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Friday, October 13, 2017

La Chevron rinuncia a trivellare la riserva delle balene in Australia










Anche la Chevron si ritira da questo malsano progetto.

Dopo la BP nel 2016, la Chevron ha annunciato oggi 12 Ottobre 2017 che non trivellera' la Great Australian Bight nonostante il suo alto potenziale petrolifero e a causa della forte opposizione a livello mondiale.

Siamo nel sud dell'Australia e qui la Chevron ha la bellezza di 32,000 chilometri quadrati di mare. Avevano comprato le licenze nel 2013 spendendo centinaia di milioni di dollari per cercare di andare avanti con le trivelle.

Ci sono qui mari pristini, 36 specie diverse di balene e di delfini che la considerano casa, una enorme biodiversita' con ripopolamento vivace di pesci e altri specie marine.

La Chevron segue l'esempio della BP che aveva provato a trivellare qui per anni. Ben tre volte hanno sottomesso progetti petroliferi, e altrettante volte sono stati bocciati perche' sette degli otto requisiti imposti dal governo australiano sulla sicurezza in caso di incidenti non erano stati soddisfatti.

La BP aveva speso 1.4 miliardi di dollari rincorrendo le trivelle mai realizzate.

L'ente australiano che regolamente le trivelle in mare in Australia si chiama National Offshore Petroleum Safety and Environmental Agency che viene abbreviato in Nopsema.  La Chevron neanche ha presentato progetti, e si e' ritirata prima, chissa', dopo l'esempio della BP si sara' resa conto che era meglio risparmiare soldi e carta nel chiedere questi permessi trivellanti, visto che e' impossibile veramente pensare di trivellare questi mari azzurri e non causare nessun rischio.

Dal canto suo la Chevron dice che la sua decisione non ha niente a che vedere con permessi, regole, preoccupuazioni per l'ambiente, e' solo che e' una decisione "puramente commerciale" e che hanno altri progetti piu' appetibili altrove.

La volpe che non arriva all'uva.

Dicono pero' che potrebbero vendere le proprie concessioni a parti terze, e anzi, il capo della Chevron Australia, Nigel Hearne, dice di essere "confident" che la Great Australian Bight si puo' trivellare in tutta sicurezza e con grande responsabilita'. Dicono che lavoreranno con tutti i portatori di interesse affinche' il suo pieno potenziale venga raggiunto.

E infatti, la BP dopo avere rinunciato un anno fa allo stesso tipo di progetto ha venduto le sue licenze alla norvegese Statoil che dice -- dice -- di volere trivellare un pozzo esplorativo entro il 2019.

La cosa interessante e' che dopo tutte le bocciature, la BP sta ancora pagando 500mila dollari AL GIORNO per la manutenzione dell'equipaggiamento che aveva prepararato per trivellare the Great Australian Bight e che ora in attesa di tempi migliori.

Dal canto loro, l'associazione nazionale di petrolieri di Australia, detta Australian Petroleum Production and Exploration Association, dice di essere delusa perche' le trivelle della Chevron avrebbero potuto alleviare la dipendenza energetica del paese dall'estero.

Oh certo. Ma ... il petrolio estratto, secondo tutti gli esperti e gli analisti della zona si sa, sarebbe finito in Asia per essere raffinato e poi commercializzato, visto che geograficamente e' piu' facile.

Ad ogni modo e' un altra vittoria per la difesa dell'ambiente, comunque la si veda e anche perche' l'indignazione mondiale era stata forte, sia contro la BP che contro la Chevron.  A protestare sono stati in tanti.

E ora, queste proteste, ne sono certa, si volgeranno contro la Statoil. Se sono intelligenti se ne andranno anche loro.










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