Marea Nera: e se capitasse in Italia?
Siamo pronti all'emergenza
Manuela Campanelli, CorSera 2011
Il criminale sversamento di prodotti derivati da idrocarburi e di catrame colpisce una delle aree piu' importanti nel Mediterraneo. La Calabria, come d'altronde le altre regioni italiane, non ha i mezzi e gli strumenti idonei che sarebbero necessari per affrontare una simile situazione.
Silvio Greco, assessore all'ambiente per la Calabria, 2009,
in merito a sversamenti in mare di idrocarburi.
Siamo pronti all'emergenza
Manuela Campanelli, CorSera 2011
Il criminale sversamento di prodotti derivati da idrocarburi e di catrame colpisce una delle aree piu' importanti nel Mediterraneo. La Calabria, come d'altronde le altre regioni italiane, non ha i mezzi e gli strumenti idonei che sarebbero necessari per affrontare una simile situazione.
Silvio Greco, assessore all'ambiente per la Calabria, 2009,
in merito a sversamenti in mare di idrocarburi.
2005: 500 sversamenti di petrolio nei mari italiani.
2006: 800 sversamenti di petrolio nei mari italiani.
2007: 500 sversamenti di petrolio nei mari italiani.
Nessuno e' stato arrestato o processato.
2006: 800 sversamenti di petrolio nei mari italiani.
2007: 500 sversamenti di petrolio nei mari italiani.
Nessuno e' stato arrestato o processato.
Invece di decidere di adottare misure serie di prevenzione dell'inquinamento marino, ecco come passa il tempo Stefania Prestigiacomo. Sul sito del Ministero dell'Ambiente infatti c'e' una importante iniziativa che comincia con la domanda:
Cosa accadrebbe nell'alto Tirreno se una grande nave cisterna piena di petrolio prendesse fuoco e rilasciasse in mare una grande quantità del proprio carico inquinante in mare?
Ma che ci vuole un esercitazione per capirlo? E secondo lei cosa dovrebbe succedere: un disastro, come sempre!
Ad ogni modo decidono di fare questa esercitazione assieme alla Francia e alla Spagna (ah, ecco!) e coinvolgendo: la Marina Militare, la Prefettura, i Vigili del Fuoco, il 118, tutti gli operatori portuali, gli enti territoriali e quelli scientifici, 18 mezzi aerei e navali.
Cioe' tutto quello che abbiamo. Tutto questo e' per proteggere il Mediterraneo, che secondo la Prestigiacomo
pur costituendo meno dell’uno per cento della totalità dei mari del pianeta, ospita – nel suo prezioso habitat naturale - un traffico di navi e merci di particolare intensità, bisognoso di specifiche e costanti attenzioni.
Anche il Corriere della Sera si pone la stessa domanda, tramite l'articolo di Manuela Campanelli:
Marea nera: e se capitasse in Italia?
E qui si danno pure una risposta: Siamo pronti all'emergenza.
Ora, per carita' le esercitazioni, la prevenzione vanno sempre bene, ma questa e' propaganda e non veramente convinzione di difesa del Mediterraneo.
Davvero siamo pronti all'emergenza? O sono pronti gli altri? E l'emergenza sarda di qualche mese fa? Dov'era tutta questa prontezza?
L'articolo del CorSera - secondo me - dice un sacco di cose rassicuranti ma false:
Si fanno gli elogi alla Castalia, azienda che dovrebbe occuparsi di "pulizie marine".
Ma se la Castalia non ha una lira per piangere, ed e' stata misteriosamente assente dall'incidente marino di Sardegna!
Si dice che l'Italia e' la prima al mondo - addirituttura! - per l'attenzione con cui si previente l'inquinamento da mari rispetto alle straniere. Ma di quali straniere si parla? Di navi di Panama o della Liberia o dei paesi industrializzati?
Si parla della petroliera inabissatasi a Genova venti anni fa, la Haven come di "una lezione che il nostro paese offri' agli altri stati". Ma davvero? Ma se l'area e' ancora satura di petrolio, come mostro' Report qualche mese fa! Hanno pulito proprio bene! Addirittura non ci sono stati colpevoli! Niente multe ovviamente.
La verita' e' che incidenti accadono sempre, e non si tratta di bravura o di essere primi nel DOPO incidente, quanto invece di fare prevenzione PRIMA.
Cara Prestigiacomo, cara Campanelli, cominciamo con il dire che la squattrinata Castalia per qualche mese aveva pure sospeso il servizio protezione coste perche' non avevano i soldi!
Cominciamo con il dire che in Italia gli sversamenti minori sono all'ordine del giorno e che a volte li puliscono i volontari perche' mancano i soldi.
Cominciamo con il dire che in Italia sono permesse trivellazioni a 5 miglia, 9 chilometri da riva, aumentando le possibilita di incidenti, mentre negli USA siamo a 100 miglia da riva.
E poi, perche' non facciamo esercitazioni su cosa fare se scoppia uno dei tanti pozzi di petrolio programmati per l'Adriatico? Per la Sicilia? Per lo Ionio?
O meglio ancora, se vogliamo proteggere per davvero il Mediterraneo, decidiamo di vietare le trivelle a centinaia di chiomentri da riva, e magari a chiudere l'Adriatico tutto alle trivellazioni.
E ancora, perche' non ci mettiamo li a risolvere i problemi veri e non immaginari dell'Ilva di Taranto, del centro oli di Viggiano, dell'inquinamento dell'acqua di Marghera?
E gia', questi non si vedono e non fanno rumore. Si sentono solo sulla pelle e nei polmoni della gente, lontano dal clamore.
Grazie ad Adriano Bellintani per la segnalazione del link.
1 comment:
Perché pensi che si tratti di propaganda?le attività di prevenzione sono importanti, queste navi navigano tutti i giorni nei nostri mari…piuttosto news su come è andata l'esercitazione? io non trovato nulla in rete.
ciao salvatore
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