Le scrivo queste poche righe perché sono veramente amareggiato per come Lei, in qualità di Ministro dell’Ambiente, sta affrontando la questione referendaria.
Dalle sue interviste Lei dichiara che vede molta disinformazione su questo tema. Su questo posso anche essere d’accordo; tuttavia, Lei sicuramente non contribuisce a dirimere queste perplessità: anzi, non entrando nel merito della questione e gridando slogan strumentali solo a fini politici, aumenta ancor di più la confusione.
Lei dichiara: “Questa consultazione è ideologica”.
Bene, non potrebbe essere altrimenti. Dietro i tecnicismi dell’unico quesito che gli italiani troveranno sulla scheda elettorale, si cela un dibattito che coinvolge il futuro modello di sviluppo del nostro Paese:-
Meglio continuare a sfruttare quel poco di gas e petrolio che abbiamo, o meglio investire in energie rinnovabili ?
Chi ha voluto che questa consultazione diventasse ideologica ? Lei sa benissimo che il Suo Governo ha fatto di tutto per affossare il referendum. Le ricordo solo l’ultima manovra: non aver legato i referendum alle prossime elezioni con la scusa di “salvaguardare il diritto all’astensione”. Avete praticamente considerato i Cittadini come degli idioti incapaci di capire che, per salvaguardare il proprio diritto all’astensione, avrebbero potuto tranquillamente rifiutare la scheda referendaria e votare solamente alle elezioni.
Ancora più meschino (mi scusi il termine) che Lei come i membri del Suo governo, dopo aver deciso di destinare due date diverse per le elezioni ed il referendum PONTIFICHIATE che si stanno perdendo 400 milioni di euro che potevano servire per gli asili nido.
Chi ha preteso ciò ? Non certo i no-triv che auspicavano che il referendum si sarebbe potuto svolgere a Maggio insieme alle elezioni in modo da avere più tempo per eliminare quella disinformazione che Lei stesso ha notato.
Ma entriamo nel merito della questione. Lei dichiara che:
“dati scientifici che provano che le trivelle fanno male alla costa non ce ne sono”.
Bene, forse è il caso di ricordarLe che l’attenzione per queste problematiche relative alla sicurezza di questi impianti deve essere sempre alta e costante. Vero è che dopo il disastro della Piper Alpha1 (la Piper Alpha era una piattaforma petrolifera che operava nel Mare del Nord, divenne tristemente nota il 6 luglio del 1988, in quanto in seguito ad un’esplosione morirono 167 persone) gli standard di sicurezza internazionali sono stati modificati, purtroppo episodi di tal genere si sono ripetuti.
Si cita la violentissima esplosione della piattaforma di trivellazione americana Odyssey al largo della costa orientale del Canada, nel novembre 1988, l’incidente provocò lo sversamento in mare di circa 132 mila tonnellate di petrolio. Lo scoppio, avvenuto il 21 agosto del 2009, della piattaforma Montara, situata al largo della costa settentrionale dell’Australia occidentale, con conseguente fuoriuscita di greggio per ben 74 giorni. Il Dipartimento delle Risorse, Energia e Turismo Australiano stimò che le perdite erano state di circa 2000 barili (320 mc)/giorno).
Continiuamo con l’inclinazione di 45° della piattaforma petrolifera di proprietà della società cinese Shengli Oifield, nel settembre 2010, nella baia di Bohai, nell'est della Cina (dei 36 operai, due dispersi). La fuoriuscita di petrolio, nel giugno 2010, da una piattaforma petrolifera situata nel mar Rosso presso Geisum, gestita dalla Geisum Oil Company, una sussidiaria della Egyptian General Petroelum Corporation. Il recente affondamento della piattaforma petrolifera Kolskaya del dicembre 2011 al largo dell’isola di Sakhalin nell’estremo oriente russo appartenente ad una società riconducibile alla Gazprom (53 morti). Lo sventato disastro ambientale della piattaforma petrolifera Kuluk di proprietà della Shell, in Alaska nel gennaio 2013. Questi recenti incidenti sono solo una piccola parte dei drammatici episodi avvenuti. L’elenco, come Lei stesso sa, potrebbe continuare ancora a lungo.
Come è possibile che in qualità di Ministro dell’Ambiente abbia potuto fare simili affermazioni ?
In proposito mi permetto di ricordarLe che non c’è bisogno di tanta scienza per capire che il Mediterraneo è un mare chiuso e che eventi di tal genere potrebbero essere amplificati da tale situazione.
A tal proposito, Le rammento anche che, in barba alle presunte stringenti normative sulla sicurezza adottate, mentre nel mondo il numero degli incidenti, relativi agli sversamenti di idrocarburi, dal 1970 al 2010 sembrerebbe in diminuzione, seppur la quantità di petrolio sversato, purtroppo, non segua questo trend (vedi fig 3.5, fonte dati ITOPF); nel Mediterraneo è invece in costante aumento (vedi fig 3.8, fonte dati REMPEC).
Queste informazioni non sono frutto di un complotto ordito da un covo di ambientalisti, ma dati scientifici forniti da organismi internazionali che sono stati ripresi dall’ISPRA nel rapporto n. 149(2011 “Sversamenti di prodotti petroliferi: sicurezza e controllo nel trasporto marittimo”. Nel documento, lo stesso ISPRA sottolinea che gli incidenti che hanno coinvolto le piattaforme di estrazione del greggio sono, purtroppo, “ben più gravi” rispetto a tutti gli altri.
L’ISPRA, un Istituto che Lei, in qualità di ministro dell’Ambiente, dovrebbe ben conoscere.
A parere dello scrivente, escludere o minimizzare tale situazione dimostra quanto meno un atteggiamento esageratamente ottimista.
Ed adesso veniamo ai presunti posti di lavoro a rischio.
Con la vittoria del Si, Lei come altri membri del Suo Governo sostiene che sono a rischio ben 10.000 posti di lavoro (attualmente qualcuno del Suo Governo dice 11.000).
Ehhh???
Ma non scherziamo, Lei sa benissimo, o almeno dovrebbe sapere, che l’art 9 comma 8 della legge 9/1991 prevede che al fine di completare lo sfruttamento del giacimento al concessionario, oltre alla proroga decennale, possono essere concesse una o più proroghe di cinque anni ciascuna (non viene specificato il numero di proroghe – ndr) se ha eseguito i programmi di coltivazione e se ha adempiuto a tutti gli obblighi derivanti dalla concessione o dalle proroghe.
Il quesito referendario se raggiungerà il quorum abrogherà soltanto l’art 6, comma 17, terzo periodo, del D.lgs. 152/2006, ma non l’articolo sopracitato. Di conseguenza dipenderà esclusivamente dal MISE rilasciare una o più proroghe di cinque anni ciascuna al titolare della concessione. Tutto ciò a condizione che il titolare abbia adempiuto agli obblighi derivanti dal Decreto di Concessione o dal Decreto di proroga.
Quindi, tutte le Società che avranno fatto il loro dovere ed avranno agito correttamente, non avranno motivo di paventare la perdita di posti di lavoro.
Se vincerà il SI dovranno necessariamente aumentare i controlli e renderli più stringenti (almeno si spera - ndr); se il referendum fallirà, i controlli potranno essere allentati.
Se vincerà il Si potranno andare avanti le Società che avranno rispettato il Decreto di Concessione o di Proroga (ripetiamo: almeno si spera); se vincerà il NO potrete tranquillamente rilasciare le proroghe di Concessione come il Suo Governo sta attualmente facendo.
Cito ad esempio il caso di VEGA B, per cui il Suo governo, tramite il MISE, ha rilasciato la proroga della Concessione alla EDISON, permettendole di realizzare una seconda piattaforma, all’interno dei limiti delle dodici miglia da un’area protetta, ben sapendo che quest’ultima doveva essere realizzata in regime di concessione e non di proroga.
Lei sa benissimo che i 10.000 posti di lavori a rischio sono una bufala, e se non lo sa, se lo faccia dire dall’ex Ministro GUIDI, la quale dovrebbe sapere che il referendum, forse, potrà servire ad aumentare i controlli e nient’altro.
Non spetta certamente a me giudicare se Lei sia un politico capace o l’ultimo ad aver occupato in modo approssimativo e mediocre questo Dicastero.
Posso soltanto dire che, considerati i saggi interventi del Suo primo periodo di insediamento, da Lei mi sarei aspettato di più.
Visto le molte critiche che ha ricevuto, converrà con me, che non sono certamente la sola persona che Lei ha profondamente deluso.
Cordialmente.
Mike il Cavaliere
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