Le proteste gia' nel 2012
Update 10 Agosto 2016
La Gazpromneft ha messo in produzione altri due pozzi per un
totale di quattro pozzi estrattivi a Prirazlomnoye, in Artico.
Ha anche aperto il suo terzo nuovo pozzo da reiniezione.
Il progetto di avercene 32.
Update 10 Agosto 2016
La Gazpromneft ha messo in produzione altri due pozzi per un
totale di quattro pozzi estrattivi a Prirazlomnoye, in Artico.
Ha anche aperto il suo terzo nuovo pozzo da reiniezione.
Il progetto di avercene 32.
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"This is a dark day
for the Arctic. Gazprom is the first company on Earth to
pump oil from beneath icy Arctic waters and yet its safety record on
land is appalling. It is impossible to trust them to drill safely in one
of the most fragile and beautiful regions on Earth."
Faiza Oulahsen, Greenpeace
"It is
inevitable you will get a spill – a dead cert. I would expect to see a
major spill in the not too distant future. I would be astonished if you
did not see a major spill from this.
The conditions in the Arctic
would vastly compound the problem. It's a completely
different environment. In temperate climes, oil disperses quickly.
Bacteria help to digest the oil. In the Arctic the oil does not break
down in this way – it can take decades before it breaks down.
Nature
will not help us."
Nonostante l'arresto e l'incarcerazione degli attivisti di Greenpeace in Russia, la Gazprom e' riuscita nel suo intento.
Il giorno 20 Dicembre 2013 infatti hanno annunciato di avere iniziato a pompare petrolio dalle viscere dell'Artico e di essere stati i primi ad essere riusciti a farlo da una piattforma fissa.
Siamo nel campo detto di Prirazlomnoye, nel mare di Pechora a 60 chilometri da riva. Le riserve parlano di circa 72 milioni di tonnellate di petrolio e di una produzione a regime, cioe' dopo il 2020, di sei milioni di tonnellate l'anno.
La piattaforma Prirazlomnaya e' in teoria resistente al ghiaccio e secondo Alexey Miller il capo della Gazprom -- l'oste della situazione -- "tutte le operazioni sono sicure". Dalle trivellazioni alla produzione, dallo stoccaggio al trattamento, dai carichi al trasporto e' tutto stato progettato per essere incidente-free. La piattaforma resistera' a condizioni ambientali estreme, in presenza di elevata corrosione, basse temperature, ambienti marini aggressivi, alta umidita', e ghiaccio.
Non sono previsti riversamenti in mare di alcun genere, e se mai ci dovessero essere incidenti, l'eventuale greggio sversato confluira' all'interno della piattaforma e non in mare, a causa delle precauzioni prese durante la fase di costruzione. Il gas di produzione verra' usato sulla piattaforma, e non ci saranno scarichi in mare di nessun genere. A disposizione ci sono delle apposite navi di emergenza spacca-ghiaccio in caso qualcosa andasse storto.
Le operazioni dureranno tutto l'anno, nonostante i ghiacci e le temperature che possono arrivare a -50 gradi centigradi.
Questo Miller non lo dice, ma Prirazlomnaya non e' una piattaforma nuova di zecca. E' una piattaforma costruita nel 1984 che aveva gia' operato per 18 anni nei mari di Norvegia. La ditta russa Sevmorneftegaz l'ha comprato nel 2002. Doveva essere risistemata e pronta per l'Artico nel 2011, ma ci sono stati due anni di ritardo. Finora i costi sono stati di quasi 3 miliardi di dollari.
Prirazlomnoye e' solo il primo di altri pozzi previsti in Artico. Miller dice infatti che vogliono aprire un intero "centro di idrocarburi" in Artico.
Greenpeace -- e molti altri esperti indipendenti -- sono invece del parere che nessuna compagnia del mondo intero abbia le capacita' per veramente sapere agire in caso di incidenti e problemi. La Shell ci ha provato per vari anni, e ogni volta ha dovuto abbandonare i suoi tentativi, dopo avere speso oltre 4 miliardi di dollari, a causa di problemi di ogni genere.
E come ricorda Simon Boxall, dell'Unversita' di Southhampton
"No industry is perfect, but the oil industry has behaved poorly in the past. At times, this is an irresponsible industry. Corners are cut, money is saved in small ways. Then it can go wrong and end up costing a huge amount of money, like in the Gulf of Mexico. Different countries have different levels of health and safety. Russia does not have an enviable record on this."
Nessuna industria e' perfetta, ma l'industria del petrolio si e' comportata male in passato. A volte questa e' una industria irresponsabile. Si cerca di tagliare, di risparmiare in modo piccoli. E poi le cose possono andare male e puo' costarci molto, come nel Golfo del Messico. Paesi diversi hanno diversi livelli di salute e di sicurezza. La Russia non ha un record invidiabile da questo punto di vista.
Qui a Prirazlomnoye sembra tutto perfetto. Ma se il miglior indicatore del futuro e' il passato, non occorre andare troppo lontano, e basta guardiare a come e' stata trivellata Usinsk, in terraferma e non troppo lontano da Prirazlomnoye.
A Usinsk infatti c'e' una storia diversa. Molto diversa.
Le immagini e la delusione di Usinsk sono qui.
Nel 2011 una piattaforma esplorativa in mare di proprieta' della Gazprom si capovolse uccidendo 50 persone.
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