"We saw dead fish, dead crabs"
"We can't go fishing anymore. It has destroyed our fishing equipment,"
Il 27 Novembre 2014 un altro "incidente" petrolifero in mare, il peggiore di tempi recenti, di cui nessuno ha parlato. Le mangrovie e le lagune del Niger Delta sono coperte di petrolio che spunta da tutte le parti, secondo il giornalista di Reuters che ha visitato l'area.
Il riversamento in mare e' accaduto a circa 8 miglia da riva, dal Trans Niger Pipeline che porta ogni giorno 180,000 barili di petrolio al Bonny Export Terminal, per l'esportazione. Le perdite sono state proprio presso l'Okolo Launch su Bonny Island. Si parla di almeno 3,800 barili di petrolio rilasciati nell'ambiente da una conduttura difettosa, che in teoria era stato sigillata circa un anno fa.
Nel Niger Delta vivono 20 milioni di persone e 40 gruppi etnici diversi. La zona e' ricchissima di biodiversita. Ci sono qui piu' specie acquatiche che in tutto il resto dell'Africa orientale.
Come sempre, la Shell dice che e' colpa dei sabotaggi, come lo sono - sempre secondo la Shell - il 70% delle perdite.
L'assistente manager dell' oleodotto, Jurgen Janzen dice:mangrovie,
“We’ve got thousands of wells in the Delta. We cannot be at all these wells … the footprint is just too big. They come to our wellheads and here you see the consequences. But normally what happens, we do our helicopter overflies in the morning. The barge will have gone, all that we see is a lot of oil around, because they do not really care about the environment, they just want to get the oil as quickly as possible and just get out of there again.”
Cioe' la colpa e' di un altro e loro non possono "essere presenti a tutti i pozzi".
Beh, con 180,000 barili di petrolio al giorno, si puo' assumere piu' personale, no?
Ma, come volevasi dimostrare, nessuno ci crede alle balle della Shell. Anche se i sabotaggi esistono (uno dovrebbe chiedersi perche'? ) Amnesty International ha concluso che la Shell in passato ha ripetutamente mentito, sulle origini, sulle dimensioni e sull'impatto di altre perdite di petrolio nell'ambiente, precisamente quelle del 2008 nella non lontana Bodo, per cui e' in atto un processo legale. In quel caso la Shell cerco' di minimizzare e di far passare il tuttapposto.
E questo ovviamente per minimizzare i pagamenti a circa 15,000 persone le cui vite sono state devastate dalle perdite di petrolio.
E questo l'ha confermato la corte suprema della Gran Bretagna.
Andiamo avanti, fra un po ci sara' un altro "incidente", sara' colpa dei ladri, e tutto tornera' silenzioso.
La stampa italiana tace.
Dopotutto, dopo la Shell in Nigeria, c'e' l'AGIP.
No comments:
Post a Comment