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Saturday, August 13, 2011

Incidenti in mare

Macchie di petrolio in Cina da pozzi Conoco Phillips, 11 Giugno 2011


12 Agosto 2011 - Mare del Nord:

La Shell e la Exxon-Mobil hanno fermato la produzione da un loro pozzo di petrolio a circa 180 chilometri da Aberdeen, Scozia. Qui una serie di pozzi sottomarini sono collegati da vari oleodotti che poi portano il petrolio ad un unica piattaforma per una prima fase di trattamenti.

Si pensa che uno di questi oleodotti di connessione sia saltato. Non si sa quanto petrolio sia stato riversato in mare, ma solo che sono quantita' "significanti".


31 Luglio 2011 - Golfo del Messico:

La Shell riversa 20,000 litri di fluidi e fanghi perforanti nel golfo del Messico. La zona si chiama "Perdido", a circa 150 miglia - 240 chilometri dalle coste texane.


11 Giugno 2011 - Bohani Bay, Cina:

La Conoco-Phillips ha riversato petrolio, in quantita' ignote ma sufficenti da apparire su satellite, nei mari di Cina. Si parla di almeno 2500 chilometri quadrati e di almeno 2500 barili (circa 400 mila litri) di petrolio in mare. Ovviamente la Conoco-Phillips ha cercato di minimizzare il tutto dapprincipio e poi ha dovuto cambiare le sue stime. La Cina ha ordinato alla Conoco-Phillips di ripulire il tutto entro il 31 Agosto. La concessione e' a 38 chilometri da riva.


Tutto questo solo negli ultimi tre mesi. Notare le distanze dell'ordine di decine e centinaia di chilometri da riva. In Italia vogliono trivellare a 9 km...

A quando uno scoppiettino anche in Abruzzo, Basilicata, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna o Veneto?

6 comments:

Anonymous said...

Trovo assolutamente di cattivo gusto e indegno di Lei l'augurio di un qualsivoglia disastro in una delle installazioni offshore nel mediterraneo o, peggio, di fronte alle nostre coste. Inoltre, in Adriatico mi risulta che sia quasi tutto metano e quindi non suscettibile di creare i disastri ambientali da Lei paventati.
Certo, tutto può succedere, anche che scoppi il tubo del gas in strada o peggio che un palazzo venga distrutto da una fuga di gas. Smettiamo per questo di utilizzarlo per la nostra vita quotidiana? Non mi pare proprio.
Da dove credete si estragga quel gas? Da Marte?
Smettiamola di essere ipocriti, una volta per tutte!

Peppe said...

Non mi piace attaccare frontalmente qualcuno ma certe volte è inevitabile: Ipocrita sarai tu, che ti nascondi dietro l'anonimato! Tira fuori gli attributi e connetti il cervello prima di scrivere scemenze! Nessuno si augura sciagure in mare, ma è inevitabile dire che con le piattaforme in Adriatico/Sicilia gestite da srl delle balle il rischio è inevitabile. O vuoi dirmi il contrario?
Maria Rita ha argomentato la sua tesi, potresti fare altrettanto evitando di parlare di "responsabilità", "ipocrisia" ed altri termini politichesi?

Anonymous said...

Caro Mastrodomenico, abito in Val d'Agri ma mi nascondo nell'anonimato proprio per poter esprimere la mia opinione ed evitare di essere riconosciuto e attaccato personalmente o peggio fisicamente, visto il clima che si respira qui in questi mesi (la tua reazione non è esattamente dentro le righe, mi pare).
Ripeto: quello che contesto è che qualcuno si auguri che le disgrazie che si verificano nel mondo (Golfo del Messico, Mare del Nord) avvengano anche in Italia, magari con morti e feriti come negli USA (ricordo che le persone che lavorano sulle piattaforme in Italia sono italiane come me e te, con le famiglie che le attendono a terra quando finiscono i turni).
Al di là del fatto poi che in Sicilia e in Adriatico le installazioni sono di Eni e di Edison (che non sono srl e che hanno i mezzi per intervenire in caso di emergenza). Il rischio esiste, è impossibile eliminarlo ma può essere minimzzato ad un livello accettabile (a meno di affermare che anche i tecnici del Ministero dell'Ambiente, a valle della valutazione d'impatto ambientale, sono degli incompetenti).
L'estrazione di gas, di per sè, è una garanzia verso potenziali inquinamenti in caso di incidente.
SE poi invece si vuole attaccare comunque l'Eni (una delle poche aziende italiane di punta) o le compagnie petrolifere in generale solo per il fatto che esistono e fanno uno sporco mestiere (con tutti i rischi del caso), beh.. c'è poco da argomentare.
La voce fuori dal coro ho provato a farla, se volete essere autoreferenti e rifiutare chiunque la pensi in maniera diversa, accomodatevi pure.

Peppe said...

Caro "Anonimo" turbato dal rischio di ritorsioni personali, se vivi in Val D'Agri non ti trovi nel far west e nessuno ti picchierà.
Tornando alle cose serie, Ti invito a rileggere le mappe UNMIG: scoprirai che chi richiede le autorizzazioni a trivellare (o bucare, per usare un termine più attuale) l'Italia è una banda di srl. Non guardare le piattaforme esistenti ma quelle che vorrebbero far spuntare come funghi. In caso di incidente, pur rimanendo su livelli accettabili di rischio, cosa succederebbe secondo te? Cosa farebbe una srl ?
E poi scusa, cosa intendi per "livelli accettabili di rischio"? Contenere le emissioni di H2S a 10ppm è accettabile?
In Italia è questa la soglia prevista dalla legge. Accettare quel limite dietro "suggerimento" dell'ENI è condizione sufficiente per affermare che i tecnici ministeriali non sono soltanto degli incompetenti ma anche dei balordi. Così come è da balordi affermare che "va tutto bene" in Val D'Agri quando l'Oncologico di Rionero in Vùlture è pieno di tuoi compaesani da 20 anni a sta parte. E lo dico con nome e cognome in chiaro, pur sapendo che potrei essere vittima di ritorsioni, proprio perchè voglio far valere la mia libertà di espressione.

Esiste un limite a tutto ed io continuo a sostenere che non si deve trivellare in prossimità di centri abitati ne' attorno a perle turistiche come Isole Tremiti e Pantelleria. Se poi vogliamo estendere il modello lucano a tutta la nazione è un altro paio di maniche e si capisce perchè in TV spopolano tamarri tette e culi.

Anonymous said...

è lecito esprimere opinioni ma essere più realisti del re, almeno tra di noi non è consigliabile. La metodica estrattiva del gas non è meno impattante di quella per il petrolio, con l'aggravante che per il gas il numero dei pozzi perforati per ogni singolo progetto aumenta vertiginosamente.Detto questo, lo scandalo come MR spesso ricorda è l'accanimento nel distruggere e depredeare un patrimonio di incomparabile bellezza,un patrimonio strategico dal punto di vista della biodiversità,un patrimonio straordinario per le valenze culturali.Il tutto per poca roba e di bassa qualità, che di certo non è minimamente esaustiva per il fabisogno energetico nazionale.
Questa crisi globale invoca a gran voce un cambio di rotta in tutti i sensi, QUANDO CAVOLO LO FACCIAMO?
Fabrizia

geronimo said...

uno che afferma che l'estrazione di gas,di per se', e' una garanzia verso potenziali inquinamenti in caso di incidente o sta prendendo per il culo la gente o, credendolo vero, e' uno di quelli che baratterebbero il Parco Dela Cost Teatina con un lavoro dato dai politici in cambio del voto.