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Monday, December 8, 2014

Trivelle Repsol alle isole Canarie



 I blocchi petroliferi sono in grigio a destra.
Fuerteventura e Lanzarote - isole Canarie.

... e un po piu' in la le trivelle Australiane della Cairn Energy.
Evviva!









Proteste di Greenpeace

Antonio Brufau, il capo della Repsol - tuttapposto.



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Finalmente oggi 16 Gennaio 2015 la Repsol annuncia che le concessioni esaminate sono sterili.

Hanno dichiarato infatti che dopo due mesi di indagini, dopo essere arrivati a 3000 metri sotto il livello del mare, e con il lavoro di 750 persone, hanno trovato petrolio e gas ma che le quantita' presenti sono cosi poche che non ne vale la pena di andare avanti. 

 Adesso sigilleranno i pozzi con "i piu' severi protocolli di sicurezza"  e si sposteranno piu' a sud, nel vicino campo di Chirimoya.

La partita non e' chiusa dunque 


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Il 75% dei residenti delle Canarie ha detto no.


E cosi' le trivelle sono arrivate anche nei pressi delle isole Canarie. Il giorno 18 Novembre 2014 infatti sono iniziate esplorazioni petrolifere al largo di alcune delle isole vacanziere piu famose del mondo e questo nonostante le ripetute ed appassionate proteste di residenti, amanti del mare e della politica locale. Chi vive alle Canarie infatti - circa 2.2 milioni di persone - non ne vuole sentire di airgun, petrolio e rifiuti petroliferi - e a buona ragione!


La Repsol, ditta spagnola petrolifera, e' a capo del consorzio responsabile delle indagini petrolifere che continueranno per i prossimi quattro mesi al largo delle isole Lanzarote e Fuerteventura, nell'arcipelago delle Canarie. Si tratta di un area vastissima e di vari blocchi petroliferi. Oltre alla Repsol, che possiede meta' del consorzio, c'e' l'australiana Woodside, che detiene il 30% dello stesso consorzio e la tedesca RWE a cui e' intestato il rimanente 20%. In questa prima fase di ispezioni sismiche, detta operazione "Sandia", la Repsol fara' tutto da sola. Seguiranno forse altre indagini, secondo i progetti Chirimoya e Zanahoria.

La Repsol da un lato stima che -- se troveranno petrolio -- questo bastera' a copire un decimo del fabbisogno nazionale spagnolo, ma allo stesso tempo, stimano che le probabilita' di successo siano fra il dodici ed il venti percento!

La questione ha creato forti tensioni fra il primo ministro Mariano Rajoy e i politici delle isole Canarie, fra cui il presidente Paulino Rivero, preoccupati per gli effetti sulla flora e sulla fauna del mare, per i pericoli di scoppi e inquinamento a lungo termine, specie visto che l'acqua che si usa alle Canarie e' desalinizzata direttaemente dal mare, e in generale dell'immagine delle loro isole nel resto del mondo.

Vari tentativi di indirre dei referendum a livello locale sono stati ripetutamente bloccati dal governo di Mariano Rajoy, e la Corte Costituzionale di Spagna ha sottoscritto il divieto.  Poi c'e' stata Greenpeace che ha cercato di fare protesta pacifica durante queste esplorazioni petrolifere e la violenta risposta della marina spagnola a creare il trambusto internazionale. Le immagini drammatiche della marina spagnola che sperona la barchetta degli attivisti, spezzando la gamba di una ventitreenne italiana, hanno infatti fatto il giro del mondo.

Ovviamente le promesse, i sogni e i miraggi dei petrolieri sono sempre gli stessi: questo petrolio portera' a investimenti multi-miliardari, si creeranno (addirittura!) 5000 posti di lavoro e che diminuiranno le importazioni dall'estero, un problema importante per la Spagna che importa il 99% del proprio fabbisogno nazionale. Dicono anche che hanno accettato di sottoscrivere un fondo da 20 milioni di euro in caso di problemi all'ambiente e di 40 millioni per responsabilita' civile se qualcosa va storto.

Dimenticano pero' che le trivelle quasi sicuramente distruggeranno il settore del turismo che rappresenta un terzo dell'economia delle Canarie, e che il turismo e' stato uno dei pochi settori della nazione a non aver sofferto la crisi, che la zona e' ricchissima di biodiversita'. Ad esempio, Oceana, nel sorvegliare le aree in cui la Repsol vuole trivellare ha scoperto ben 82 specie marine protette.

E sopratutto dimenticano di dire che la popolazione e' fortemente contraria.

Forse e' per questo che a lungo il governo ha cercato di ostacolare i referendum. Ma alla fine un voto c'e' stato. Era un voto di facciata, nel senso che non e' vincolante, perche' cosi' ha deciso la Corte Costituzionale, ma ugualmente il 23 Novembre 2014 i residenti hanno potuto dire la loro: il 75% dei votanti ha detto no alle trivelle, il 10% che non sa, e solo il 15% che e' favorevole.

Ma tutto questo alla Repsol e al suo CEO Antonio Brufau non interessa: nel caso in cui troveranno petrolio, la Repsol chiedera' di estrarlo.

Canarie o non Canarie.


1 comment:

Emanuela said...

ti lascio questo articolo, di cui non arrivo a cogliere tutte le implicazioni ma... mi fa paura lo stesso

http://www.elblogsalmon.com/economia/el-fracaso-del-fracking-y-la-confiscacion-de-depositos