Il 10 Febbraio del 2009, le ditte americane 'Frontier Oil Corporation' e 'Wyoming Refining Company' sono state multate di 141 milioni di dollari dall'EPA, l'equivalente del ministero per l'ambiente degli USA per inquinamento. EPA sta per Environmental Protection Agency.
Queste ditte sono state multate perche' superavano nel Wyoming (in localita' Cheyenne e NewCastle) e nel Kansas (El Dorado) i limiti legali americani per le emissioni di SO2, nitrati ed altri inquinanti.
Di tutti quei soldi, una parte finira' nelle tasche dei contribuenti americani, ma la stragrande maggiornanza sara' usata per ammodernare le raffinerie in questione. La legge americana, nel Clean Air Act, afferma che le raffinerie sono obbligate a dotarsi della miglior tecnologia possibile per mitigare le emissioni di inquinanti in atmosfera. Evidentemente, la Frontier Oil Corporation e la Wyoming Refining Company non hanno seguito la legge, qualcuno ha controllato, sono scattate le multe. Lex dura lex sed lex.
Si prevede che, grazie a queste nuove migliorie, verranno tagliati circa 3,700 tonnellate di SO2 all'anno, 2,100 tonnellate di nitrati e 1,200 tonnellate di altri inquinanti. Un totale di circa 7 mila tonnellate di schifezze in meno. L'incaricato dell'EPA che ha condotto queste indagini si chiama Catherine Mc Cabe e dichiara:
"I nitrati e il diossido di zolfo possono causare forti problemi respiratori e contribuiscono all'asma nei giovani, allo smog ed al altri fattori di inquinamento ambientale".
I petrolieri hanno qualche anno per completare i lavori. I burocrati e gli amministratori hanno cercato la verita' e poi hanno agito di conseguenza in maniera semplice e lineare.
Spostiamoci invece in Sicilia, 20 Febbraio 2009. 10 giorni piu tardi della decisione dell'EPA. Stefania Prestigiacomo potrebbe quasi essere, mutatis mutandis, la Catherine Mc Cabe per l'Italia, anche se quest'ultima e' un semplice funzionario e la Prestigiacomo e' un ministro.
La Prestigiacomo pero', invece di monitorare o di far monitorare a dovere la situazione ambientale in Italia, invece di indagare, di multare l'ENI e tutti gli altri petrolieri e ditte varie che scaricano un po di tutto in Sicilia, invia bella pimpante un comunicato al presidente della regione Sicilia, Raffaele Lombardo. La letterina inizia cosi:
“Caro Raffaele, ti informo che la Commissione europea sta procedendo alla messa in mora per mancato adempimento di alcuni obblighi in materia di ambiente ...”
L'unione europea infatti aveva fissato al 30 settembre 2008 un limite massimo di tempo per presentare un progetto per constrastare l'inquinamento in Sicilia, specie nelle aree di Palermo, Siracusa, Messina e Catania, compreso il triangolo petrolfiero Augusta, Melilli, Priolo. Nessuno ha fatto niente, e ora arriva la multa che potrebbe oscillare fra i 20 mila e i 700 mila euro al giorno, per ogni giorno di ritardo.
Quei soldi della messa in mora non li pagano la Frontier Oil Corporation o la Wyoming Refining Company. Quei soldi non li pagano la Prestigiacomo o il governatore siciliano Lombardo. Nessuno perdera' la poltrona.
Quei soldi delle multe li pagano i cittadini.
Il coinvolgimento dell'Unione Europea avrebbe potuto essere una occasione per far qualcosa di buono in Sicilia. Invece grazie all'inadempienza della classe dirigente, dal ministero romano fino all'ultimo burocrate locale, le raffinerie siciliane continueranno ad emettere schifezze a lungo termine, la gente si ammalera', e i soldi che l'Europa aveva destinato per aiutare la lotta allo smog in Sicilia andranno persi.
Che paese di furbi che siamo! Andiamo avanti, al fondo pare non esserci mai fine.
Fonti: Reuters, Trading Markets ,
La valle dei templi
8 comments:
fanno schifo.
be, di cosa ci scandalizziamo ormai?
Il governo condona all'ENI il disastro ambientale a Crotone Scritto da il Crotonese.it La bonifica si farà ma alle condizioni imposte da Eni e dallo Stato, e soprattutto senza la possibilità di chiedere il risarcimento del danno ambientale. È l’ultima trovata del governo Berlusconi che ha varato alla fine dell’anno un provvedimento che ha tutte le caratteristiche di un condono tombale per il colosso petrolchimico. Lo hanno chiamato ‘misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente’. In realtà il decreto numero 208 approvato dal Consiglio dei ministri il 18 dicembre scorso e firmato dal Capo dello Stato il 30 dello stesso mese per essere pubblicato in fretta e furia il giorno dopo sulla Gazzetta ufficiale, è un colpo di spugna che cancella la normativa nazionale ed europea in materia di bonifica dei siti inquinati di interesse nazionale.
Gli oneri di bonifica, di ripristino ed il danno ambientale saranno quantificati con una transazione globale. In pratica Governo ed Eni stabiliranno un forfait al di là del quale non si può andare, chiudendo definitivamente la partita della bonifica, compresa la possibilità di avviare il procedimento per il risarcimento dei danni arrecati al territorio. Il decreto, infatti, stabilisce che “la stipula del contratto di transazione (…) comporta abbandono del contenzioso pendente e preclude ogni ulteriore azione di rimborso degli oneri di bonifica e di ripristino ed ogni ulteriore azione risarcitoria per il danno ambientale (…), nonché per le altre eventuali pretese risarcitorie azionabili dallo Stato e da enti pubblici territoriali”. Il contratto di transazione non sarà novativo, nel senso che non estinguerà l’obbligo della società di procedere alla bonifica. Ma a queste condizioni è chiaro che Syndial, la controllata di Eni che gestisce la dismissione delle vecchie fabbriche, non si tirerà indietro. Tanto più che il Governo ha fatto in modo di escludere definitivamente gli enti locali dal processo decisionale, chiamandoli solo a dare pareri sullo schema di contratto ma “senza obbligo di risposta”.
Hanno fatto tutto in famiglia, dicono quelli del ‘Comitato per le vertenze ambientali nella provincia di Crotone (Co.Ve.Kr) e dei Verdi, che già la scorsa settimana avevano espresso serie preoccupazioni per il varo di questo provvedimento; preoccupazione perché il decreto scavalca, per le bonifiche superiori a dieci milioni di euro (come quella di Crotone), anche il direttore generale della ‘Direzione qualità della vita’, attribuendo tutte le competenze al ministro Stefania Prestigiacomo, la cui firma è apposta in calce al provvedimento insieme a quella del premier Silvio Berlusconi, del ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, e del ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti. “A decidere l’indennizzo per il nostro territorio saranno il Governo e Syndial, ma Syndial è in effetti, tramite Eni, controllata dal Governo stesso”, ricordano Francesco Zurlo dei Verdi e Sandro Tricoli del Co.Ver.Kr, i quali annunciano l’avvio di una petizione popolare al Parlamento europeo che sarà presentata lunedì prossimo nella sala consiliare del Comune dal portavoce nazionale dei Verdi, Grazia Francescato, e da Erasmo Venosi del Comitato nazionale tecnico-scientifico del partito. “A nostro parere - aggiungono Zurlo e Tricoli - il Governo in questa vicenda ha violato diverse norme europee in materia ambientale”.
giosue' - grazie. Avevamo parlato anche qui dell'ENI a Crotone e delle case, asili e scuole radioattive. Ma non sapevo di questo bel tipo di "condono" regalato dal governo italiano.
Non ne usciamo dallo schifo in questo paese. Non e' giusto.
purtroppo le cattive notizie non si fanno attendere.
http://www.corriere.it/esteri/09_febbraio_27
/ecuador_oleodotto_falla_petrolio_foresta_
amazzonica_4c234882-0518-11de-bb75-00144f02
aabc.shtml
giosue':
che strana coincidenza questo decreto. A dicembre scaroni era andato a fare una 'audizione informale' sullo stato della chimica in italia davanti alla commiaaione del del senato. Chiaramente cosa si sono detti non si sa perche' il rapporto stenografico e' misteriosamente non disponibile.
Beh, ora sappiamo che si sono detti.
per gli increduli...
ecco perchè i nostri militari sono andati a Nassirya:
http://www.adnkronos.com/IGN/Economia
/?id=3.0.3061295798
Montesilvano: giovani democratici, no petrolizzazione costa
01 marzo 2009
"L'Abruzzo ha la sua strada di crescita. Non ci serve il petrolio"
Si è svolto questo pomeriggio presso l'aula magna dell'ITC "E.Alessandrini" di Montesilvano l'iniziativa pubblica dal nome "Abruzzo EX regione verde d'Europa?", organizzata dal gruppo dei Giovani Democratici di Montesilvano. "Quasi il 50% del territorio della nostra regione è destinato a diventare distretto minerario-petrolifero - accusano i Giovani Democratici - E' ovvio, dunque, domandarsi quali siano le conseguenze che questa scelta può portare per la salute pubblica, per l'economia e per la qualità della vita nella nostra regione. La nostra è una regione che basa parte del suo sviluppo su agricoltura, pesca e turismo e che è famosa in europa e nel mondo per la sua vocazione verde e per alcune eccellenze vitivinicole. E' evidente che la scelta petrolifera oltre che dannosa per la salute degli abruzzesi non è compatibile col modello di sviluppo di cui si è dotato l'abruzzo fino ad oggi". L'incontro è cominciato con la proiezione del documentario "Viaggio nei paesi dell'ormai" del regista Antonello Tiracchia, che riporta le voci degli abitanti di quei territori, come la Basilicata, dove la deriva petrolifera non è stata fermata ed è stato aperto poi il dibattito. Sono intervenuti Antonello Tiracchia e Alessandro Lanci (Nuovo Senso Civico), Enrico Gagliano (Associazione Impronte), Dante Caserta (WWF), il Presidente del Consiglio Comunale di Montesilvano, Valter Cozzi, il Capogruppo del Pd Adriano Chiulli e diversi cittadini accorsi. Tutti gli interventi sono stati accomunati dalla sottolineatura della necessità di sensibilizzare i cittadini e gli amministratori locali si sono impegnati a far si che Montesilvano diventi il centro di una mobilitazione generale che tocchi anche i comuni vicini.
http://www.abruzzoliberale.it
/index.php?option=com_content&task
=view&id=6474&Itemid=64
lasciate un commento!
ANDATE VIA SUBITO!!!
LASCIATO COMMENTO:
L'Eni se ne può andare dall'Abruzzo
scritto da giosuè, 06 marzo, 2009
sigrnor vicepresidente ed assessore allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, è volontà della stramaggioranza di noi abruzzesi, che ama la propria terra, che la chiusura di ogni attività dell'ENI sul nostro territorio, non possa che giovarci da ogni punto di vista, perchè, la nostra economia trova le sue radici in tutt'altra direzione, agricola, paesaggistica e turistica; per tutto ciò, lasciate pure che se ne vadano a gambe elevate, noi Abruzzesi ne saremo a lei eternamente grati.
Post a Comment