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Sunday, July 23, 2017

L'uomo ha prodotto 8.3 miliardi di tonnellate di plastica, diciotto volte il peso della popolazione umana






Quant'e' 8.3 miliardi di tonnellate?

E' la quantita' di plastica prodotta ogni anno dall'uomo dal 1950 ad oggi. Solo il 9% e' stato reciclato e il 12% bruciato. Questo vuol dire che circa 7 milardi di bottigliette e contenitori e' diventata immondizia.

8.3 miliardi di tonnellate e' diciotto volte il peso della popolazione mondiale, e' il peso di un miliardo di elefanti.

Questo e' quello che emerge da uno studio condotto da Roland Geyer, professore di scienza dell'ambiente presso l'Universita' della California a Santa Barbara assieme a colleghi della University of Georgia e della Sea Education Association.

Dice che e' stato sorpreso lui stesso dell'enorme quantita' di materiale prodotto in un tempo cosi breve.

La cosa ancora peggiore e' che la tendenza e' in aumento: la maggior parte di questa plastica e' stata prodotta negli ultimi 13 anni: fra il 2004 e il 2015 abbiamo prodotto tanta plastica quanto fra il 1950 e il 2004.

I primi "prototipi" di plastica vennero commercializzati a partire dall'inizio del 20-esimo secolo e si chiamava Bakelite. Ma e' solo dopo la seconda guerra mondiale che ci fu un esplosione dell'uso di questo materiale.

Le stime sono state fatte usando dati sulla produzione globale collegata all'industria della plastica, come per esempio il mercato della resina o di fibre plastiche, come compilato annualmente da associziazioni del settore. Dati invece sull'incerimento e sul reciclaggio sono arrivati da agenzie ambientali, come la U.S. Environmental Protection Agency, PlasticsEurope, la Banca Mondiale e i dati ufficiali del governo cinese.

Molta di quella plastica finisce in mare: ogni anno fra 5 e 13 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani di tutto il mondo: nessun corpo d'acqua ne e' immune.
La plastica e' uno dei principali manufatto del mondo, e la sua crescita pare innarrestabile da 65 anni a questa parte. Si produce solo piu' cemento e acciaio, ma mentro cemento ed acciaio sono duraturi, la plastica la prendiamo e la buttiamo via.

Meta' della plastica prodotta diventa monnezza dopo quattro anni dalla produzione. 

E, ovviamente, tutto cio' che rende la plastica desiderabile - durabilita' e flessibilita' - la rendono anche difficile da degradare o da assimilare da parte della natura.

In mancanza di una strategia per la sua degradazione e' come se essenzialmente stessimo facendo un grande esperimento su questa terra: mettere in circolazione milioni e milioni di oggetti
che la natura non sa come gestire, modificando tutti gli equilibri di sistemi terrestri e acquatici.
E cosi abbiamo uccelli con plastica in corpo, o scenari futuri in cui ci saranno piu' pezzi di plastica in mare che pesci.

Secondo Geyer tutto parte a monte -- impacchettamento fuori controllo, mancanza di riuso, cultura dell'usa e getta.
Ma la plastica e' anche spesso in posti dove non pensiamo: anche in fibre usate per vestiti, come il  nylon che e' continuo aumento.  Un milardo di tonnellate di quelle otto.tre prodotte dal 1950 ad oggi veniva da fibre tessili.

Come sempre, tutto parte da noi, dal consumatore che *chiede* tutte queste comodita' e che non si rende conto che la bottiglietta di plastica di una persona, moltiplicato per sette miliardi di persone, fa sette miliardi di bottiglette di plastica.

E mentre noi parliamo, la plastica e' arrivata fino in Artico, su isole remote del Pacifico non abitate dall'uomo, e in mezzo agli oceani.
 
Sta a ciascuno di noi salvare quella bottiglietta e diventare piccoli attivisti, di modo che anche gli altri salvino le loro.

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