Una forte esplosione ha distrutto un oleodotto che trasporta petrolio presso il terminale marino nella localita' Es Sider.
Oggi, da qui partono circa 475mila barili di petrolio al giorno in media, ma nel mese di Novembre il flusso e' stato di piu' di 970mila barili.
Lo scoppio e' avvenuto nella citta' di Marada, e l'oleodotto appartiene alla ditta Waha Oil Company.
Secondo fonti militari l'attacco e' dovuto ad attacchi terroristici, ed e' stato innescato da esplosivi improvvisati, forse da parte dell'ISIS. Non e' ancora ben chiaro cosa sia successo.
A causa di questo scoppio i prezzi del petrolio sono subito saliti, fino a 65 dollari al barile, prezzo che non si vedeva dal 2015.
E infatti sono andati persi fra i 70,000 to 100,000 barili al giorno.
La Libia e la Nigeria sono parte dell'OPEC e queste erano le uniche nazioni che, a causa della poverta' dei loro residenti e delle situazioni di instabilita', erano state esentate dal mantenimento di quote massime.
Gli altri dodici paesi, fra cui la Russia, si erano impegnate a tenere la produzione sotto i 1.8 milioni di barili al giorno per evitare che i prezzi crollassero ancora.
E quindi c'e' giusto un po meno disponibilita' di petrolio in giro per il mondo, il che da ai petrolieri motivi per speculare.
Arriviamo cosi a $65 al barile.
Tutte le scuse sono buone, eh?
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