L'impianto inaugurato il 21 Agosto 2015
Se dovesse andare bene, una piattaforma senza petrolio,
ma solo per sfruttare le correnti oceaniche
“The ocean is the world’s largest battery.
Sunlight is stored in the
surface layer of the ocean,
and we are collecting all this solar energy”
Duke Hartman, Makai - Hawaii
"Today marks the launch of the world’s largest operational
ocean thermal power plant. This plant provides
a much-needed test bed to commercialize
ocean thermal power plant. This plant provides
a much-needed test bed to commercialize
ocean thermal energy conversion
technology
and bolster innovation, and it serves as a stepping stone
to larger plants that will provide meaningful
and bolster innovation, and it serves as a stepping stone
to larger plants that will provide meaningful
amounts of stable, clean
power to Hawaii and other locations
in Asia Pacific such as Okinawa in
the near future.”
Il visionario governatore delle Hawaii, David Ige
Ecco, qui. Il primo impianto di conversione di energia termica dall'oceano.
La tecnica si chiama Ocean Thermal Energy Conversion (OTEC) e alle Hawaii in questi giorni hanno inaugurato il primo impianto al mondo a sfruttare questa tecnica.
Fondamentalmente, il processo che si applica che produrre elettricita' e' quello di sfruttare la differenza di temperatura fra gli strati superficiali dell'acqua (caldi) e quelli in profondita' (freddi).
Funziona cosi: l'acqua calda, a circa 25 gradi Celsius e da circa 20 metri di profondita' viene mandata a vaporizzare l'ammonia che bolle a temperatura ambiente. La pressione di questo gas alimenta una turbina ed ecco qui l'elettricita'. L'acqua fredda viene poi usata per raffreddare questa ammonia cosicche la si possa usare di nuovo.
La ditta che ha realizzato l'impianto, Makai Ocean Engineering assieme alla Marina USA e all'Istituto dell'Energia Naturale della Hawaii (si hanno anche questo!), spiega che non c'e' bisogno di impianti di stoccaggio dell'energia, perche' le differenze di temperatura sono presenti sia di giorno che di notte e che quindi l'energia puo' essere estratta quando lo si vuole.
L'impianto della Makai si trova sulla Big Island delle Hawaii, vicino a Kona, e per ora e' semi-sperimentale, nel senso che riesce ad alimentare solo 120 case ed e' la prima volta che viene veramente usata. Si vedranno adesso se e quali siano problemi, e come fare per migliorare. Ma la Marina USA e' interessata ad usare questa tecnologia su grande scala.
Un impianto piu' grande e' previsto per il Giappone, sull'isola di Kyushu. Anche il Brasile, Sri Lanka e le Maldive sono interessate.
Il progetto e' onshore, ma se le cose dovessero andare bene, si pensa di mettere queste "piattaforme"
a mare, e non per fare buchi, ma per usare quello che l'oceano ci da gratis, senza emissioni di CO2 in atmosfera e come detto, 24 ore su 24. Come sempre niente nasce a caso, e dietro a Makai ci sono anni ed anni di investimenti, di tentativi, di ottimizzazione.
Ovviamente tutto questo puo' andare bene per le Hawaii e per altri posti dove ci sono zone tropicali con oceani profondi e con grandi dislivelli di temperatura. Non credo che funzionerebbe altrettanto bene per l'Adriatico, per esempio. Ma l'idea di base e' che le soluzioni ci sono -- che sia il mare, che sia il sole, che sia il vento. Basta solo usare il cervello e volerlo.
Non e' che siamo condannati per forza e per sempre a tirare fuori melma dal sottosuolo.
No comments:
Post a Comment