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Thursday, February 19, 2015

Air Gun di Novegia in Sardegna
















L'airgun in mezzo alle nuove proposte Aree Speciali Protette di Importanza Mediterranea.









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Si vede che proprio gli piace sondare il mare e sparare sottacqua.

Eccolo qui, e' il progetto di prospezione geofisica d 2 E.P-.TG per l'acquisizione di circa 7800 chilometri di linee sismiche alla ricerca di petrolio che riguardano le provincie di Oristano e di Sassari, con in mezzo i comuni di Stintino, Oristano, Bosa, Tresnuraghes, Olbia, Cuglieri, Alghero, Porto Torres, Sassari, Narbolia, San Vero Milis, Villanova Monteleone, Magomadas.


Questa volta i bombaroli sono norvegesi, si tratta infatti della TGS-NOPEC di Asker, Norvegia che
saranno all'opera per 80 giorni per la presa di dati in due dimensioni e poi per 120 giorni per quella in tre dimensioni: 200 giorni di spari ad alta intensita' in mare, ogni dieci secondi, 24 ore su 24.

Lo studio di impatto ambientale e' stato preparato, controllato, approvato e sottoscritto dai seguenti:


Fabio Marzio Di Rosario

Alessandra Cargioli

Linda Volpi

Claudio Mordini

Paola Rentocchini


Ma chi e' questa TGS-NOPEC? Si autodefiniscono "la principale Società a livello mondiale specializzata in acquisizioni di dati geofisici multi-client".

Cioe' sono degli intermediari. Loro prendono queste linee sismiche, le elaborano e poi "le rendono disponibili" ai petrolieri.

Gratis?

O a pagamento per creare un altro po di business "multi-client"? Ma no, perche' essere cosi maliziosi. Sicuramente e' tutto per amore della conoscenza e dell'Italia.

E infatti esordiscono con un sacco di belle parole sull'euro, sul fatto che l'82% del fabbisogno di petrolio e' importato dall'estero, sulla spesa nazionale, sul piano energetico nazionale, sulla politica energetic europea, sull'hub sud-europeo, il dollaro, le tabelline, le concessioni italiane che diminuiscono perche gli operatori non sono riusciti a portarsi avanti con le trivelle. Poverini.

Concludono che si profila sempre di più "l'importanza e l'urgenza di perseguire la strada dell'indipendenza energetica" e che quindi adesso arrivano loro a fare ispezioni sismiche nei mari di Sardegna. Ecco, come arriviamo all'indipendenza energetica.

Bombardando i mari sardi.

E lo faranno alla grande. Dicono che partiranno con un volume ``minore'' di air-gun di 150 decibel, per arrivare al culmine a 260 decibel -- che sono devastanti per la vita marina. Ed infatti, lo dicono anche loro che i cetacei possono avere risposte negative gia' a partire dai 120 decibel.

Purtroppo per loro pero' c'e' il santuario dei delfini a poca distanza -- l'area marina protetta "Santuario Pelagos" -- e quindi i nostri eroi devono prendere precauzioni. E quali sono ? Beh, decidono che non ci entreranno dentro "per eliminare potenziali impatti" e che fra le 12 e le 15 miglia dal confine saranno fatte solo manovre. Entro le 12 miglia si fermeranno del tutto.

Come dire, le balene e i delfini non si azzardassero ad uscire dal santurario! Come se loro anche lo sapessero che esiste un santuario e che a 15 miglia piu' in la ci sono spari di air gun in mare. Pero siamo tranquilli: i norvegesi si porteranno appresso almeno due "osservatori qualificati" e se dovessero mai avvistare un mammifero marino entro i 500 metri, si fermeranno e lasceranno alle balene di allontanarsi. Che magnanimi!

E la pesca? Niente problemi neanche qui. Sono previste azioni di "coordinamento" con gli operatori della pesca inclusa "la presenza di un rappresentante locale a bordo nel corso dello svolgimento delle operazioni."

Ma quanta gente sara' a bordo? Fanno una festa sulla nave dell'air gun, con osservatori e pescatori??

Come sempre, tutto va visto in un ottica maggiore: dalla mappa di cui sopra ci sono varie aree marine protette nel Mediterraneo, e in mezzo ci facciamo l'air gun? Ma che senso ha proteggere da una parte e poi, a poca distanza, sparare?

I nostri amici norvegesi dicono che l'opzione zero non si puo fare perche' e' in contrasto con "la strategia energetica nazionale" e che se restassero a casa loro, in Norvegia, non si potrebbero fornirci "le informazioni necessarie per successive fasi di esplorazione" e quindi non si potrebbe "contribuire ad un incremento delle riserve di idrocarburi" a livello nazionale.

Mmh. Questi Norvegesi proprio amano l'Italia e la Sardegna.

Notare che siccome si sono messi nell'angoletto piu angoletto del mare italiano, non c'e' bisogno di interpellare nessun altro - Francia, Spagna, Monaco e i pareri transfrontalieri non sono richiesti.

Ecco qui tutte le aree protette che potrebbero essere interessate, ma che, magicamente, non lo saranno, perche' troppo lontane - secondo loro!



EUAP 1174 Area Marina Protetta “Santuario dei Mammiferi Marini”, ubicata a circa 35 km di distanza;

EUAP 0554 Area Marina Protetta “Capo Caccia Isola Piana”, ubicata a circa 45 km di distanza;

EUAP 1052 “Parco Naturale Regionale di Porto Conte”, ubicato a circa 46 km di distanza;

EUAP 0552 Area Marina Protetta “Isola dell‟Asinara”, ubicata a circa 50 km di distanza;

EUAP 0945 “Parco Nazionale dell‟Asinara”, ubicata a circa 52 km di distanza;

EUAP 0951 Area Marina Protetta “Penisola del Sinis Isola Mal di Ventre”, ubicata a circa 55 km di distanza.

SIC ITB010042 “Capo Caccia (con le Isole Foradada e Piana) e Punta del Giglio”, ubicato a circa 43 km di distanza;

SIC ITB010043 “Coste e Isolette a Nord Ovest della Sardegna”, ubicato a circa 47 km di distanza;

SIC ITB011155 “Lago di Baratz – Porto Ferro”, ubicato a circa 48 km di distanza;

SIC ITB010002 “Stagno di Pilo e di Casaraccio”, ubicato a circa 50 km di distanza;

SIC ITB010082 “Isola dell‟Asinara”, ubicato a circa 50 km di distanza;

ZPS ITB013044 “Capo Caccia”, ubicata a circa 45 di distanza;

ZPS ITB010001 “Isola Asinara”, ubicata a circa 50 km di distanza;

ZPS ITB013012 “Stagno di Pilo e Casaraccio e Saline di Stintino”, ubicata a circa 50 km di distanza

IBA 175 “Capo Caccia e Porto Conte”, ubicata a circa 43 di distanza;

IBA 171 “Isola dell‟Asinara, Isola Piana e Penisola di Stintino”, ubicata a circa 46 di distanza;

IBA 172 “Stagni di Casaraccio, Saline di Stintino e Stagni di Pilo”, ubicata a circa 50 km di distanza.


Anche qui, tuttapposto.



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LA versione mandata sul FQ





La Sardegna e' ancora sotto attacco. E con lei i mari di Corsica, Francia e Principato di Monaco.

Questa volta il lupus in fabula e' una ditta norvegese, la TGS-NOPEC che si autodefinisce "la principale società a livello mondiale specializzata in acquisizioni di dati geofisici multi-client". Non sono dei veri petrolieri, quanto invece specialisti di airgun: acquisiscono dati e poi rendono i loro risultati "disponibili" ai petrolieri. Non e' chiaro se a pagamento o per amore dei loro "multi-client".

Questa ditta ha richiesto al Ministero dell'Ambiente di poter svolgere ricerche petrolifere nei mari di Sardegna secondo il progetto d 2 E.P-.TG che prevede l'acquisizione di circa 7800 chilometri di dati i fra le provincie di Oristano e di Sassari, passando per i comuni di Stintino, Oristano, Bosa, Tresnuraghes, Olbia, Cuglieri, Alghero, Porto Torres, Sassari, Narbolia, San Vero Milis, Villanova Monteleone, Magomadas.

Come per le concessioni precedenti, di Sardegna da parte della Schlumberger e di Francia da parte della Abyssea, a poca distanza c'e' il santuario marino Pelagos, istituito in Italia dal Ministero dell'Ambiente nel 1991 e classificato come Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo.

Perche' ci hanno fatto un santuario? Perche' a causa della speciale conformazione geografica dell'area e dell'abbondanza di cibo per cetacei negli anni novanta di cetacei ce ne erano molti. L'universita' di Barcellona e Greenpeace censirono 830 balenottere comuni nel 1992. Ma non tutto ha funzionato come doveva: dopo piu di venti anni, le misure di tutela non sono adeguate, ed il numero di cetacei nell'area si e' ridotto notevolmente. Ad esempio, nel 2008, secondo Greenpeace di balenotteri comuni ne erano rimasti poco piu di 200.

La concessione sarda e' 12 miglia dal confine con il santuario, anche se - bonta' loro! - per le prime tre miglia della concessione, i norvegesi eseguiranno soltanto manovre. Per la vita marina 12 o 15 miglia non sono niente.

La TGS-NOPEC restera' all'opera per circa duecento giorni con violenti spari di air gun ogni dieci secondi, su archi che possono anche durare 24 ore su 24, con intensita' massima che supera i 260 decibel. Loro stessi dicono che ci possono essere impatti sui cetacei gia' a partire dai 120 decibel. Cioe' bombarderanno con suoni che sono miliardi e miliardi di volte superiori a quanto questi poveri animali possono sopportare.

Ci sono nelle vicinanze varie aree protette, vari siti di interesse comunitario, varie zone di protezione speciale, proposte o esistenti. Ma siamo tranquilli, e' tutto sotto controllo e non ci saranno effetti. Ovviamente dicono che e' tutto fatto a causa de "l'importanza e l'urgenza di perseguire la strada dell‟indipendenza energetica" in Italia.

Come sempre, tutto va visto in un ottica maggiore: qui non si tratta "solo" di air gun. Si tratta di aprire un ampio pezzo di mare ai petrolieri, e per periodi pluridecennali, con le loro trivelle, le loro navi, i loro fanghi di perforazione, i loro pericoli di scoppi, il loro inquinamento. L'air gun e' solo il primo passo. E' questo che vogliamo per i mari di Sardegna? Ricordo che in Florida, il limite alle trivelle e' di 200 km da riva per proteggere il turismo.

Mi chiedo che parere dara' il Ministero dell'Ambiente, lo stesso che ha istituito il santuario Pelagos nel 1991? Troveranno un democristiano compromesso? Della serie, si puo' fare tutto assieme - airgun, petrolio, cetacei e turismo? Oppure riconosceranno che quello che hanno creato nel 1991 deve adesso essere difeso a spada tratta? Spero che prevalga il buonsenso, come gia’ successo sia per la concessione della Schlumberger che della Abyssea.

Qui immagini della concessione e maggiori approfondimenti.










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