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Wednesday, January 19, 2011

Marea nera di Porto Torres: in Italia non succede




I responsabili morali del disastro sardo:

Miguel Antoñanzas, presidente di E.On Italia,
Luca Dal Fabbro, Amministratore delegato di E.On Italia,
Nicolo Prien, CFO di E.On Italia,
Paolo Venerucci, Direttore Generale Risorse Umane e Sviluppo Territoriale di E.On Italia.


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Ho la sensazione che l'emergenza non sia stata affrontata con la determinazione giusta e con l'impiego di tutti i mezzi adeguati disponibili in Sardegna e nella penisola

Stefano Mannoni,
Comandante navale


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Stamane sono stati raccolti 300 kg. di catrame

La Nuova Sardegna

"In Italia non puo' succedere" . Questo e' quello che sento ripetere da ogni parte dello stivale da politici e petrolieri ignoranti, ogni volta che si parla di incidenti petroliferi. In qualche modo noi siamo sempre migliori degli altri - nella prevenzione, nella cura e pure nel corpo e nella virilita'.

Invece non e' vero niente, e l'incidente della Sardegna ce lo ricorda: tutte le localita' interessate al transito di petroliere, allo sfruttamento, alla raffinazione e alla trasformazione di petrolio e derivati sono soggette a rischi, che aumentano in mancanza di controlli e prevenzione.

Punto.

L'ENI puo' tappezzare l'Italia di reclame luccianti, ma non cambia niente.

Gli incidenti gravi sono relativamente rari, ma quando accadono si creano disastri duraturi e soprattutto viene a messo a nudo tutta la nostra arte di arrangiarci, che poteva andare bene 50 anni fa, ma che ora ci rende solo ridicoli.

Nel golfo dell'Asinara, in Sardegna, circa 20,000 litri di olio pesante sono finiti in mare e si sono sparsi lungo quasi 20 chilometri di costa per le citta' di Porto Torres, Platamona, Marina di Sorso, Marritza e fino in Corsica.

L'olio pesante sono idrocarburi lunghi e complessi, al contrario della benzina, con molecole piu' leggere e volatili. Questa sostanza e' classificata come cancerogena. Il kerosene e' un esempio di olio combustibile.

Pare che il tutto sia dovuto a una piccola fessura da una vecchia tubatura che collegava una petroliera alla centrale E.On di Fiume Santo, vicino a Porto Torres, in provincia di Sassari che usava l'olio pesante per alimentare la centrale elettrica.

Quando se ne sono accorti, il 12 gennaio 2011, il mare era gia' nero.

Come da copione i responsabili della ditta, in questo caso la E.On Italia, la cui casa madre e' in Germania, all'inizio cercano di minimizzare e di dire, che e' tutto apposto.

Poi, invece la triste verita', la tragedia e' peggiore di quanto si pensasse o di quanto si volesse pensare.

Passa una notte e l'olio riversato in marea contatto con l'acqua salata si solidifica in piccole palle gelatinose. Cosi, ora le spiaggie sono chiuse e coperte da palle di catrame - dove va bene.

Dove male e' tutto nero, il mare e' una chiazza di olio e i pesci e i gabbiani sono morti.

E come poteva l'ENI non partecipare a tutto cio'? Come volevasi dimostrare, oggi un'altra perdita di centinaia di litri di gasolio pesante misto ad acqua, regalo della Polimeri Europa, controllata dall'ENI al 100%.

Secondo la stampa sarda, l'ENI-Polimeri Europa dice che l'incidente non ha coinvolto suolo, sottosuolo e acque sotterranee e che ci saranno altri controlli e attivita' fino al completo ripristino.

Insomma, pure qui, tuttapposto, anche se la Procura della Repubblica di Sassari ha aperto un'inchiesta sulla causa e i responsabili di questo ennesimo danno ambientale targato ENI.

Intanto oggi la E.On va a parlare con il presidente della regione Sardegna, Ugo Cappellacci - una specie di Gianni Chiodi, messo li dal capo di Arcore e munito di scarso poco coraggio - e con l'assessore regionale dell'Ambiente Giorgio Oppi.

Un sacco di parole per dire, di nuovo che e' tuttapposto, che stanno cercando di capire come non fare mai piu succedere tutto cio' in futuro, che hanno in progetto di riconvertire la centrale ed eliminare l'alimentazione a olio combustibile e di usare qualche altro metodo.

In modo molto trasparente, all'incontro non ha potuto partecipare nessuno delle amministrazioni locali, nemmeno il presidente della provincia di Sassari. Cioe' Cappellacci sente e accetta per oro colato quello che gli dice la E.On, ma della gente, non gliene importa niente.

Il presidente della provincia di Sassari, Alessandra Giudici dice basta minimizzare, che il disastro e' di proporzioni devastanti, che chiedera' il riconoscimento dello stato di calamita' naturale. Dice che il danno ambientale e' tale che avra' serie ripercussioni per tutto il turismo della Sardegna del nord.

La gente vuole partecipare, hanno raccolto mille buste di monnezza petrolifera finora.

Ma non sono sufficienti i volontari - non possiamo andare avanti cosi' in Italia, senza personale e a colpo di volontari e di gente che lavora gratis per il bene comune e solo per amore. Dov'e' la Castalia? Dove sono i ministri? Dov'e' la Prestigiacomo? Dov'e' il presidente del Consiglio?

Non si sa perche' ma la Ecolmar Castalia, di cui abbiamo gia' parlato in questo blog che ha 40 navi (per tutta l'Italia!) ne ha mandata una sola.

Ci vorrebbero dei piani, delle strutture, dei controlli seri, dei soldi, della programmazione, che non ci sono mai perche' in tempi di calma non ci si pensa e perche' chi governa invece di pensare a migliorare l'Italia pensa alle leggi per se e per le sue amanti.

Restando a Porto Torres, la marea nera e' oggi, ma la zona tutta e' fortemente inquinata da decenni di attivita' industriale pesante e illimitata. Si parla di alte concentrazioni di benzene, di decadimento industriale, di aumento di malattie per i cittadini.

Ci scommetto che anche questa durera' per un po, e poi, come per la tragedia del fiume Lambro, tutto passera', fino alla nuova tragedia che ci trovera' di nuovo qui con la Ruby o la Noemi di turno mentre il paese va a picco.






Fonti: La Nuova Sardegna 1, La Nuova Sardegna 2, Ventirighe, La Nuova Sardegna 3

Foto: La Nuova Sardegna 4

2 comments:

nheit said...

grazie del blog. grazie della denuncia- diffondo . è una tragedia ma quasi nessuno se ne accorge a fondo. la parola d'ordine è insabbiare.
dina

davide said...

se proprio vi piace tanto inquinare,
spostatevi di qualche km e fatelo davanti al porto abusivo di villa certosa..
sono sicuro che correrebbero subito fede, sallusti, gasparri, & c. a leccare tutto..