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Wednesday, November 23, 2016

Alberta: cinque anni di terremoti indotti dal fracking




L'evidenza c'era gia' ma adesso arriva la rivista Science e non la D'Orsogna a confermarlo:  l'attivita' sismica nel nord dell'Alberta negli scorsi cinque anni e' dovuta alle operazioni di fracking.

Non di reiniezione di fluidi nel sottosuolo, ma proprio dalla pratica dell'inettare sottoterra concentrati ad alta pressione di fluidi e composti chimici e tossici.

L'articolo e' stato scritto da due ricercatori dell'Universita' di Calgary,  Xuewei Bao e David Eaton che nel loro scritto "Fault activation by hydraulic fracturing in western Canada"hanno analizzato piu' di 900 terremoti vicino a siti di estrazione di gas di scisto a Duvernay nell' area cosiddetta di Fox Creek.

Le scosse sono iniziate circa cinque anni fa, ma sono diventate piu' intense a partire dal dicembre del 2014. Includono un sisma di magnitudo 4.8, il piu' forte mai registrato nella storia per induzione da fracking nel Canada e nel mondo.

La causa dei terremoti e' da attribuirsi all'aumento della pressione sottterranea man mano che il prcesso di fracking continuava nel tempo; sia in termini di spaccatura della roccia sotterranea (e quindi in termini di cambi della geologia del sottosuolo) che in termini dei cambi di pressione dovuti agli enormi volumi di fluidi iniettati per spaccare la roccia. Gli effetti delle spaccature sono immediati, quelli dovuti ai residui di fluidi che restano nel sottosuolo dopo che la roccia si e' spaccata possono svilupparsi nel tempo.

E infatti in una delle zone terremotate, facendo un raffronto di correlazione temporale fra trivelle e terremoti, emerge che le scosse venivano registrate subito, al massimo entro un mese dall'attivita' di fracking; in una altra zona invece gli effetti dell'attivita' umana erano piu' diluiti nel tempo, con tremori che persistevano anche per vari mesi.

Nel primo caso e' il fracking a causare i terremoti; nel secondo sono i fluidi. 

Il fracking in se e' una vera e propria micro-esplosione istantanea che cambia subito la geolgia, cosi se ci sono faglie gia' criticamente sotto pressione, quando arriva il fracking, voila', l'energia aggiunta e' sufficente a rilascaire un terremoto subito. I fluidi invece possono dare origine a scosse su archi temporali piu' lunghi: visto che restano nel sottosuolo a lungo, la pressione che applicano e' cumulativa nel tempo e i terremoti possono arrivare anche mesi dopo l'iniezione.  In questo caso,
le faglie possono riattivarsi se i fluidi infiltrano i microspazi che puntellano la roccia porosa e la pressione porta piano piano a slittamento e a frizione aggiunta delle roccie sotterranee.

Quello che pero' emerge e' che se la geologia del territorio e' gia' sotto stress, anche piccoli cambi di pressione -- da fracking o da fluidi -- hanno il potere di causare scosse consistenti.

Secondo Bao ed Eaton, gli effetti di fluidi e fracking possono attivarsi anche a distanze superiori ad un chilometro dalle zone estattive. 

E cosi abbiamo sismicita' indotta da reiniezione di fluidi in Oklahoma e Kansas, da trivelle in Texas e in California, da fracking in Alberta, nel Regno Unito, da estrazione di gas in Olanda e da impianti di stoccaggio in Spagna.

Solo in Italia tutto questo non succedera' mai e poi mai.


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