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Wednesday, April 18, 2012

Le balene e i delfini alla riscossa


Vedere i delfini lungo le nostre coste e' sempre motivo di curiosita' e di benvolere. La stampa locale, in Abruzzo, in Puglia, in Sicilia ne fa sempre degli articoli con foto spettacolari.

E allo stesso modo ogni volta che vediamo morie di delfini, cetacei ed altri animali marini ci restiamo tutti un po sgomenti, perche' sono creature belle, grandi, affascinanti, che appunto si fanno volere bene.

E come per tutti gli essere viventi, incluso l'uomo, la salute di questi animali dipende dal loro ecosistema.

I ripetuti spiaggiamenti e le morie di delfini e balene che si verificano anche in Italia, significano che non e' sano il loro mare, che non e' sano il nostro mare.

L'ammirazione per i delfini deve andare di pari passo con la difesa della loro casa, il mare.

Forse chi segue tutti i nostri blog sul petrolio sa che fra le cause degli spiaggiamenti ci sono anche le ispezioni sismiche, spari violenti di aria compressa, e strumento che i petrolieri usano per cercare i giacimenti di petrolio nel fondale marino.

Chissa' se lo sanno i politici e chi prende le decisioni!

L'air gun causa confusione, disturbi al sistema uditivo, di orientamento, di accoppiamento dei delfini e delle balene, lesioni ai loro corpi, e a volte anche la morte.

Anche l'attività estrattiva vera e propria da una piattaforma permanete e' dannosa per gli animali, con sversamento a mare e in atmosfera di inquinanti che finiscono dritti dritti nella pancia delle creature del mare.

I cetacei - delfini e balene - occupano il vertice della catena alimentare e rappresentano una specie di sentinella della salute del mare. Bioaccumulano e magnificano gli inquinanti e concentrano nei loro tessuti tutte le schifezze che noi, teoricamente creature superiori, rigettiamo nel mare senza pensarci troppo.

E allora che si deve fare?

Beh, Guido Pietroluongo ha fatto una cosa bellissima. E' un laureando in veterinaria ed ha pensato di scrivere un documento illustrativo proprio su questo tema: la difesa dei cetacei in tempo di esplorazione ed estrazione di petrolio e piu' in generale sugli impatti delle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi nel Mar Mediterraneo.

Ha bussato e gli hanno risposto ben 15 associazioni di livello nazionale ed europeo, fra cui

ENPA, Animalisti Italiani, LIDA, Comitato Parchi Italia, Federazione Nazionale Pro Natura e Pro Natura Mare Nostrum, Centro Studi Cetacei, Ketos, Aeolian Dolphin Research, Centro Ricerca Cetacei, Bottlenose Dolphin Research Institute, Istituto per gli Studi sul Mare, Oceana,
Sea Shepherd Conservation Society e The Black Fish.

Da questo fronte comune è nato il documento che si puo' scaricare in alto.

Il testo mostra anche che gli Studi di Impatto Ambientale delle società petrolifere rarissimamente trattano il tema della sicurezza dei loro impianti ed attivita' per i cetacei in maniera soddisfacente.

Assieme, queste associazioni denunciano l'assenza della trasparenza negli Studi di Impatto Ambientale, l'assenza della cronologia delle operazioni, l'assenza di una attenta e approfondita valutazione di tutti gli impatti ambientali - chimico, atmosferico, acustico - l'assenza di studi approfonditi sulla presenza di Cetacei nelle aree oggetto dei progetti di ricerca, l'assenza della valutazione di tutta la regolamentazione che tutela e protegge l'ecosistema marino e i Cetacei.

Insomma: ai petrolieri importa poco di delfini e balene - e come potevamo pensare altrimenti?

E dove e' finito questo testo?

E' stato inviato ai Ministeri della Repubblica Italiana e ai principali Enti preposti al monitoraggio e al controllo di queste attività e dei loro impatti (ISPRA, ARPA, Comando Generale delle Capitanerie di Porto etc. etc.), per richiedere di valutare attentamente e di analizzare con accuratezza questi aspetti prima di rilasciare i permessi di ricerca ed estrazione.

La tutela del mare non e' solo per le balene. La tutela del mare e' anche per difendere turismo e pesca, fulcri dell'economia marittima italiana, e naturalmente la difesa della salute pubblica.

In quei mari inquinati ci andiamo noi a fare il bagno!

Questo e' un piccolo passo verso un reale e concreto impegno per chiedere alle istituzioni e alle autorità di proteggere l'ecosistema marino spesso tutelato solo sulla carta. Anche se spesso neanche lo sappiamo, in Italia abbiamo un patrimonio naturalistico UNICO, che deve essere conservato e salvaguardato come risorsa inestimabile di vita, salute e sviluppo ecosostenibile.

Se qualche Associazione volesse unirsi nel firmare il documento e nel partecipare a questa
campagna, in linea con le tematiche sopra descritte, può comunicarlo mettendosi in contatto a
questo indirizzo mail:

docdolittle CHIOCCIOLA hotmail PUNTO it

Grazie Guido, grazie alle 15 associazioni!

2 comments:

Anonymous said...

Good luck Guido and 15 groups!
thanks,dolphins

Domenico Sergio Antonacci said...

http://www.ilgrecale.it/news/2012/gargano--allarme-spiaggiamento-animali-marini-7274.asp