiammate periodiche? Con la bruttezza del cuore metallico nella valle delle vigne, e cioe' il Centro Oli di Viggiano?

Qualcuno si e' mai chiesto *perche'* l'area non ha mai visto pienamente sviluppate le sue "grandissime potenzialita'?" Forse perche' nel CuoreViggiano c'e' un mostro sputa fiamme e sputa puzza? 

Jacopo Fo incurante di tutto cio', e probabilmente seduto in qualche asettico ufficio lontano dalla Val D'Agri al sapore di zolfo, si presta al gioco.

Dice che:

“Il nostro intervento è come sempre orientato a realizzare iniziative non per, ma con le persone che vivono nel territorio. Abbiamo un bagaglio di esperienze, conoscenze e contatti  che possono essere messi a disposizione di quanti vogliono realizzare o sviluppare iniziative artistiche, culturali e anche di promozione di prodotti tipici agricoli e artigianali. I primi passi saranno la selezione e la formazione di un gruppo di persone che risiedono nei Comuni interessati che costituiranno il Gruppo di Animazione Territoriale che lavorerà assieme a noi, alle amministrazioni, alle associazioni, alle scuole, in questa direzione. Entro quest’anno realizzeremo anche, in collaborazione con i Comuni, il sito di CuoreBasilicata in italiano e in inglese ed un sistema di social media che serva a far conoscere ed apprezzare le eccellenze di questo territorio”.
 
Tutto nobilissimo certo, ma quando uno scopre che il solo motivo per cui l'area e'  morente da un punto di vista ambientale, occupazionale, e di speranzosita' e' l'ENI che al contempo finanzia questo progetto, tutta la credibilita' di Jacopo Fo finisce nel fondo di un pozzo petrolifero.

Dal canto suo, il rappresentante dell'ENI, tale Walter Rizzi, responsabile dei progetti speciali in Val D'Agri, dice che CuoreBasilicata e'una ulteriore conferma dell'impegno dell'ENI affinche la Val D'Agri (da lei stessa devastata se uno la vuole proprio dire tutta!) possa sviluppare "armoniosamente"  iniziative artistiche e culturali, "attingendo alle idee ed alle energie dei giovani".

Come dire, il lupo che si offre volontario a proteggere gli agnelli!

Cosa c'e' di armonioso in quel mostro metallico fra le vigne? In quei barili e barili di petrolio che hanno inquinato le faglie della Val D'Agri? In quella puzza quotidiana?

Come fa Jacopo Fo a non saperlo?
O forse non vuole saperlo?

Quanto e' costata questa operazione all'ENI?

Ma tranquilli, cari amici dell'ENI, Walter Rizzi, e Jacopo Fo, non ci crede piu' nessuno a queste panzane. Lo sanno tutti che la Val D'Agri e' stata distrutta dalle vostre trivelle.

Chissa se Franca Rame e Dario Fo avrebbero approvato.
Qualcosa mi fa sospettare di no.

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