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Monday, March 6, 2017

The United States of Exxon

Tuapse, dove la Exxon vorrebbe trivellare, nonostante
le sanzioni contro la Russia da parte degli USA.

Serve avere un ex CEO per segretario di stato, neh?






La Exxon vuole continuare la sua partnership con la russa PAO Rosneft per operazioni nel Mar Nero. Ci provarono sotto Obama, nel 2015, ma il governo disse no. Adesso chissa' che l'amministrazione Trump non sia piu' benevola con la Exxon!

E questo nonostante il Congresso chieda ancora maggiori sanzioni alla Russia a causa dei supposti cyber-attacchi durante le elezioni del 2016.

L'area trivellanda si chiama Tuapse e la Exxon aveva firmato accordi qui con la russa Rosneft nel 2012: oltre a trivellare nel Mar Nero con una tecnologia nuova, la Exxon avrebbe potuto accedere anche ad altre zone on ed offshore di Russia, in Artico e in Siberia. La Exxon avrebbe speso 500 miliardi di dollari nel corso di tutta la partnership. Si, 500 miliardi di dollari. Immaginiamoci quanto avrebbe reso tutto questo alla Exxon se ci volevano spendere 500 milardi di investimenti!

E' per questo investimento, che poi nel 2014, a Rex Tillerson, il CEO della Exxon all'epoca, Vladimir Putin diede il titolo di "amico della Russia". 

Il segretario Tillerson dice che non partecipera' ad alcuna discussione in merito, ma e' chiaro che la sua influenza, anche se non dovesse pronunciare parola, e' lampante.   Prima di diventare segretario di stato, da CEO Exxon, diceva che la Exxon stessa e' contraria alle sanzioni "se non vengono applicate in modo uniforme". Ha anche detto che non ha mai chiesto personalmente al governo di eliminare sanzioni sulla Russia.

La Russia e' super appetible per i petrolieri: 100 miliardi di barili di riserve sono stimate essere ancora nel paese, ma sono enormi i rischi geopolitici, incluse le sanzioni. Queste vietano a ditte USA di trivellare nelle zone russe dell'Artico, Siberia e nel Mar Nero.

Vennero istituite all'indomani dell'annessione della Crimea dall'Ucraina alla Russia stessa. Oltre al divieto di trivellare, le sanzioni vietano agli americani di fare affari con il capo della Rosneft, Igor Sechin,  per la sua forte lealta' a Vladimir Putin.

A suo tempo, l'unica concessione che fu data alla Exxon fu di completare uno dei pozzi proposti in Artico, che era a meta' dell'opera. La richiesta di finire il pozzo venne accrodata, perche' secondo la Exxon sarebbe stato pericoloso lasciarlo a meta'.  E cosi' fu. Una volta finito il pozzo, tutto il personale USA venne mandato via.

La richiesta di questi giorni e' molto inusuale perche' e' basata su business. Di solito le richieste di violare le sanzioni sono su base umanitaria, o per scambi culturali. Ma qui non e' la politica "di solito", qui siamo di fronte a un brodino di petrolieri-politici che non sanno quel che fanno, con a capo Donald.

Basta solo dire che John Mccain ha twittato:

"Are they crazy?"

Il Congresso ha mostrato segni di non volere accordare questa richiesta, almeno finche' la Russia non lascia la Crimea, affari o non affari.

Invece, sorpresa delle sorprese chi ha lasciato alle proprie ditte di evitare le sanzioni?

L'Europa!

Si, la Statoil di Norvegia ha ricevuto una esenzione per trivellare in Artico,  e la nostra beneamata  Eni ha pure lei ricevuto il permesso di trivellare nel mare di Barents in Artico e nel Mar Nero.

Anzi, la Exxon e' preoccupata di perdere terreno in Russia proprio ai danni dell'ENI secondo alcuni dirigenti dell'Exxon stessa e come riferito al Wall Street Journal.

Perche' la richiesta arriva adesso? Perche' secondo l'accordo fatto con la Rosneft prima della faccenda invasione-Ucraina, la Exxon deve dimostrare che ci sono delle buone possbilita' di sviluppare il campo Tuapse entro la fine del 2017, altrimenti l'accordo scade. E quindi, se non trivellano tutto l'affare potrebbe saltare.

Vediamo come va a finire. La Exxon da un lato, le sanzioni internazionali dall'altro e il segretario di stato della nazione piu potente del mondo, Rex Tillerson in mezzo. Potrebbe essere che alla fine ci vince l'ENI, anche se, in realta' a trivellare tutto il trivellabile in questo pianeta, alla fine non vince nessuno.

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 6 Marzo 2017

Ecco dove siamo arrivati.

Che i comunicati stampa della Casa Bianca e della Exxon siano esattamente gli stessi. Fra i due comunicati di oggi infatti, ci sono dei pezzi in cui non c'e' quasi alcuna differenza.

La Exxon Mobil dice che stanno espandendo come non mai e che investiranno 20 miliardi di dollari in dieci anni nel Golfo del Messico.

Parlano di una "rivoluzione energetica americana", di 11 raffinerie che saranno o costruite da zero o ammodernate.  Arriveranno 45mila posti di lavoro, che in media daranno stipendi di circa 110mila dollari l'anno con gioia e felicitia' per tutti. Aggiungono che gli USA sono un produttore naturale di energia - petrolio e gas - e che l'uso di energia domestica prodotta internamente sara' capace di dare al mondo prodotti migliori e a costo inferiore. Dicono che ci sara' un "rinascimento del lavoro nel manifatturiero" grazie al petrolio e al gas.

Anvedi.

E poi arriva il paragrafo poi ricopiato dalla Casa Bianca:


ExxonMobil is strategically investing in new refining and chemical-manufacturing projects in the U.S. Gulf Coast region to expand its manufacturing and export capacity. The company’s Growing the Gulf expansion program, consists of 11 major chemical, refining, lubricant and liquefied natural gas projects at proposed new and existing facilities along the Texas and Louisiana coasts. Investments began in 2013 and are expected to continue through at least 2022. 


Dopo un ora che questo comunicato e' stato reso pubblico arriva la Casa Bianca che invece scrive
un articolo al titolo " President Trump Congratulates Exxon Mobil for Job-Creating Investment Program" per congratulare i passi in avanti della Exxon.

Il pezzo era uguale identico!


ExxonMobil is strategically investing in new refining and chemical-manufacturing projects in the United States Gulf Coast region to expand its manufacturing and export capacity. The company’s Growing the Gulf expansion program consists of 11 major chemical, refining, lubricant and liquefied natural gas projects at proposed new and existing facilities along the Texas and Louisiana coasts. Investments began in 2013 and are expected to continue through at least 2022.


Come mai succede questo? Beh, perche' il nostro segretario di stato, Rex Tillerson, e' stato per 40 anni un impiegato della Exxon,  e alla fine anche il suo CEO.

E cosi mentre il mondo cerca di essere sempre piu' green, mentre 190 nazioni firmano gli accordi di Parigi, eccoci qui che la nazione piu potente del mondo ritorna sottoterra e incapace di generare pensieri propri deve tirare fuori e ricopiare quelli dei petrolieri.

Come dimenticare il discorso di Melania, quasi identico a quello di Michelle Obama?

Mi sa che ci aspettano quattro anni di tragedie ambientali, di petrol-politici fusi in una sola persona. Peccato solo che a differenza di tutto il resto, i cambiamenti sull'ambiente sono irreversibili.







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