Qualche tempo fa abbiamo parlato dell'articolo del Financial Times di Londra dove si parlava dei disastri ambientali in Basilicata a causa delle estrazioni petrolifere. In questo articolo, del 18 Novembre 2008, ci sono anche le dichiarazioni di Claudio Descalzi, presidente di Assomineraria e vice presidente dell'ENI.
Oggi mi sono imbattuta nell'intervista al Corriere della Sera, pubblicata il 16 novembre e poi ripresa da Assomineraria, da cui vengono quelle dichiarazioni di Descalzi e dove lui ribadisce "la necessità" di una ripresa dell’Esplorazione e Produzione di Idrocarburi in Italia.
E perche' c'e' necessita'? Per chi c'e' la necessita'? Per arricchire i propri investitori? Per l'ENI che perde soldi in borsa? Per l'ENI che continua a promettere che Miglianico presto entrera' in produzione e che non sa piu' cosa inventarsi? Ricordo che ora parlano di entrata il produzione verso la meta' del 2009 per il centro oli di Ortona nel loro sito ufficiale. Bugiardi, la ci stanno ancora gli ulivi dell'eroico signor Orsini!
Continua Descalzi:
"Solo la disponibilità di forti riserve nazionali, il cui valore è stimato in 230 miliardi di euro, ci mette al riparo dalle forti oscillazioni di prezzi delle fonti energetiche come il petrolio e il gas."
"L’Italia ha notevoli riserve di olio e gas, che potrebbero essere messe in produzione dopo il 2012. Credo che finora siano mancate consapevolezze e focalizzazione: per svilupparle lo Stato dovrebbe lanciare un progetto ad hoc, dotandolo di adeguate risorse, finanziarie e umane. Sarebbe un’operazione con grandi investimenti, ma anche con grandi risultati."
Ah si? E per chi sarebbero questi risultati? Non certo per gli Italiani: basta solo guardare cosa e' successo ai lucani, la terza regione piu povera d'Italia nonostante (o forse proprio a causa!) del petrolio. Secondo Descalzi lo STATO, cioe' noi, dovremmo non solo dargli i soldi di tasca nostra per fargli strade, porti petroliferi, allacci, oleodotti e altre infrastrutture ma dovremmo anche star zitti e lasciargli campo aperto e veder distrutte tutte le altre attivita' umane ed economiche che gia' esistono sul territorio. E lo STATO, cioe' noi, dovremmo poi pure accollarci tutte le spese medico sanitarie per venire incontro all'aumento di malattie e inquinamento ambientale. Il tutto in cambio delle royalties che sono fra le piu' basse del pianeta. Ma crede che gli italiani siano babbo natale?
L’Italia è il quarto Paese dell’Unione Europea per riserve accertate, dopo i Paesi del Mare del Nord. Dispone di 130 miliardi di metri cubi di gas provati e altri 120-200 miliardi di metri cubi potenziali. Se poi ci mettiamo l’Alto Adriatico, sarebbero altri 30 miliardi di metri cubi in più. "
Poi c’è l’olio. Anche qui abbiamo riserve provate di 840 milioni di barili e potenziali fra i 400 milioni ed un miliardo di barili.
Abbiamo poche riserve rispetto a quel che ci serve, signor Descalzi. Peccato che lei non spiega che il nostro petrolio nulla ha a che vedere con quello piu' fluido e puro dei Mari del Nord.
Sfruttarlo significherebbe riempire l'Italia di raffinerie e desolforatori. In Norvegia ne hanno due di raffinerie. Lasciamo lo schifo che abbiamo sottoterra e concentriamoci sugli altri aspetti dell'economia Italiana che potrebbero farci crescere in maniera sana e onesta. So che all'ENI altri tipi di attivita' non interessano, ma questo e' un problema vostro, non degli italiani.
Assomineraria poi aggiunge:
Descalzi ha poi sottolineato che le regioni maggiormente indicate per lo sviluppo degli idrocarburi sono: Sicilia, Emilia Romagna, Puglia, in parte Calabria e Abruzzo e poi Basilicata, Piemonte, Lombardia e Molise
Cioe' vogliono bucare tutta l'Italia. Iniziamo con sotto casa sua, signor Descalzi? Continua:
Quando si passa al rapporto con le Regioni, però, non è possibile che le strategie energetiche di un Paese non siano uniformi, né da un punto di vista progettuale, né burocratico–amministrativo. E’ questa la causa dei blocchi, dei rallentamenti e delle incomprensioni fra le parti. E qui c’è una separazione netta, una discontinuità. Un progetto industriale non può essere demandato a due soggetti separati che non hanno le stesse competenze e non parlano lo stesso linguaggio.
La causa dei blocchi e' un altra: sta nel fatto che in Italia nessuno ha il coraggio di dare pane al pane e vino al vino. Ne abbiamo visto un lampante esempio in Abruzzo con Chiodi e Febbo che non si sa bene cosa dicano, che posizioni abbiano. La Stati, assessore all' ambiente ha la bocca totalmente serrata come se fare l'assessore all'ambiente significasse annaffiare fiori sul balcone. Gente inutile, senza coraggio che ha paura di dire io sono per il si 0 per il no PER DAVVERO e con sincerita' . Gente che non vive di principi ma di compromessi. Gli Abruzzesi non lo vogliono il petrolio, ma i politici non ci sentono, hanno paura, dicono ni, spesso sono ignoranti in materia, e cosi passano leggine poco chiare per tutti. Ne per la gente che vorrebbe dei no chiari ne per quei pochi e di parte, che come Assomineraria, vorrebbero dei si.
In un articolo del 18 novembre il Financial Times prende in esame la situazione della Basilicata dove c’è il maggiore giacimento petrolifero a terra dell’Europa Occidentale: quello della Val d’Agri.
Gli ambientalisti - scrive il giornale inglese - hanno condotto per 15 anni una dura campagna mirante a stabilire nell’area della Val d’Agri un parco nazionale, che è entrato in vigore lo scorso marzo. In esso ricadono una mezza dozzina di pozzi del giacimento.
Ora il Governo sta preparando una legislazione che toglie alle Regioni come la Basilicata il loro potere di veto sui piani delle infrastrutture.
Ecco la chicca di Assomineraria. Il tono dell'articolo e' fortemente negativo per l'ENI, si parla di clientelarismo, di inquinamento, di emigrazione, di parchi violati, di puzza di idrogeno solforato, di agricoltura distrutta. Si dice che l'ENI ha costruito i pozzi DOPO che il parco fu istituito:
Activists campaigned for 15 hard years to establish the Val D'Agri area as a national park. The legislation finally came into effect last March, forbidding mineral extraction. In the meantime Eni, Italy's part state-owned energy giant, had already built half a dozen wellheads inside the park and more outside.
Dice Descalzi:
“Noi non possiamo essere bloccati per anni, in attesa di un’autorizzazione che potrebbe anche non venire. L’industria vuole processi autorizzativi chiari e rapidi”.
Dice Maria Rita:
Gli Abruzzesi vogliono un no chiaro e rapido, caro signor Descalzi, cittadino di Milano, che non puo' arrogarsi il diritto di decidere per un milione di Abruzzesi, il 75% dei quali NON LO VUOLE IL PETROLIO IN CASA. Checche' ne dicano i nostri rammolliti poltici, gli abruzzesi non vi daranno mai nessuna autorizzazione per venirci a portare morte e distruzione. Si metta il cuore in pace, e vada a raccontare le sue balle altrove.
Magari al Financial Times.
6 comments:
mmm, ecco dove vanno i soldi dei lucani...
Eni: ok cda a bilancio 2008, confermato utile 8,8mld e cedola 1,3 euro
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 13 mar - Il cda Eni ha
approvato il bilancio consolidato dell'esercizio 2008 che
chiude con l'utile netto di 8,8251 miliardi e il progetto di
bilancio di esercizio 2008 della capogruppo che chiude con
l'utile netto di 6,745 miliardi. Il Consiglio ha deliberato
di proporre all'Assemblea la distribuzione del dividendo di
1,30 euro per azione (pay-out 53%), di cui 0,65 euro gia'
distribuiti a settembre 2008. Il dividendo a saldo di 0,65
euro sara' messo in pagamento a partire dal 21 maggio 2009,
con stacco cedola il 18 maggio 2009. I risultati approvati
oggi dal cda coincidono con quelli del preconsutivo, diffusi
il 13 febbraio scorso.
fonte: http://www.tgfin.mediaset.it
/tgfin/ultimissima.shtml?nRC
_13.03.2009_13.59_20711227
Hai scritto bene: RAMMOLLITI
hai scritto bene: RAMMOLLITI
PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO CONTRO IL DECRETO “SALVA ENI” – RICEVUTO PRIMO RISCONTRO DAL SEGRETARIO GENERALE.
Nella qualità di primo firmatario e quindi di interlocutore con il Parlamento Europeo ritengo mio dovere comunicare ai cittadini che in merito alla petizione contro il decreto “salva Eni” si è ricevuto un primo riscontro dal Segretario Generale del Parlamento Europeo che si allega alla presente. La nostra petizione è stata iscritta nel ruolo generale col n. 0052-09 ed al più presto ne sarà decisa la ricevibilità. Una volta ottenuta la ricevibilità, la petizione potrà essere esaminata dalla commissione in riunione a porte aperte o pubblica in cui potranno essere sentiti i firmatari.
In queste ore, in questi giorni il decreto, proveniente dal Senato, è in discussione alla Camera dei Deputati per la sua conversione in legge. Il Senato, pur non mutando la sostanza del decreto, ha approvato alcuni emendamenti al testo originario, uno di questi al comma 2° dell’art.2 ha una certa rilevanza , infatti sono state soppresse quelle odiose parole “senza obbligo di risposta” riferite alle osservazioni ( ora chiamate note) che enti e soggetti interessati possono far pervenite al Ministero in merito allo schema di transazione globale. Vedremo cosa accadrà alla Camera, ma nulla fa ben sperare e già domani il decreto potrebbe essere convertito in legge così com’è, dando in mano all’Eni un’arma micidiale contro le sacrosante rivendicazioni dei crotonesi. Infatti la transazione globale impedirà ogni possibile richiesta di risarcimento di Regione, Provincia e Comune e metterà fine ad ogni contenzioso in atto nei confronti di Eni, Syndial e compagnia bella. Tutto questo mentre Agip, altra società controllata dall’Eni, ha chiesto ulteriori permessi per altri pozzi in area marina protetta allo scopo di estrarre il prezioso metano del nostro sottosuolo. Il danno e la beffa. Invitiamo tutti i cittadini a mobilitarsi contro questo vero e proprio sopruso del Governo ( non dobbiamo dimenticare che il maggior azionista di Eni è il Ministero del Tesoro) nei confronti di Crotone e della sua gente. Intanto continuando a firmare la petizione presso il Comune e la Provincia e poi partecipando ad una grande manifestazione di dignità che è tempo di organizzare in Città.
fonte: http://coverkr.blogspot.com/
2009/03/primo-resoconto-sulla
-petizione-contro.html
grazie giosue' - interessanti questi decreti salva eni, ora indago.
a marco, un abbraccio
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 aprile 2004 sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale
http://www.reteambiente.it/
normativa/6244/direttiva-
parlamento-europeo-e-consiglio
-ue-n-200/
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