.

.

Saturday, November 27, 2010

La Total e i lavori forzati: vergogna francese in Birmania

Christophe de Margerie, capo di Total


il CEO Christophe de Margerie, e' morto in Russia a 63 anni**


Il suo aereo si e' schiantato contro una macchina spalaneve all'aereoporto Vnukovo International Airport di Moscow. Pare che l'autista della macchina spalaneve fosse ubriaco e che ci fosse molta nebbia. Sono morte altre tre persone con lui.

Che ci faceva a Mosca de Margerie?

Era andato li per difendere gli affari della Total e per mostrare il suo appoggio alla Russia nel conflitto Russia-Ucraina. Si era incontrato con il primo ministro Dmitri A. Medvedev e stava tornando in Francia.

Infatti, nonostante le sanzioni imposte alla Russia per la questione Ucraina, la Total aveva continuato a fare affari con Putin - come del resto gli altri petrolieri. Il quale Putin ha invitato un messaggio al presidente francese Hollande per dire che la Russia aveva perso un amico.

de Margerie era un fervente sostenitore della Russia. Allo stesso tempo la Total aveva interessi nel paese fra cui una percentuale nel campo Kharyaga e una quota di partecipazione in Novatek, il secondo conglomerato di produzione di gas in Russia, dopo Gazprom.

Assieme a Novatek, la Total voleva costruire un impianto di liquefazione del gas naturale nella penisola di Yamal per mandare il gas in Cina. de Margerie anche contento che i cambiamenti climatici avessero aperto dei varchi nell'Artico, cosi da facilitare gli spostamenti dalla Russia alla Cina. In totale nel 2012, Total ha prodotto circa 180 mila barili di petrolio in Russia.

E grazie che e' amico di Putin!

de Margerie lavorava in Total dal 1974 ed era il nipote del fondatore della casa produttrice di Taittinger Champagne. Fra i suoi antenati una lunga lista di ambasciatori e uomini d'affari.

Grazie a lui - e ai suoi metodi poco ortodossi - la Total riesce a stabilirsi in Qatar, Russia e Arabia Saudita, mostrandosi meno filo-americano o filo-anglosassone degli altri mega colossi del petrolio.

Completa la fusione con la Elf, gia' iniziata dal suo precedessore Thierry Desmarest e si espande ache verso le fonti fossili "estreme", nelle Tar Sands del Canada, nei mari di Norgevia e di Gran Bretagna.

Non era molto contento del divieto di fracking in Francia, e cosi' la Total acquisto' dei permessi di fracking nel Regno Unito, forse per far dispetto alla Francia stessa. Ciononostante aveva spesso accompagnato il primo ministro Hollande in visite in paesi "strategici", petroliferamente parlando: Brasile, Polonia, Emirati Arabi.

Gia' si parla di successori - fra cui Patrick Pouyanné attualemente presidente Total del ramo raffinazione e petrolchimica, oppure Philippe Boisseau, che invece guida il reparto gas ed energia alternativa.

Qui l'obituario della Total .


Qui invece una vicenda di tanti anni fa, dove e' evidente di che pasta era fatto Mr. de Margerie.


-----


L'ENI, lo sappiamo, fa disastri in tutto il mondo. Non sono migliori certo le altre ditte petrolifere. Ecco allora un po la storia della Total di Francia, che la regione Basilicata sta allegramente pensando di invitare a casa sua - a suon di affari poco chiari e all'ombra di presunte mazzette.

La Total nasce nel 1924 in Francia, come ente nazionale per l'approvigionamento del petrolio e nel corso degli anni si e' fusa con Elf e Fina. A suo capo c'e' oggi un certo Christophe de Margerie.

La Total, come tutti i petrolieri, vanta una storia di morte e di distruzione ambientale da brividi. Questo e' come opera in Birmania.

La Birmania, ora nota come Myanmar, e' governata da una giunta militare ferrea. La stessa che ha tenuto per anni in carcere o agli arresti domiciliari l'attivista per la democrazia Aung San Suu Kyi che ha vinto una lunga lista di premi, fra cui, nel 1991, il Nobel per la pace. In vari modi e localita' Suu Kyi e' stata detenuta dal 1989 al 2010.

Bene, questa nazione, fra i suoi vanti ha pure quello di autorizzare i lavori forzati. In teoria sono stati vietati dal 1999 (un po tardi!) ma in pratica la usano ancora adesso.

Nel 1992 la compagnia francese Total firmo' un contratto con la giunta militare della Birmania per il progetto Yadana, che avrebbe estratto gas nel mare Andamano e portato il gas via tubature in Thailandia. Altri partner di minoranza erano l'americana UnoCal e la Thailandese PTTEP. L'americana Chevron ha acquistato la UnoCal nel 2008.

Sotto la guida di Total questo trio avrebbe dovuto costruire l'oleodotto in Birmania, per un totale di 60 km. La giunta militare impose che il 50% dei profitti dovessero andare nelle proprie casse - altro che royalties italiane del 10%!

Quasi da subito, inziarono a fioccare le voci di sfruttamento inumano della manodopera locale. Una gran mole di personale militare obbligo' gli abitanti della zona ai lavori forzati per costruire infrastrutture e per trasportare equipaggiamento. Ci furono anche casi di confisca dei terreni senza compenso, evacuazioni forzate, tortura, violenza sessuale e omicidio per chi osava ribellarsi. Uno scenario di violenza diffusa e corruzione ad alto livello di cui pochi sanno nel resto del mondo perche' la Birmania non fa notizia come il golfo del Messico.

Total non ha fatto niente per evitare tutto cio', e anzi, e' stata connivente mandando milioni di dollari nelle casse dei militari, e accettando i lavori forzati e violenze per la realizzazione dei suoi progetti. A parte i lavori forzati, la Total non ha portato lavoro a nessuno.

Le comunita' locali di popolazioni indigene, Mon, Karen e Tavoyan non solo sono state sfruttate senza pieta', ma hanno visto il loro habitat distrutto, dalle scure di Total. Ma alla Total non gliene importa niente, dicono che omicidi e violenza ci sono, ma che non sono problemi loro.

Sara' , ma gia' nel 2005 la Total ha accettato di pagare 6 milioni di dollari per evitare una causa contro di loro sulla questione della violazione dei diritti umani e per mettere le voci a tacere. Una regista, Milena Kaneva ne fece anche un film chiamato Total Denial.

Chi segue il caso dall'inizio e' una associazione internazionale, detta Earth Rights International (ERI). Dal 1996 ad oggi hanno catalogato e denunciato tutte le malefatte del governo birmano e dei petrolieri conniventi in questa storia di torture e di sfruttamento. Ma dopo i soldi del 2005, nulla e' cambiato e Earth Rights International continua a rompergli le scatole.

Total e suoi compari hanno versato 5 miliardi di dollari alla giunta militare (1000 volte in piu' dei soldi dati al popolo birmano nel 2005 per evitare la causa), con i quali soldi la Birmania ha inziato un programma di collaborazione con la Corea del Nord (!) per la proliferazione di armi nucleari.

Nel report del 2009 quelli dell'ERI dicono:

Total continues to mislead policymakers, investors, and the general public about its direct and indirect impacts in the Southeast Asian country.

[Total] has again misled the general public, investors and policymakers regarding the impact of their pipeline in Burma. The companies are still linked to violent abuses such as forced labor and killings in their project area and their project has generated multi-billion dollar revenues for the Burmese military regime.

Con raffinata eleganza francese, il CEO di Total dice che i critici dell'oleodotto francese possono andare a quel paese "can go to hell" , che lui fa solo il gioco dell'industria petrolifera, che va dove gli viene detto di andare, e che non e' colpa sua se i thailandesi vogliono il gas della Birmania. Lui semplicemente lo prende dalla Birmania, paga chi deve pagare, e pensa ai suoi affari.

Un altro Ponzio Pilato.

Pensate che questo tipo abbia a cuore i calanchi della Basilicata? I fagioli della Basilicata?
I figli della Basilicata? Io ho miei dubbi.

Vito de Filippo ha qualcosa da dire in merito a tutto cio'? Il vescovo di Potenza, Agostino Superbo, ha qualcosa da dire in tutto cio'?



Fonti: Earth Rights International, The Independent, Newsweek, Irrawaddy, Earth Rights International 2, Total denial

2 comments:

davide said...

purtroppo anche in africa diverse compagnie petrolifere hanno devastato ambiente e rovinato migliaia di persone(bambini inclusi!).
purtroppo non solo per il maledetto petrolio:
dai diamanti alle banane, dal caffè al silicio,
l uomo, per tutto ciò che è possibile commerciare, diventa un ossesso.
è un mondo sottosopra.
non bastano i santi per capovolgerlo..
serviamo tutti!!!!

cmq ,dopo aver visto e sentito di cdm , domattina mi taglio i baffi!

http://www.france24.com/en/20090123-christophe-de-margerie-ceo-total-business-interview

davide said...

homo homini lupus=>
se volete una dimostrazione matematica di come alcuni esponenti dell' homo italicus (in combutta con homo germanicus!)riescano a trosformare uno tra i migliori modi di produrre energia in una porcata , guardate prima parte di report di ieri.

http://www.report.rai.it/dl/Report/Page-8200206a-0877-46c1-ab57-c774db2c6d38.html