.

.

Sunday, October 14, 2018

Il gao e la riforestazione del Niger














Il Niger e' un piccolo stato africano che non se la passa troppo bene.

E' uno dei paesi piu' poveri del mondo ed e' anche il crocevia di tanti migranti che partono dalle nazioni vicine dell'Africa dell'Ovest, Nigeria, Guinea, Costa D'Avorio, Malawi, Senegal per venire in Europa, e dove si svolgono luride contrattazioni del traffico internazionale di umanita' disperata.

Questa pero' e' una storia bella, e ha per protagonisti gli alberi del Niger, non i disperati o gli sfruttatori.

Siamo a Droum nel sud est del Niger.

Sorgono qui varie piantagioni spontanee di gao, in latino Faidherbia albida, chiamati anche alberi di acacia bianca, che secondo i residenti hanno poteri magici.

Spuntano dappertutto: dal Sengal, al Mali, dal Burkina Faso al Malawi. Ma e' qui in Niger che c'e' un isola di verde gao. Sono alberi autoctoni della zona ma solo in anni recenti la riforestazione e' diventata un fenomeno. Nel solo Niger, in trent'anni sono nati duecento mila nuovi alberi di gao, su un area di cinquemila ettari di terreno prima infertile e degradato.

Non li ha piantati nessuno, sono nati da soli, ma dozzine e dozzine di contadini della zona li hanno ben coltivati, dando loro l'opportunita' di radicarsi nel suolo e di moltiplicarsi. E di qui, pochi alberi sono diventati appunto, duecentomila.

Secondo vari studiosi di botanica e di economia, e' una delle trasformazioni piu' radicali di tutta l'Africa in termini di ecologia e di benessere comune.

Non ci sono state qui le Nazioni Unite a portare soldi, ONG dall'Europa, o missionari mormoni. E' stata la gente del posto a capire e ad aiutarsi da sola.

Come mai il gao? 

I contadini hanno osservato che questi alberi, non si sa come, creavano un  microecosistema che portava miglioramenti alle coltivazioni agricole e al bestiame. E cosi', li hanno accuditi, non abbattuti, e hanno attribuito al gao poteri speciali.

La botanica e' piu' semplice della magia.

In generale l'ombra degli alberi non e' troppo amata dai contadini, perche' gli ortaggi e le altre coltivazioni non vengono su bene. E' per questo che spesso c'e' la distruzione della foresta tropicale. Troppo poco sole.

Ma il gao e' diverso: le radici sono estese, questo albero assorbe azoto dall'atmosfera e lo rilascia nel terreno, aiutando a fertilizzare il suolo. Le sue foglie cadono durante la stagione della pioggia, portando maggior sole proprio quando ce n'e' piu' bisogno.

Il raccolto vicino agli alberi di gao puo' raddoppiare in alcuni casi.

La cosa interessante e' che la rinascita dei gao e' piu' sostenuta in zone densamente abitate, e questo perche' il suolo e' spesso piu' degradato e gli alberi portano molti miglioramenti.  E i residenti non lo fanno perche' gli alberi sono belli ma perche' utili all'agricoltura. Piu' persone, piu' alberi.

E in Niger dove la temperatura spesso si mantiene attorno a 40 gradi l'ombra degli alberi porta ad altri miracoli: conigli selvatici che si raccolgono sotto i gao, stazioni di rinfresco per caprette.  I rami secchi sono utili per legna da bruciare, i baccelli sono mangiati dal bestiame domestico.

Sono anche sorte delle cooperative di donne che fanno medicine e sapone dalla legna del gao. La leggenda, o la saggezza popolare, dipende dai punti di vista, narra che il gao puo' curare infezioni respiratorie, sterilita', problemi digestivi, malaria, mal di schiena, e pure l'influenza.

Con la legna si possono anche costuire altri oggetti domestici, o utili per costruire case e recinti.

Cosi forte e' la protezione del gao che se uno danneggia un albero deve andare dalle autorita' a giustificare perche' l'ha fatto. La prima volta, bastano le scuse, la seconda scattano le multe che possono arrivare fino all'equivalente di venti euro, un mare di soldi per i residenti del Niger.

Si pensa che questi alberi fossero tipici del Sahara prima che diventasse un deserto, altre tesi sono che fu introdotto in zona da tribu' pastorali provieniente dall'Africa meridionale.

Ad ogni modo, fino alla meta' degli anni ottanta, ogni albero di gao era considerato di proprieta' dello stato; le punizioni anche per chi toccasse un ramo di questo albero erano severissime, e cosi non c'era nessuno a curarli in loco. Ma le leggi cambiarono, e ai privati fu concesso di possederli. Da allora la proliferazione dei gao e' stata fortissima, la gente era contenta di esserne responsabile, li hanno curati.  Sono state anche create delle pattuglie per la supervisione collettiva.

La matematica e' certa: secondo i contadini un albero di gao e' l'equivalente di dieci mucche.

L'albero Faidherbia albida e' l'oro verde dei Niger.

No comments: