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Thursday, April 2, 2009

Gli inciuci dell' ENI




In questi giorni mi arrivano piu segnalazioni ed email di quanto io non possa processare. Voglio ringraziare tutti, e sperare che possiamo continuare ad essere sempre piu' numerosi. La situazione si aggrava, come riporta Prima da Noi. La piu' grande manifestazione della storia d'Abruzzo quasi sicuramente ci sara' il 16 Maggio 2009. C'e' ancora una lieve possibilita' che si svolga il 23, ma tutti cercheremo di fare del nostro meglio perche' sia il 16 Maggio a Pescara. Man mano che il tutto si delinea, ne scrivero'.

Intanto ecco cosa impariamo: Daniele Toto come spia e premio svendita dell'Abruzzo ai petrolieri diventa, quasi sicuramente il coordinatore del PdL. Ha fatto il lavoro sporco di andare a dire al governo centrale che la moratoria era anticostituzionale (secondo lui), ha fatto il suo dovere di servire i potenti ed ora gli danno il contentino. Un vero poltico che ama la gente d'Abruzzo! Se il buongiorno si vede dal mattino, il nipote di Carlo Toto "coordinera'" tutto l'Abruzzo tra le braccia delle trivelle. Il secondo classificato a questo ruole e' un tale Filippo Piccone di Celano, anche lui favorevole alle trivelle, come tutto il PdL, nonostante le parole.

Intanto, cambia la guardia anche al Corriere della Sera. Il nuovo direttore e' Ferruccio de Bortoli. Perche' questo ci interessa? Perche' il De Bortoli e' nel consiglio di amministrazione della Fondazione ENI Enrico Mattei, il fondatore dell'ENI.

Di questa fondazione fanno parte tutte le societa' petrolifere italiane nate dall'ENI stessa: l'Agip, l'ENichem, la Snam, la Saipem e la Snamprogetti, responsabili di avere inquinato mezza Italia.

Sono allora andata ad indagare chi altro siede in questo consiglio di amministrazione e trovo delle cose sconcertanti: ci sono direttori di giornali, esponenti del Vaticano, di case editrici, giornalisti, professori di economia dell'ambiente! E' incredibile! SI sono parati dappertutto! C'e' pure:

L'AMMINISTRATORE DELEGATO DELL'AGENZIA GIORNALISTICA ITALIANA!!!

E' tutto un inciucio! Come fara' mai a parlare di noi la stampa nazionale se sono tutti amici dell'ENI? Come fara' De Bortoli a parlare di Sarroch, di Viggiano, di noi, e tutte le altre schifezze che l'ENi fa in giro per il mondo sul Corriere se poi ci si va a sedere insieme? Una vergogna.

Il consiglio di amministrazione della Fondazione Enrico Mattei e' formato da:

PAOLO SCARONI
Arrestato nel 1992 con l'accusa di aver pagato tangenti al PSI per conto della Techint, nel processo chiede di patteggiare la pena a 1 anno e 4 mesi. Processato nel 2006 come amministratore delegato dell'Enel per aver inquinato, con la Centrale di Porto Tolle, il territorio del delta del Po e condannato ad un mese di reclusione, a titolo colposo, pena che viene convertita in un'ammenda. Amministratore delegato di ENI, consigliere di amministrazione in Assicurazioni Generali.

FERRUCCIO DE BORTOLI
Come fara' mai ad essere imparziale circondato da tutta questa gente?

RAFFAELLA LEONE
Assistente Esecutivo dell'Amministratore Delegato di Eni. Presidente della Servizi Aerei S.p.A, Vice Presidente di Eni Foundation, "MEMBRO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELL"AGENIZA GIORNALISTICA AGI" e membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Eni Enrico Mattei. Assistente Esecutivo dell'Amministratore Delegato di Enel (dal maggio 2002 al 2005) e di Pilkington (dal 1996 al maggio 2002).

STEFANO LUCCHINI
Direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione del gruppo ENI. E' docente all'ALTA SCUOLA DI GIORNALISMO presso l'UNIVERSITA' CATTOLICA DI MILANO, di cui è anche componente del Nucleo di Valutazione. Membro del CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELl'AGENZIA GIORNALISTICA ITALIANA. Presidente della Fondazione Benedetto XVI pro Matrimonio et Familia.


LEONARDO MAGUERI
Vice Presidente delle strategie e della programmazione per l'ENI. Autore del libro: L'era del petrolio: miti, storia, e futuro della risorsa piu' controversa del pianeta. In sostanza il tizio afferma che le riseve di petrolio non stanno finendo, ma che manca la capacita' di raffinare. Il suo messaggio? Costruiamo nuove raffinerie!


ALBERTO MEOMARTINI
Dall'aprile 1983 al 1990 è stato Direttore Relazioni Esterne dell'Eni e Assistente del Presidente dell'Eni, dal 1990 fino al 1999 ha ricoperto la carica di Amministratore Delegato della Snam S.p.A.,dal maggio 2000 all'aprile 2006 ha ricoperto l'incarico di Presidente di Italgas S.p.A. Dal maggio 2003 al dicembre 2005 è stato anche Vice Direttore Generale della Divisione Gas & Power dell'Eni. Presidente di Snam Rete Gas S.p.A. Presidente dell' ISTITUTO DI ECONOMIA E POLITICA DELL"ENERGIA E DELL"AMBIENTE (IEFE) presso l'Università BOCCONI, di cui era membro del Consiglio Direttivo.


JOAQUIN NAVARRO VALLS
E' stato DIRETTORE DELL'UFFICIO STAMPA DEL VATICANO
Qualcuno dovra' spiegarmi che ci azzecca il Vaticano con l'ENI? Che vergogna.


ROBERTO POLI
Dal 1966 al 1998 è stato docente di finanza aziendale alla Cattolica di Milano. Consigliere della MONDADORI, Fininvest, Merloni Termosanitari, Coesia, Maire Tecnimont e Perennius Capital Partners SGR. È stato PRESIDENTE DELLA RIZZOLI-CORRIERE DELLA SERA e di Publitalia S.p.A.


GIULIO SAPELLI
Dal 1975 al 1981 ha lavorato presso lo IAFE, il centro di formazione e di ricerca manageriale dell'ENI. E'stato, dal 1980 al 2003, DIRETTORE SCIENTIFICO DELLA CASA EDITRICE GIANGIACOMO FELTRINELLI.

DANIELA VIGLIONE
Vice Presidente dell'agenzia giornalistica AGI, ora AMMINISTRATORE DELEGATO
DELL'AGENZIA GIORNALISTICA AGI.

Non ho parole, e' sbalorditivo:

Il Consiglio di Amministrazione dell'ENI ha espresso la volontà di dedicare il massimo impegno al sostegno e allo sviluppo dell'Agi, da 50 anni storico protagonista dell'informazione primaria in Italia.



19 comments:

Anonymous said...

rimango allibito.
carlo ciccioni.
qui ci vogliono i caschi e le armi...............
oppure fare le valige e andarsene da questo scenario apocalittico.

Anonymous said...

I signori di Ortona non hanno capito nulla se IERI è tornata fuori la proposta bipartisan del rigassificatore ad Ortona. Forse abbandonano l'idea del Centro oli per farci accettare il rigassificatore? Emergenza Ambiente ha da molti mesi proposto di trasformare il Centro direzionale dell'Agip abbandonato in centro di eccellenza per le ricerche sulle energie alternative. E' un'ottima idea per creare posti di lavoro qualificati (quelli che oggi sono necessari) o si può impiantare una centrale a energia solare, o si possono mettere le persone a riparare l'acquedotto che perde metà dell'acqua per strada (e l'acqua è più preziosa del petrolio!). Ma le nostre proposte non le ascoltano, non le sentono nemmeno.Davvero i politici abruzzesi e nazionali vanno in direzione totalmente contraria a quella indicata dalla gente attenta. Il guaio è che la maggior parte della gente non è attenta e va dietro ai demagoghi.Allora mettiamo anche il rigassificatore nella manifestazione? per leggre la notizia andate su Prima da noi. Viviana

giosuè said...

precedente post
fonte:
http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=20127&page=0

Ultimo aggiornamento: Oggi 16:26

Cronaca
Petrolio in Abruzzo: nuovi pozzi a largo della costa teatina
Petrolio in Abruzzo: nuovi pozzi a largo della costa teatina

"Il 50% del territorio viene ceduto alle compagnie petrolifere per estrarre petrolio di pessima qualità che dovrà essere sottoposto a processi molto inquinanti di desulfurazione. Il 90% della popolazione si troverà a vivere dentro un distretto petrolifero".

E' l'allarme lanciato dalle associazioni ambientaliste.

"Le compagnie petrolifere pagheranno allo Stato il 7% di royalties e alla nostra regione solo l’1%. In altri paesi del mondo si pagano dal 30% all’80% di royalties come ricompensa per i danni ambientali. Vista la pessima qualità del nostro petrolio, il basso costo è l’unica ragione che rende interessante la nostra regione agli occhi dei petrolieri" scrivono le associazioni. "I pozzi di petrolio non porteranno posti di lavoro perché le compagnie petrolifere utilizzano i propri tecnici da fuori regione. Le raffinerie sono altamente automatizzate e a regime serviranno solo poche decine di persone. Al contrario, l’inquinamento provocato dall’attività petrolifera riguarderà tutta la regione con ricadute pesantissime sulla salute della gente e sull’economia".

DANNI ALLA SALUTE

"Il petrolio estratto in Abruzzo è di pessima qualità perché ricco di zolfo. Per essere trasportato via dalla nostra regione attraverso il porto di Ortona deve essere prima sottoposto ad un processo di raffinazione. Il prodotto di scarto più pericoloso è l’idrogeno solforato (H 2 S) dagli effetti letali sulla salute umana anche a piccole dosi. L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ raccomanda di non superare 0.005 parti per milione (ppm) mentre in Italia il limite massimo previsto dalla legge è pari a 30 ppm : ben 6000 volte di più. In mare addirittura non ci sono limiti in Italia. Politici e petrolieri diranno che tutto è a norma di legge, ed è vero! Il problema è che tali leggi sono fatte per tutelare i loro interessi e non i nostri".



DANNI ALL'AGRICOLTURA

"La trasformazione della regione in distretto minerario creerà un danno all’intero sistema agricolo e all’immagine dei prodotti eno-gastronomici abruzzesi. L’incompatibilita’ tra agricoltura e raffinerie è stata dimostrata scientificamente più di 30 anni fa. Allo stato attuale non esistono tecnologie che possano evitare i danni ambientali. Per questo motivo negli USA e negli altri paesi europei non vengono consentiti impianti di raffinazione di nessun tipo in prossimità di zone abitate. Ad Ortona per far posto alla raffineria hanno già tagliato le viti del Montepulciano DOC. Quanto alle altre viti che rimarranno, chi è che vorrà bere un vino fatto all’ombra delle trivelle e delle raffinerie? Sarà invendibile".

DANNI ALL'ECONOMIA REGIONALE

"Il petrolio comporterà la chiusura di moltissime aziende agricole e vi sarà una perdita di posti di lavoro in tutto il settore agricolo e agro-alimentare, un comparto che in Abruzzo include marchi di fama e di prestigio mondiali. Vi sarà anche un danno incalcolabile nel settore turistico e alberghiero: chi vorrà trascorrere le proprie vacanze tra fiamme alte 30 metri e puzza di uovo marcio (H 2 S)? La regione dei parchi si trasformerà nella regione delle raffinerie e delle discariche.

CONTAMINAZIONE DELL'ACQUA

"L’estrazione del petrolio e la sua raffinazione comportano un notevole dispendio di acqua. Solo l’impianto di desulfurazione utilizzerà UN MILIONE di litri d’acqua potabile al giorno. Acqua che sarà prelevata dall’acquedotto pubblico, già perennemente carente in estate. Queste acque contaminate dallo zolfo e metalli pesanti saranno poi reimmesse nel terreno con un rischio gravissimo di contaminazione delle falde. In Basilicata è già successo.

CONTAMINAZIONE DELL'ARIA CHE RESPIRIAMO

"Secondo lo studio del Mario Negri Sud solo la raffineria di Ortona emetterà ogni anno: 112 t di ossido di zolfo, 322 t di nitrati, 80 t di monossido di carbonio, 1.2 t di polveri fini e 2.2 t di composti volatili organici. Sempre secondo il Mario Negri Sud le stime dell’Eni sottostimavano dfino al 20% tali valori. Non dovevamo essere la regione dei parchi?"

*

DANNI AL MARE
*

"Negli Stati Uniti le perforazioni in mare devono essere eseguite a 160 km dalla costa per paura di possibili incidenti che riverserebbero petrolio sulla costa. Tali vincoli non esistono in Italia e a San Vito la MOG vuole installare un piattaforma a 5 km dalla costa. Tale piattaforma verrà costruita a partire dal 2010 e resterà li per i prossimi 15-20 anni secondo quanto dichiarato dalla MOG stessa. Conoscete qualcuno che vorrà venire in vacanza all’ombra di una piattaforma petrolifera?"

CONTAMINAZIONE DEI TERRENI

"La ricaduta delle sostanze inquinanti immesse nell’aria e nell’acqua danneggiano le potenzialità agricole della regione. In Val d’Agri (Basilicata) 15 anni fa i petrolieri dicevano le stesse cose che dicono a noi e cioè che tutta la loro attività è compatibile con l’agricoltura e la salute umana. Evidentemente mentivano se oggi in Basilicata i terreni vengono abbandonati e lasciati incolti perché producono poco o niente e con pessima qualità. Gli stessi terreni che furono pagati a caro prezzo dai rispettivi proprietari, oggi non valgono nulla perché non c’è mercato. Nessuno li vuole. Il risultato è un danno economico pesantissimo che nessuno ha mai risarcito.

I petrolieri lavorano alla petrolizzazione dell’Abruzzo dal 2001 mentre la classe politica sapeva, stava zitta e metteva le firme necessarie. Gli unici a non essere informati erano i semplici cittadini che non avrebbero mai accettato la trasformazione irreversibile del loro territorio.



Nel frattempo la stampa è venuta meno al suo lavoro di indagine nascondendo e sottovalutando gli allarmi lanciati da scienziati e da grandi enti di ricerca scientifica. Per questa ragione molti abruzzesi non sanno ancora niente del rischio spaventoso che la nostra regione sta correndo. I petrolieri e i loro amici amano chiamare la raffineria che vogliono costruire ad Ortona “ Centro-Oli” per confondere i cittadini e non spaventarli. La raffineria di Ortona è un elemento indispensabile del progetto che se oggi non esiste è grazie ad una legge regionale approvata nel marzo 2008. La legge è stata approvata sotto la spinta popolare di migliaia di cittadini arrivati nel capoluogo ad assediare il palazzo della regione. Senza questa pressione popolare i politici non ebbero il coraggio di resistere alle richieste dei petrolieri che ora sono tornati all’attacco".

L’INGANNO

"Durante la campagna elettorale del 2008 tutti i partiti si sono dichiarati contrari al petrolio ed in particolare alla costruzione di raffinerie. La pericolosità del tema petrolio in campagna elettorale fu tale che anche Berlusconi nei suoi discorsi tenuti a Chieti e a Pescara si impegno a non farli fare. Ma a tante belle parole, fatti di segno opposto sono seguiti. Il Ministero della Sviluppo Economico continua a classificare l’Abruzzo regione mineraria e il governo ha impugnato la legge regionale che bloccava la costruzione della raffineria di Ortona. Inoltre nuove autorizzazioni vengono ancora rilasciate alle compagnie petrolifere; la legge regionale recentemente proposta dall’assessore all’agricoltura Febbo dell’attuale maggioranza, di fatto, apre la strada al petrolio e condanna a morte l’agricoltura, l’economia eno-gastronomica e lo sviluppo turistico dell’Abruzzo.La verità sul grave rischio che stiamo correndo è ormai chiara, ma la classe politica non ha la forza, il coraggio e soprattuto la volonta’ di contrastare la compagnie petrolifere. Il rischio è ora più grave che mai! Stampa e istituzioni cercano ancora di tranquillizzare la gente con false promesse, bugie e nascondimenti. La verità è che al 31.12.2007 in Abruzzo sono già stati perforati 722 pozzi di estrazione o di ricerca e che molti altri sono in arrivo. Tutto questo con il supporto delle vecchie giunte e di quella attuale. Ad Ortona l’Eni ha già acquisito i terreni e sta facendo tagliare le vigne per far posto alla futura raffineria. Contano sul fatto che come al solito, quando la gente capirà, sarà troppo tardi".

GLI APPELLI FINO AD ORA IGNORATI

"Un forte appello a desistere da questi scellerati progetti è stato lanciato da 88 dirigenti medici della ASL di Chieti-Ortona, docenti universitari e da scienziati di diversi settori chehanno tenuto conferenze in varie città dell’Abruzzo per illustrare i rischi. Persino la conferenza abruzzese-molisana dei vescovi, consapevole di quello che èaccaduto in Basilicata, è intervenuta col documento “Abitare la Terra” (Luglio 2008) in cui si chiede espressamente di rinunciare al progetto della raffineria. Tutti gli appelli del mondo scientifico, delle autorità religiose, delle numerose associazioni di cittadini, delle cantine, degli agricoltori, degli operatori turistici, dei comuni a cui si sono uniti anche personaggi noti come Dacia Maraini, Giò Di Tonno, Caparezza ed altri, nonsono riusciti finora a far desistere i petrolieri. I politici non vogliono (o non riescono) a fermarli perciò occorre un’azione comune. Abbiamo una classe politica debole, corrotta e connivente. Abbiamo una stampa inadeguata. Abbiamo tutto da perdere e nienteda guadagnare dalla trasformazione della nostra regione in regione petrolifera: danni economici, ambientali, disoccupazione, emigrazione, malattie e malformazioni.

Per accedere ad un elenco di siti di informazione e filmati prodotta da semplici cittadini, in modo indipendente, serio e basata su evidenza scientifica visita: http://regioneabruzzo.blogspot.com/".

fonte:
http://www.abruzzo24ore.tv/news/Petrolio-in-Abruzzo-nuovi-pozzi-a-largo-della-costa-teatina/10383.htm

mario franco basilico said...

Questo post è avvilente ma per me non è una novità, so che i sindaci quando prendono decisioni impopolari e si sentono sicuri, sanno che ci penseranno i personaggi di elevata potenza con tutto il relativo capillare servizio segreto d'informazione ad assicurargli l'incolumità.
I politici hanno tanta paura e per questo motivo calcolano tutto alla perfezione; quando sono consapevoli di dover sostenere il torto, evitano il confronto ed annientano tutti gli ostacoli.

giosuè said...

ENI: SOCIETA' CONSEGNA AIUTI UMANITARI A POPOLAZIONI CONGO


(ASCA) - Roma, 3 apr - Eni ha consegnato oggi aiuti umanitari alle autorita' della Repubblica Democratica del Congo e della Repubblica del Congo. Nell'ambito dell'iniziativa, le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo coinvolte nella guerra civile riceveranno materiale sanitario e beni di prima necessita'. Ulteriori aiuti saranno inoltre indirizzati alla Repubblica del Congo (Brazzaville), dove le intense piogge stagionali hanno reso critica la situazione igienico sanitaria. L'accordo per la consegna degli aiuti era stato firmato recentemente con l'Organizzazione Mondiale della Sanita'.

L'intervento, interamente finanziato da Eni e coordinato in sinergia con le Autorita' di Brazzavillle, consiste nel reperimento, invio e distribuzione di kit medico-sanitari, composti da farmaci, parafarmaci, vaccini e tutte le attrezzature necessarie per poter svolgere attivita' ambulatoriali, come ferri chirurgici e disinfettanti.

Verranno, inoltre, distribuiti kit medico-sanitari per la cura del colera, kit per la purificazione delle acque, e generi alimentari e di prima necessita' per far fronte ai bisogni immediati delle popolazioni colpite.

''Questa importante iniziativa umanitaria - si legge in una nota della societa' - testimonia l'attenzione di Eni per il continente africano dove la Societa' ha inaugurato proprio con le Autorita' del Congo Brazzaville un nuovo modello di cooperazione basato sull'integrazione del business tradizionale dell'esplorazione e produzione di idrocarburi con attivita' di sostenibilita' nel territorio e importanti iniziative nel settore degli olii non convenzionali e delle energie rinnovabili. Attivita' che si accompagnano alle iniziative di solidarieta' sociale e sanitaria promosse e realizzate da Eni Foundation''.

fonte:
http://www.asca.it/news-ENI__SOCIETA__CONSEGNA_AIUTI_UMANITARI_A_POPOLAZIONI_CONGO-820590-ORA-.html

giosuè: l'ENI non ci prendesse per i fondelli per favore, ... iniziativa umanitaria... il PETROLIO vi INTERESSA del Congo!

Angelo said...

"Più sono grandi e più rumore fanno quando cadono!".

Vescovi, imprenditori, giornalisti, banchieri. L'impresa all'italiana, ovvero una sorta di massoneria in grado di convogliare l'interesse di più lobby che si spalleggiano e si favoriscono.

L'Eni, così descritta, è di fatto IL POTERE da combattere, che tiene l'Italia, per intercessione di questa classe politica, sotto scacco da 60 anni ormai.

La risonanza mediatica è possibile. Ma in piazza dobbiamo portare centomila abruzzesi come minimo e non sarà facile.

Ma se fosse facile, non toccherebbe a noi. Noi siamo quelli chiamati a combattere, chiamati a cambiare la Storia di rovina che petrolieri e politici complici vogliono scrivere su questa regione.

Non sentitevi impotenti, battuti, dinanzi a questi poteri e non scoraggiatevi. Noi possiamo farcela, noi possiamo fermare tutto questo e lo faremo!

Non dobbiamo esser noi a temere loro, ma loro a temere noi.

giosuè said...

"Eni ti ricorda che la stampa di questo documento ha un costo per l'ambiente"

ma non ci posso credere, anche il sito di eni mi prende per i fondelli, non so se ridere o piangere!

giosuè said...

Questa mattina, a Pescara, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, intervento al convegno "La rincorsa è finita. L'economia abruzzese tra trasformazione e crescita" che si è tenuto presso la Facoltà di Economia, in un'aula "Federico Caffè" stracolma di studenti che hanno apprezzato molto il suo discorso. Al convegno hanno partecipato anche il docente di Politica Economica Giuseppe Mauro, Piergiorgio Landini, direttore del Dipartimento di Economia e Storia del Territorio, Riccardo Calogero Marrollo, presidente di Confindustria Abruzzo e l'ex ministro Remo Gaspari, protagonisti di un dibattito moderato dal direttore del quotidiano "Il Centro", Luigi Vicinanza.

fonte:http://www.regione.abruzzo
.it/portale/index.asp?modello=articolo
&servizio=lista&stileDiv=mono&msv=
articolo15777&tom=5777

giosuè said...

good news:

mio fratello insieme a un amico stà cercando di organizzare per il giorno della manifestazione il coinvolgimento dei raduners delle Harley-Davidson e Moto-Guzzy e sembra che la cosa sia fattibile, inoltre sta inviando del materiale alle cantine sociali da lui seguite in ambito grafico con la divulgazione del sito http://www.regioneabruzzo.blogspot.com/
di danilo, a questo punto dobbiamo per forza avere una data certa, NON SCORAGGIATEVI, dobbiamo proseguire a piccoli passi ma INCISIVI!!!

LA STAMPA NON POTRÀ MANTENERE A LUNGO IL BAVAGLIO SU QUESTA VERGOGNA, LA GENTE CON CUI PARLO È INCAZZATA NERA!!!

Anonymous said...

joaquin navarro valls e' numerario dell'opus dei

opus dei, finanza cattolica ... (di destra)

as opposed to what?

a quanto sembra, la opus dei ha preso il sopravvento durante e dopo il papato di papa Giovanni Paolo I

il sopravvento su che cosa?

well, of course, l'opus dei ha giocato una partita vincente contro l'ala massonica (vedi la demise del Banco Ambrosiano, Roberto Calvi, il Ponte dei Frati Neri, ecc. )

ma non vogliamo certo dire che l'ala massonica fosse di sinistra ...

quando si dice 'di destra' si intende principalmente dire che e' molto piu' intransigente su tutta una serie di questioni morali, sulle quali l'ala massonica era molto disinvolta ...

e nemmeno vogliamo dire che non ci siano momenti di dialogo dialettico tra queste due ali ...

per approfondimenti su questi temi, e affini:

ferruccio pinotti, poteri forti, rizzoli

carlo bellavite pellegrini, storia del banco ambrosiano

gabriele mastellarini: assalto alla stampa, controllare i media per governare l'opinione pubblica, edizioni dedalo

sandro orlando, la repubblica del ricatto, dossier segreti e depistaggi nell'italia di oggi, chiarelettere

vittorio messori, opus dei, mondadori

Anonymous said...

sta circolando l'idea di firmare una petizione ''on line'' al prefetto per chiedere le dimissioni del sindaco di ortona

non penso proprio che ci siano basi legali che potrebbero consentire al prefetto di muoversi in alcun modo significativo sulla base di una petizione ''on line'' dove molti nominativi non riportano l'indirizzo, e alcuni riportano solo un nome, e in mancanza di un meccanismo di riconoscimento della identita' personale di chi firma

non dimentichiamo che questo e' il paese dove il tar ha rigettato il ricorso su basi formali (peraltro discutibili) senza entrare nel merito (salvo poi esprimersi a margine facendo commenti non richiesti e superficiali)

credo che questa idea della petizione, che e' senz'altro buona come idea, debba pero' essere implementata ''in situ'' piuttosto che ''on line''

ovvero nella vita reale piuttosto che in quella virtuale di internet,

cioe' per mezzo di tavolinetti piazzati per strada, dove gli ortonesi in carne e ossa (e, suppongo, solo loro, in quanto soltanto loro hanno il diritto di eleggere il sindaco di Ortona)
potranno firmare, documentando la loro identita' con tutte le procedure previste in casi simili, ad esempio per le firme per i referendum,

e che forse allora il prefetto, qualora il numero dei firmatari dovesse risultare ingentissimo, potrebbe commuoversi e fare qualcosa

ma ve lo immaginate il prefetto che si muove sulla base di una petizione ''on line'' ? dove molti nominativi non riportano l'indirizzo, e alcuni riportano solo un nome, e in mancanza di un meccanismo di riconoscimento della identita' personale di chi firma?

chi e che cosa garantisce per la identita' personale delle firme che si trovano in quel sito?

quella lista ha un significato simbolico, ma se vogliamo che abbia anche almeno una speranza di avere un significato legale, l'identita' di chi firma deve essere verificata, ad esempio nei modi previsti per la firma per un referendum

se anche il prefetto fosse ''on line'', potrebbe pure essere, ma no, il prefetto non si trova ''on line'' e allora bisogna che qualcuno in carne e ossa metta su i tavolinetti e prepari i moduli ecc ecc

piu' in generale, e' un errore pensare di poter fare tutto su internet

a un certo punto bisogna alzarsi

poi, osservo che

1. il numero di persone che usano internet e' relativamente esiguo (relativamente alla popolazione, cioe' in percentuale) e che

2. coloro che usano internet sono forse tra i piu' attivi su questo problema

ergo, raccogliere una petizione con le firme, insieme agli indirizzi, mi sembra voler fare un regalo bello bello ai servizi di informazione che volessero conoscere i nominativi delle suddette persone, per poterne piu' efficacemente contrastare l'azione

esagerazioni? leggete qui

http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/ambiente/nucleare3/nucleare3/nucleare3.html

naturalmente, nel firmare una petizione su carta, sopra un tavolino, mostrando un documento di riconoscimento ecc ecc, si fornisce appunto la propria identita', che potrebbe poi essere usata per contrastare la nostra azione ecc ecc,

ma almeno quella petizione potrebbe forse servire a qualcosa, o almeno potrebbe ragionevolmente aspirare a servire a qualcosa, e potrebbe avrebbe un impatto mediatico notevole (specie se, ripeto, a firmare fosse un numero ingentissimo di ortonesi)

e poi, se l'esperimento dovesse avere successo, a firmare non sarebbero 35 o 350 anime belle (lo dico con rispetto parlando), ma la maggioranza assoluta e schiacciante degli ortonesi, e a quel punto stanno freschi a ''contrastare la loro azione''; e la cosa avrebbe un impatto mediatico di un certo peso;

come dicevo, a me pare che il prefetto questa petizione ''on line'' non potrebbe proprio usarla, e sarebbe come dicevo solo un regalo fatto ai servizi di informazione ostili

Anonymous said...

...nel frattempo consigliate a più persone la visione del trailer di OIL
WWW.OILFILM.IT
sarroch_cagliari

vi seguo per aggiornamenti su manifestazione
Monica

giosuè said...

Rospo di Mare, «adesso solo il Ministero può bocciare il progetto»

VASTO.«Il termine entro cui presentare istanze ed osservazioni al Ministero è scaduto da qualche giorno», spiega Gagliano, «ma non ci risulta che qualcuno sia intervenuto».


* E FARA SAN MARTINO PUNTA SULL’ENERGIA FOTOVOLTAICA

Dall’avviso pubblico che è comparso su alcuni quotidiani, così come riportato nel nostro pezzo di ieri, si legge che dal 31 marzo per 60 giorni decorrono in realtà i tempi per presentare le osservazioni da parte di chiunque abbia interesse.
Le associazioni ambientaliste Impronte e Comitato Natura Verde però sono preoccupate: «nessuno ha presentato osservazioni al progetto».
«Magari sarebbe stato sufficiente», commentano Nino Da Bucchianico e Enrico Gagliano, «far votare una risoluzione in Consiglio che impegnasse la Regione».
Così non è stato e, quindi, l’unica possibilità che il progetto della Edison S.p.a. non si concretizzi e che il Ministero dell’Ambiente si pronunci per l’incompatibilità ambientale, «così come richiesto da alcune associazioni, tra cui la nostra, che cercano faticosamente di smontare tesi contenute in studi di valutazione di impatto che le compagnie petrolifere possono confezionare in casa o commissionare all’esterno a suon di qualche centinaia di migliaia di euro».
Le due associazioni passano poi in rassegna le royalties sulla produzione, «molto contenute in rapporto a quelle previste in altri Paesi». Si arriva, infatti, secondo fondi ministeriali, «al solo 4% del valore della produzione e non si applicano alle prime 50.000 tonnellate di greggio estratto».
Ciascun concessionario procede alla corretta misurazione delle produzioni, effettua autonomamente i calcoli delle royalties dovute, esegue le ripartizioni tra Stato e Regioni, ed effettua i relativi versamenti.
Per quanto riguarda le royalties che derivano da attività di estrazione che hanno luogo nel mare territoriale, il 55% di esse va allo Stato mentre il restante 45% finisce nelle casse delle Regioni costiere.
Nel caso del giacimento Rospo Mare le Regioni costiere sono l’Abruzzo e il Molise.
«In base a dati fornitici proprio ieri dall’Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e la Geotermia», spiega Gagliano, «per le produzioni dell'anno 2007 le società Edison ed Eni hanno corrisposto allo Stato ed alle Regioni una royalty complessiva pari a 2.269.473 euro. Di questi circa 312.000 euro sono stati versati alla Regione Abruzzo e circa 936.000 euro alla Regione Molise. Per il 2008 gli importi dovrebbero essere più o meno identici».
Quanto sopra per gli ultimi due anni. E che dire di tutti gli altri precedenti, visto che Rospo Mare è produttivo fin dal 1982?
«Sarebbe opportuno», continua il rappresentante dell’associazione Impronte, «ed anche utile che la Regione Abruzzo e le Compagnie rendessero pubblici questi dati così come fanno già da tempo su internet l’Eni e la Regione Basilicata per il Petrolchimico di Viaggiano. Perché non fare la stessa cosa per Rospo Mare e per tutte le concessioni future?»
La Regione, inoltre, secondo Gagliano, «dovrebbe dire chiaramente come queste somme sono state spese in passato e come verranno spese nel corso del 2009. Stesso concetto per quanto riguarda lo Stato che dovrebbe reinvestire in Abruzzo le royalties percepite per Rospo Mare».
La proposta dell’associazione è «quella di finalizzare l’impiego delle compensazioni ambientali alla realizzazione di un sistema di monitoraggio in continuo, di tipo chimico-fisico, sulla qualità delle acque delle aree marine interessate dall’estrazione del petrolio».

04/04/2009 11.05

IL SINDACO DI CASALINCONTRADA:«NO AL PETROLIO»

«Apprendo con meraviglia e sgomento dalla stampa che una società petrolifera irlandese avrebbe il permesso di compiere delle ricerche che si estendono anche sul mio territorio comunale»: così il sindaco di Casalincontrada, Concetta Di Luzio, commenta l’anticipazione di PrimaDaNoi.it, secondo cui la «Petroceltic» ha intenzione di far valere presto il permesso di ricerca denominato «Civitaquana», che coinvolgerebbe anche il territorio comunale di Casalincontrada.
«In Comune – precisa Di Luzio – non c’è alcuna richiesta per ricerche di tipo petrolifero e mi pare alquanto strano che ci siano permessi rilasciati che coinvolgono Casalincontrada, senza che l’amministrazione ne sappia alcunché. Tuttavia, approfondiremo questa notizia, facendo sinergia anche con i colleghi dei paesi confinanti, che sono ugualmente interessati da questo fantomatico permesso della Petroceltic e ci batteremo con ogni mezzo per impedire che il nostro territorio possa essere coinvolto in qualsivoglia trivellazione petrolifera. Siamo pronti a tutelare la nostra economia, il nostro ecosistema, le nostre tradizioni, la nostra cultura e il nostro territorio in ogni maniera, coinvolgendo tutta la popolazione e ricorrendo ad ogni possibilità, istituzionale e non, per impedire uno stravolgimento della nostra vita».

04/04/2009 11.56

giosuè said...

Decreto del Governo: Parchi a rischio

giovedì 02 aprile 2009

parchiABRUZZO E DECRETO CASA DEL GOVERNO: A RISCHIO IL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO E PARCHI REGIONALI DELLA NOSTRA TERRA!

Il Capogruppo regionale abruzzese de “La Sinistra-VERDI, SD”, Walter Caporale, nel presentare una Interpellanza Urgente al Governatore della regione, Gianni Chiodi, per conoscere i suoi reali intendimenti in merito al Decreto legge predisposto dal Governo in materia di edilizia, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “La prima reazione allo schema di Decreto Legge in materia edilizia che nella giornata di mercoledì 25 marzo viene sottoposto all’attenzione dei governatori regionali, è di incredulità.

Per l’Abruzzo, con la sua elevata percentuale di territorio protetto, questo provvedimento si configura come un vero e proprio atto di pirateria e di vero e proprio sacco della bellezza, delle risorse, del patrimonio della nostra regione. Nell’Interpellanza Urgente presentata dai Verdi, chiedo al Presidente Chiodi se intende dare applicazioni alle norme del Decreto o se invece non ritenga più doveroso ricorrere alla Corte Costituzionale per richiederne l’incostituzionalità, vista la manifesta violazione di prerogative che la Costituzione, in seguito alla riforma del Titolo V, assegna alle Regioni e agli Enti locali. All’articolo 5, comma 1, la bozza del decreto legge ammette implicitamente che gli ampliamenti delle case possano essere realizzati nelle “zone B” dei Parchi, quelle definite “a tutela orientata”, poiché li vieta solo nelle “zone A” dei parchi nazionali, regionali o interregionali! Dunque il Parco Nazionale d’Abruzzo, quello del Gran Sasso e della Majella ma anche quelli regionali, rischiano di essere sommersi da un’ondata di cemento che vanificherebbe una delle poche voci positive della nostra economia: il turismo nelle aree verdi e nelle nostre montagne! Ci preoccupa che l’Abruzzo sia una delle cinque regioni che, insieme a Veneto, Sardegna, Molise e Friuli, si è dichiarata immediatamente possibilista sull’applicazione immediata del decreto di cementificazione del nostro Paese e dunque della distruzione della nostra terra. Per fortuna tutte le altre regioni hanno già manifestato la loro opposizione e l’intenzione di ricorrere alla Corte Costituzionale.

Con questo provvedimento il governo Berlusconi accentua, se possibile, la sua vocazione demagogica, con conseguenze gravissime e irreversibili per il sistema ambientale e urbanistico del nostro Paese, nonché per l’equilibrio complessivo delle sue risorse. Con il previsto aumento generalizzato delle volumetrie, senza regole e controlli, è come se due città e mezzo come Roma venissero costruite ex – novo. Ciò comporterebbe un aumento vertiginoso degli indici, già elevati nel nostro Paese, del consumo del suolo. Gli effetti ambientali sul territorio e sulle risorse naturali sarebbero catastrofici: il consumo di cemento aumenterà sino a raggiungere il picco di 220 milioni di tonnellate per soddisfare ad esaurimento la domanda relativa solo all’ampliamento del 20% - ricordo che l’Italia è già al primo posto in Europa nella produzione di cemento con 47 milioni di tonnellate annue. Ciò comporterà necessariamente un aumento del consumo di acqua, di sabbia e di ghiaia e dunque una ulteriore richiesta di aperture di cave e prelievi di sabbia dai fiumi, e questo in un Paese in cui le cave ne hanno già profondamente ferito il territorio. Così, il Governo Berlusconi alla ricerca di un sempre più largo e crasso consenso (per questo fine non esita ad adulare persino il più sfrenato individualismo abusivista), contrabbanda il provvedimento come capace di rilanciare l’economia attraverso la ripresa delle attività edìli, quando gli stessi effetti e nello stesso settore potrebbero realmente essere raggiunti ristrutturando e ‘riciclando’ le nostre orrende periferie urbane così come si sono venute formando dagli anni Cinquanta ad oggi”. (themalinformazione.it)

Ultimo aggiornamento ( giovedì 02 aprile 2009 )

fonte:
http://www.tuttoabruzzo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=12929&Itemid=754

giosuè said...

giosuè: il governo centrale è a dettar legge, a Ravenna come da noi.

San Pietro in Vincoli, torre di perforazione, Ancisi (LpR): "Ravenna come Dallas"

26 marzo 2009 - 18.12 (Ultima Modifica: 26 marzo 2009)

Foto di repertorio

"Ravenna come la Dallas italiana", così esordisce il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, riferendosi alla dibattuta questione sulla torre di perforazione a San Pietro in Vincoli. "C'è molto di più - assicura - la nota di mercoledì, dell'assessore all'ambiente Dradi, ha rivelato che il comune di Ravenna è considerato una specie di vaso di Pandora da scoperchiare per farne uscire gas (o magari anche liquidi) petroliferi destinati alla rovina del territorio".

"Ogni possibile estrazione - spiega - per una legge elementare della fisica, non può che aggravare il fenomeno della subsidenza che a Ravenna già ha prodotto danni enormi. Il pozzo di San Pietro in Vincoli ha già superato la prima fase della ricerca, da cui la Northen Petroleum ha tratto la ragionevole aspettativa dell'estrazione di 9,4 miliardi di metri cubi di metano, anche se 'le autorità locali hanno posto in evidenza una serie di criticità relative all'impatto acustico, alla gestione delle acque, ai flussi di traffico indotti dal sito, alle emissioni di polveri in atmosfera': lo dice l'assessore, aggiungendo che ci si deve ben guardare dagli 'effetti della subsidenza indotta dall'estrazione del gas'".



"Nonostante questo - sottolinea Ancisi - la Regione Emilia-Romagna ha dato parere favorevole al permesso ministeriale, limitandosi a chiedere misure di riduzione dei danni, nella considerazione del 'carattere temporaneo dell'attività esplorativa': come se scavare a 3.700 metri da un piazzale di 8 mila metri quadrati possa, alla fine, restituire il territorio agricolo com'era prima e, nel caso probabile che il metano sia come calcolato, sia facile dire che non si può farne niente. Gli errori compiuti sono tragici".



"Dopo aver detto che la questione era stata trattata solo dal Ministero, i governanti locali ammettono che vi hanno avuto una diretta parte in causa la Regione Emilia-Romagna e l'ARPA di Ravenna, non a caso incaricata di vigilare all'atto dell'attivazione dell'impianto. Se il Comune di Ravenna non ne sapeva niente, i suoi amministratori dovrebbero ritirarsi, per dignità, a vita privata. Il fatto poi che nessuna informazione sia stata data al Consiglio comunale, agli organi di informazione e soprattutto alla popolazione investita da tanto danno è una colpa gravissima sul piano della trasparenza degli atti della pubblica amministrazione. Ogni giorno, i cittadini di Ravenna sono sommersi dalla minuziosa informazione, prodotta da quattro giornalisti stipendiati a tempo pieno, di ogni piccolo atto che Matteucci & C. ritengono meritevole di plauso, anche se stucchevole. Ma si devasta il territorio clandestinamente, in modo che a nessuno venga in mente di fare osservazioni a cui sarebbe difficile rispondere. La Regione e il Comune avrebbero dovuto opporsi anche alla richiesta di perforazione, per i danni che essa stessa produce e soprattutto perché non ha senso fin d'ora che si possano estrarre dal sottosuolo ravennate miliardi di metri cubi di gas senza produrre un disastro ambientale, e di conseguenza far avanzare i lavori ad un punto da cui sarà oltre modo faticoso tornare indietro".



"Per non farci mancare niente - conclude Ancisi - la Regione ha dato il via alle prime attività di ricerca di giacimenti di idrocarburi alla stessa Nothern Petroleum su vaste aree naturalistiche protette e vincolate, collocate rispettivamente sul litorale tra Lido Adriano e Marina di Ravenna e tra i Fiumi Uniti e il torrente Bevano, mentre l'ENI richiede di riattivare un pozzo già esistente sulla via Sant'Alberto. Mentre le fanfare del regime ci stordiscono in continuazione su Ravenna candidata a capitale europea della cultura e sulla sua eccezionale vocazione turistica, si sta facendo di Ravenna la Dallas italiana, in cui sarà difficile anche solo vivere con la terra sotto i piedi".

fonte:
http://www.romagnaoggi.it/ravenna/2009/3/26/119518/

Anonymous said...

piano con tutti questi copia e incolla, non ci si capisce piu' niente qui !

Discutiamo invece di farla diventare la rassegna stampa, grazie.

giosuè said...

Clima. Assocarboni: Investire su carbone, è sicuro e sostenibile

fonte:
http://www.diregiovani.it/gw/producer/dettaglio.aspx?id_doc=25537

-.-

Dalle foglie finte al sale, tutto per incrementare l'energia solare (che ci serve tanto)

Presentato a Torino "Energy Think". Eni e Legambiente insieme nel progetto.

04/04/2009

fonte:
http://newsfood.com/q/29671136/dalle-foglie-finte-al-sale-tutto-per-incrementare-lenergia-solare-che-ci-serve-tanto/

-.-


giosuè: là dove l'ENI "porta lavoro"...

Sale la tensione per i nuovi annunci di tagli,
i più arrabbiati bloccano il traffico
I chimici sono disperati
e minacciano sequestri.


Applausi degli oltre 660 presenti agli interventi più accesi, urla di rabbia e fischi ogni volta che si nominava Eni

fonte:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/i-chimici-sono-disperati-e-minacciano-sequestri/2077164

giosuè said...

Anonymous said...

piano con tutti questi copia e incolla, non ci si capisce piu' niente qui !

Discutiamo invece di farla diventare la rassegna stampa, grazie.

ottimo!
magari la rassegna stampa la facciamo sul sito:

http://www.regioneabruzzo.blogspot.com/

e qui da maria rita solo i commenti sui suoi post.

Anonymous said...

Il territorio ravennate l'hanno devastato + di 60 anni fa, e nessuno ha mai detto niente, ma era il dopoguerra e si moriva di fame, il petrolio portò effettivamente benessere, ma ha devastato un territorio meraviglioso, l'eni continua a fare quello che gli pare lì, in fondo è il padrone di casa!
questo è un chiaro esempio di come una volta che si insediano in un territorio nn se ne vanno +!