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Thursday, March 30, 2017

Trivelle anche in Molise -- Rotello, Campobasso qui con agevolazioni CIP6









Il gas associato all'olio, essendo uno scarto di processo del Centro Olio, è stato assimilato, sentito il parere del Ministero dell'Industria del Commercio e dell'Artigianato, alle fonti rinnovabili, in quanto forma di energia "recuperabile" in processi e in impianti produttivi. Per tale motivo la Centrale di Generazione E.E. Torrente Tona è stata, sino al 2006, un impianto CIP 6/1992 
(Comitato Interministeriale dei Prezzi)


Centrale di trattamento gas
Rotello, Campobasso

di proprieta' di Adriatica Idrocarburi
al 100% ENI

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Il giorno 29 Marzo 2017 il Ministero dell'Ambiente ha dato la compatibilita' ambientale ad un nuovo pozzo in Molise.

Si chiama Torrente Tona 26 dir ed appartiene alla Adriatica Idrocarburi SpA, una spinoff dell'ENI.


Per questo pozzo sono state autorizzate la perforazione e la messa in produzione. Il pozzo fa parte del campo Masseria Verticchio e si trova nel comune di Rotello, in provincia di Campobasso, fra terreni agricoli e stradine di campagna.

Non e' il primo pozzo ad essere qui trivellato, anzi Torrente Tona 26 sara' il 23-esimo buco della zona. Molti degli altri pozzi della concessione Masseria Verticchio sono dismessi, altri sono ancora attivi.

 Grazie all'Adriatica Idrocarburi -- ENI avremo adesso "adeguamento dell'area pozzo" per le "facilities" di produzione, l'esecuzione della perforazione "direzionata" e collegamenti con pozzi gia' esistenti.

Un altro pezzetto di Italia sacrificato al dio petrolio. 

Tutto questo a 3.5 chilometri dai Siti di Interesse comunitario "Boschi tra fiume Saccione e Torrente Tona" e a 5 chilometri dal "Torrente Tona". Secondo il nostro ministro dell'ambiente, Gianluca Galletti, non ci sono interfenze con tali siti protetti, ne sulla flora, vegetazione, habitat e fauna.

Tuttapposto!

Cosa ha da dire la regione Molise?

Offono "Valutazioni tecniche e prescrizione"

Il che vuol dire una sola parola: si.

E infatti, la Adriatica Idrocarburi, cioe' l'ENI vestita da agnello marino, ha risposto alle valutazioni della regione Molise e si e' arrivati alle "controdeduzioni".

Cioe' l'Adriatica Idrocarburi ha avuto la prima e l'ultima parola.

Democratico vero?

Ma poi, se pure la regione Molise non ha fatto granche' per difendere il proprio territorio, e allora perche' volerla questa democrazia? E' vuota se non si sanno difendere i propri diritti, informare la propria gente, pensare per il domani invece che accettare tutto quello che Roma o Mr. petrolio ci propina.

E i molisani? Non pervenuti. Si vede che gli piace, o che non gli interessa.

E infatti c'e' stata UNA osservazione.

Una sola.

Le prescrizioni in cosa consistono?

Come sempre fanno ridere e non sono bene articolate.

Ma c'e' una frase che mi inquieta.

"Tale piano dovra' tenere conto anche delle indicazioni fornite dalla regione Molise, in particolare per quanto riguarda la concentrazione di possibili radionuclidi associati alla produzione di olio e gas."

Ehh???

Che significa questa frase?
Hanno paura che ci possano essere componenti radioattive?
E alla gente cosa dicono?
E se li trovano, cosa faranno?
E la regione Molise aveva questo timore e gli ha detto si con prescrizioni??

Non si sa. Muore tutto qui.

Pero non esce dalla mia mente lo scandalo di qualche anno fa in cui proprio nei pozzi dismessi del Molise, a Cercemaggiore, trovarono radioattivita' fuori da ogni grazia a causa dei riversamenti di petrol-monnezza.

Qui dunque, solo una parolina, possibili radionuclidi.

Che vuoi che sia.

E poi dovranno essere monitorate le falde acquifere, la possibile subsidenza, il rumore, l'inquinamento acustico, e ci dovra' essere monintoraggio sismico ad un raggio di 5-10 chilometri che acquisca scosse di intensita' minima 0.5.

Potrebbero esserci intereferenze con zone archeologiche.

Dovranno esserci misure di mitigazione per i suddetti siti protetti.

Ma...

non avevano detto che non c'erano interferenze con le aree protette tre pagine sopra?  E se non ci sono interferenze, cosa c'e' da mitigare?

Mistero.

Ah. Ci vorra' un esperto ornitologo per monitorare il disturbo al volo degli uccelli.

Non scherzo.

E mentre che trivellano, cosa fara' l'ornitologo? Guardera'? Dipingera'? Prendera' nota sul tipo di traiettoria degli uccelli? Mettera' su lo spavenata passeri?

Uno si deve immaginare la scena dell'ornitologo fra le trivelle.

E ancora: anche se, ovviamente,  non ci sara' alcuna interferenza con l'attivita' in corso, dovranno esserci dei piani di allarme e di monitoraggio in caso di contaminazioni artificiali di petrolio.

Come siamo tranquilli!

Siccome potrebbero disturbare il manto stradale, potrebbero esserci indennizzi da concertarsi con la provincia di Campobasso.

Dove finira' questo petrolio? Tutto cio' che l'ENI-Adriatica Idrocarburi estrae da Torrente Tona viene mandato al Centro Oli Torrente Tona, sempre nel comune di Rotello, a Campobasso. La centrale e' anche nota come "Centrale Agip": qui c'e' la desolforazione ed il petrolio viene poi mandato tramite autobotti a Taranto, per essere raffinato ulteriormente.

Il gas invece, dopo la desolforazione, resta qui a Rotello e viene mandato alla vicina centrale di Generazione Energia Elettrica Torrente Tona, sempre dell'Adriatica Idrocarburi ma gestito dalla "Cefla Gest" dal 1998.

E, udite udite, siccome il gas e' considerato "uno scarto" del Centro Oli, lo stesso e' considerato fonte rinnovabile perche' energia "recuperabile", e quindi tale impianto gode di incentivi come impinato CIP 6.

E' questo uno scandalo tutto italiano. In principio l'idea era che chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha diritto a rivenderla al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) a un prezzo superiore a quello di mercato -- circa un sovrapprezzo del 6-7%, il quale costo viene interamente pagato dalle bollette dei consumatori.

Nella parola "assimilate" ci finisce un po di tutto, fra cui il gas dell'ENI di Rotello, che paghiamo noi.

Quindi, un altra trivella nel territorio italiano, un altro buco, altro inquinamento, altri camion, altra monnezza in aria e a Taranto, e tramite tutti questi passaggi -- dall'Adriatica Idrocarburi, alla Cefla Gest --  l'ENI che incassa il suo bel CIP6, puo' dire di essere green e corre, ridendo, in banca arricchendosi sui nostri polmoni.

















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