“Limiting
warming to 1.5 degrees C implies limiting emissions on an unprecedented
scale.
It means deep emission reductions in all sectors,
the use of a
wide range of technologies,
behavior changes and a significant increase
of investment in low-carbon options,”
Di solito cerco sempre di essere moderata nelle parole e nei pensieri, ma qui a parlare, ed a usare il termine "catastrofe" non sono io ma l'Intergovernmental Panel of Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite che si e' riunito, come tutti gli anni, per discutere della salute del nostro pianeta.
E se lo dicono loro, un pannello di decine di scienziati, di solito cauti e misurati, che sara' la catastrofe, c'e' veramente da pensare.
Sara' la catastrofe entro il 2030 se non facciamo qualcosa di radicale.
Il report e' stato rilasciato Domenica 7 Ottobre 2018 e non lascia ambiguita': se vogliamo limitare gli effetti dei cambiamenti climatici occorrono "cambi rapidi, di ampio respiro e senza precedenti, in tutti gli aspetti della societa'" nei prossimi12 anni.
Da Incheon il punto focale e' la discussione sugli effetti della temperatura che aumenta di 1.5 gradi centigradi, in media, rispetto agli anni della rivoluzione industriale, trecento anni fa. In questo momento siamo a un grado in piu' rispetto ad allora, e tutto lascia presagire che arriveremo anche a questi 1.5 gradi centigradi, appunto nel 2030 secondo l'IPCC.
Ora, pare niente, ma se pensiamo che il pianeta cambia a ritmi mai visti prima, nei miliardi della sua esistenza, questo 1.5 gradi centigradi avra' davvero impatti devastanti e mai visti prima. E' tutto troppo veloce, impattante, grave, e la natura non avra' tempo di riassestarsi senza che gran parte del nostro modo di vivere non venga stravolto.
E secondo l'IPCC se non facciamo niente non solo spaccheremo il record degli 1.5 gradi centigradi, ma lo supereremo alla grande. Per fermarci a 1.5 gradi centrigradi, dovremmo far calare le emissioni di CO2 del 45% entro il 2030 e rispetto ai livelli del 2030. Cioe' dovremo cambiare tutto il modo di pensare la nostra energia, i nostri edifici, i nostri trasporti, le nostre citta', e oserei dire io, la natalita' del pianeta.
Abbiamo gia' degli assaggi del pianeta dal clima impazzito: ondate di caldo in Svezia, in Artico, in Asia, siccita', allagamenti, uragani fuori stagione, Citta' del Capo che resta senza acqua, livelli del mare che si innalzano, i primi profughi dei cambiamenti climatici, aumento della fame nel mondo, i coralli che muoiono, specie estinte, biodiversita' meno biodiversita'.
Tutto questo e' l'aperitivo di cio' che ci aspetta.
Questo rapporto dell'IPCC appena rilasciato, oggi 8 Ottobre 2018, e' frutto di tre anni di lavoro, ed sulla scia degli accordi di Parigi del 2015. In quel momento storico 197 nazioni promisero di fare di tutto per limitare l'aumento della temperatura sul pianeta molto al di sotto dei 2 gradi centigradi e di tenere come obiettivo 1.5 gradi centigradi. Ma mi sa che ben poco di fruttuoso si e' avverato.
Come fare? Cosa fare?
L'IPCC non da ricette pragmatiche, ma secondo uno dei leader, Jim Skea, le leggi della fisica e della chimica non rendono l'obiettivo degli 1.5 gradi centigradi impossibile. Nel giusto clima politico si puo' fare, ma ci vuole appunto la buona volonta', l'umilta' di farlo e di farlo con passi grandi, ambiziosi, forti.
Il rapporto e' stato firmato da piu' di 90 persone, da 40 nazioni, con il supporto di altri 133, e vengono usati i risultati piu' recenti della letteratura scientifica sui cambiamenti climatici.
A tutti noi il compito di vivere vite piu' sobrie, di mettere pressione ai politici, di riutilizzare, di non sprecare, spegnere l'aria condizionata quando non serve, insomma avere questo pensiero fisso.
A Luigi Di Maio e a Matteo Salvini ecco la vostra chance: iniziamo con il dire di no a tutte le trivelle nuove in Italia, in mare e in terraferma. Con un piano preciso di dismissione di tutta l'infrastruttura petrolifera in giro per la nazione. La causa madre dei cambiamenti climatici e' l'uso senza sosta del petrolio e dei suoi derivati. Iniziamo allora da qui: non trivelliamo piu'.
Tutta l'Italia ve ne sara' grata e ci facciamo pure un figurone a livello mondiale, per una volta.
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