Saturday, February 28, 2009
National Geographic, Abruzzo
Leggo oggi su prima da noi che il comune di Silvi Marina ha approvato all'unanimita' una risoluzione contro la petrolizzazione dell'Abruzzo. Il testo del sindaco Gaetano Vallescura sara' mandato anche a Chiodi e a Berlusconi - e credo che non manchera' di arrivare anche all'ENI e compari.
Io non conosco il sindaco Vallescura, ma mi complimento con lui per avere fatto la cosa giusta, e spero che altri sindaci della zona abbiano lo stesso coraggio. Sara' utile? Sara' efficace? Non e' questo l'importante, l'importante e' che petrolieri e gente dei ministeri sappia che qui facciamo sul serio e che l'Abruzzo non si lascera' mettere le mani addosso da petrolieri senza scrupoli, e che alle balle di Febbo non crediamo minimamente.
E' solo come collettivita' che vinciamo, e' solo se continuiamo a bombardarli di email,
di cominucati, se continuiamo ad andare avanti con la voglia di lottare, senza stancarci mai.
Intanto, l'altro ieri mi ha scritto Lucia, una ragazza di Lanciano che vive a Padova. Mi manda il link della pagina del National Geographic dove c'e' un articolo dal titolo
"Insospettabile Abruzzo":
Alcune zone ricordano il Tibet, altre Yellowstone: con un terzo del suo territorio protetto, dal punto di vista naturalistico è tra le regioni più ricche d’Europa. Ma la sua varietà di piante e animali è un segreto condiviso da pochi.
Purtroppo non si puo' accedere all'articolo nella sua interezza: e' stato scritto solo per un pubbico italiano (sulla edizione americana non c'e', almeno nel numero di Marzo), immagino pero' che si parli di noi nello stesso modo in cui si parla dell'Abruzzo un po' su tutta la stampa che ci vede da lontano, cioe' come di una terra bella, ancora legata alle tradizioni, e dove il 'progresso' non e' riuscito a stravolgere completamente i ritmi e gli stili di vita. O almeno per ora, senza il petrolio.
Per me, e' sempre un piccolo dolore leggere di queste cose quando vengono scritte dagli stranieri e senza che mai gli abruzzesi se ne rendano conto. Senza mai che sappiano coniugare quello che la natura e la storia ci hanno dato con la crescita del nostro popolo, dai politici alla gente normale che troppo spesso disprezza quel che ha. E' bello che gli altri scoprano l'Abruzzo, ma sarebbe molto meglio se fossimo noi ad essere parte attiva di questa scoperta, e che non fosse un caso, facendoci invece pubblicita', insegnando agli Abruzzesi come essere ricettivi, valorizzando cose che solo noi abbiamo: eremi, monasteri cistercensi, un patrimonio boschivo unico, il mare, i calanchi, i trabocchi.
Ll'autore dell'articolo di Nat'l Geographic e' Gianni Paris. Ha un blog qui, per chi volesse, delicatamente, raccontargli la nostra storia.
Intanto sullo stesso numero del National Geographic, due articoli che fanno riflettere: il primo sul fatto che l'Italia e', indovinate un po', fra le ultime per quanto riguarda la lotta al riscaldamento globale, il secondo su Taranto, la citta' piu' inquinata d'Europa, grazie all'ILVA e alla diossina.
E noi cosa vogliamo essere? Una nuova Taranto? O vogliamo invece essere un passettino in avanti per salvare la nostra salute e contribuire, nel nostro piccolo a fermare il riscaldamento globale? Io voto per la seconda ipotesi, e continuo a volere una moratoria almeno trentennale. Ci risparimieremo pure un po di emissioni di CO2, fra le altre cose.
Gia' sento rimbombare la voce del ragionier Mauro Febbo che in TV ha detto che siccome nevicava, il global warming non esiste. (!!!). Glielo andasse a dire al resto della comunita' scientifica, fra cui a tutte le accademie di scienze del mondo occidentale, Italia inclusa, e all'IPCC (ramo dell'ONU, vincitore del premio Nobel assieme ad Al Gore nel 2007) che dichiarano il surriscaldamento del pianeta essere una realta' incontrovertibile, e che e' causato dall'uomo.
Mauro Febbo e' l'assessore all'agricoltura, l'uomo che in teoria dovrebbe proteggere i contadini. Daniela Stasi invece e' l'assessore all'ambiente ed e' ancora muta. Prima o poi vorrei sentire cosa ha da dire. Io non vado da nessuna parte e aspetto titubante di sentire la sua voce.
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11 comments:
ho già provveduto ha mandare la notizia al mio sindaco di francavilla al mare, e di accodarsi all'iniziativa della giunta comunale di silvi, come oggetto ho scritto: e noi cosa facciamo? bombardiamoli di mail ai nostri sindaci, io ho preso la notizia da PrimaDaNoi ieri e subito copia e incolla sulla mail e via!!! spedita, può essere una idea per farci sentire!!!
Daniela Stati a mio avviso è l'ennesima "donna oggetto" dei governi di centro destra. Non è discriminazione o pregiudizio, ma se andiamo a vedere gli incarichi affidati a donne non eccessivamente competenti incarichi su cui deve essere il Premier (o il facente veci) a decidere.
Prendiamo il governo Berlusconi. Abbiamo la Carfagna alle pari opportunità, che piccoli interventi spot a parte, è un ministero fantasma di cui non si sa più niente da mesi. Passiamo a Maria Stella Gelmini: la riforma della scuola l'hanno scritta Aprea e Tremonti. E delle altre donne di governo non si sa nulla.
La Stati sino ad ora si è limitata ad un allarme sui risultati deludenti della raccolta differenziata in Abruzzo. Prevede interventi per migliorarla, ma con l'idea di Febbo di 4 inceneritori, è solo un'estemporanea uscita che serve a certificarne la presenza.
Febbo intanto fa ciò che dovrebbe fare lei. Un documento di tutela dell'ambiente, perché è l'ambiente con tutti i suoi abitanti umani, animali e vegetali, dovrebbe venire dall'assessorato alle politiche ambientali. Non si combatte il petrolio "solo" per evitare danni all'agricoltura.
Tornando al post di oggi. Io ricordo come anni fa venne qui un ragazzo sardo. Rimase incantato dal paesaggio della Maiella, dalle colline che da essa giungono fino al mare. Potenzialmente questa regione ha i numeri per essere, turisticamente parlando, una delle punte di diamante dell'Italia. Ma bisogna arrestarne e laddove possibile invertirne il processo di degrado ambientale.
Per fare questo dobbiamo fare rumore, dobbiamo informare costantemente i cittadini. Abbiamo contro personaggi senza scrupoli. Basti pensare che la presenza a Nassiriya dei nostri militari durante l'invasione Irachena era dovuta alla tutela dei giacimenti che accordi internazionali risalenti a 6 mesi prima della guerra avevano dato all'Italia.
Durante il regime di Saddam Hussein, l'Eni aveva vantaggi per lo sfruttamento delle risorse petrolifere di Nassiriya. Vantaggi dati in cambio di un'azione per ammorbidire l'embargo dell'Onu contro il regime.
6 mesi prima dell'attacco alleato, il governo aveva un documento in cui si leggeva la necessità di alleviare l'eventuale emergenza umanitaria. I nostri soldati (compresi quelli morti) sono stati inviati per tutelare gli interessi dell'azienda energetica di cui lo Stato è azionista al 30%.
Poi leggete attentamente quanto segue che è estrapolato da un'intervista a Benito Li Vigni, ex dirigente Eni:
Giornalista - Quindi l'Eni avrà comunque ciò che gli aveva promesso Saddam, anche se ora a garantirglielo sono gli alleati delle “forze della coalizione”?
Li Vigni - Secondo la costituzione irachena appena approvata, il petrolio deve rimanere proprietà del popolo. Le grandi compagnie angloamericane non puntano quindi alla privatizzazione dei giacimenti, ma a stipulare con l'azienda petrolifera statale dell'Iraq un contratto molto vantaggioso: esattamente quello che Saddam aveva offerto a Italia, Russia e Francia, e non a loro. Si chiama Production Sharing Agreement (PSA). Prevede che chi riceve in gestione un giacimento lo utilizzi per un periodo che va dai 20 ai 40 anni e soprattutto trattenga dal 40 al 60 per cento dei profitti. Non solo, la compagnia può inserire nei propri bilanci le riserve che ha in gestione ….
Giornalista - …allora americani e inglesi avranno in gestione i giacimenti a queste condizioni vantaggiose, e la nostra Eni otterrà altrettanto per Nassirya. Siamo a posto, avremo quello che volevamo...
Li Vigni - No. La novità è che la nuova classe dirigente irachena non sembra essere disposta a concedere alle compagnie straniere contratti come il PSA, così svantaggioso per il popolo iracheno. Questo contratto nel mondo è stipulato solo per il 10 per cento circa delle riserve mondiali, per piccoli giacimenti, e i paesi produttori lo evitano, perché è sostanzialmente un contratto capestro. La situazione attualmente è tale per cui si va verso un fallimento dell'ipotesi PSA. La legge sul petrolio che ora giace al parlamento iracheno molto probabilmente alla fine non prevederà questo tipo di contratto."
Non voglio sbagliare, ma a me pare che le condizioni di sfruttamento del nostro petrolio non siano molto differenti dal PSA rifiutato da un neonato Stato in Iraq che al momento non ha la forza neanche di reggersi sulle proprie gambe.
Perché vi ho raccontato tutto ciò in questo commento che mi dispiace esser diventato tanto lungo?
Perché i personaggi di quella guerra e di quegli accordi sono gli stessi di oggi. Eni (e multinazionali varie) e governo Berlusconi con ministri e funzionari al soldo. Gente che per proteggere gli interessi dell'Eni non ha esitato ad andare in guerra e sacrificare la vita dei nostri soldati che veramente erano convinti di esser li per tutelare la popolazione e fare del bene (che comunque, hanno fatto anche se in minima parte).
Quindi ci vorranno i migliori abruzzesi di sempre per combattere questa battaglia. Io non vedo l'ora che ci si mobiliti. Voglio a tutti i costi fare la mia parte sapendo che essa dovrà essere non solo la mia, ma anche quella di almeno altri due o tre che per "ignoranza" o "paura" non ci appoggeranno. Sono impaziente di dare il mio contributo al di la dell'informare e l'invitare alla riflessione.
Inondiamo di Mail il National Geographic ad esempio. Spieghiamogli, come ci ha invitato Maria Rita, che tutto ciò che la rivista ha raccontato rischia di scoparire e che abbiamo assoluta necessità anche del loro appoggio per impedire che ciò avvenga. Mail senza rancori che non servono. Mail che simboleggino l'amore per la nostra terra e che siano da stimolo per il giornalista a tornare sull'argomento.
Poi, non dimentichiamoci: dobbiamo manifestare, fare rumore. Dall'insediamento della nuova giunta ad ora c'è stata una relativa quiete di piazza nell'attesa di capire quale fosse la sua posizione. Ora la sappiamo, sappiamo che è insufficiente ed anzi è una presa per i fondelli come dimostra, con molta semplicità Tom P. sul suo blog che vi invito a visitare ( link: http://chieti.blogspot.com/2009/02/la-legge-che-non-regge.html).
Per chi volesse invece leggere l'intervista completa a Li Vigni (e scoprire ad esempio che Nassiriya non è solo petrolio, ma anche uranio e quindi riserva importante anche per l'Enel del Nucleare di Berlusconi) il link è il seguente:
http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=1518
Entrambi li trovate anche sull'ultimo post su www.imenestrelli.it
A presto.
Da quello che vedo e quello che sento, penso che i nostri Politici sono veramente preoccupati che l’Abruzzo, da subito, potesse essere invasa da turisti e persone facoltose, l’unico rimedio per tenerle lontane è quello di inquinarlo al massimo possibile e di riempirlo di sciacalli, così loro amministreranno indisturbatamente.
Una gaffe perdonabile (dato l'anonimato del nuovo assessore all'ambiente). Ovviamente quando nel precedente commento ho scritto "Stati" era "Stasi".
mariarita ti devo deludere:
ecco riassunta in un post dell' UAAR tutta la serietà di alcuni componenti dell' amministrazione del comune diVasto:
http://www.uaar.it/news/2009/03/01/manifesti-atei-vasto-ch-anche-minaccia-staccare-manifesti-uaar/#comment-242440
peggio dei leghisti e di forza nuova
http://www.tgroseto.net/9059/pineto-consiglio-provinciale-aperto-per-discutere-di-estrazione-petrolifera/
Il Consiglio provinciale si sposta nella sala consiliare del Comune di Pineto per una seduta straordinaria e aperta che si svolgerà venerdì 6 marzo a partire dalle ore 16. Si tratta di un’iniziativa adottata di concerto con il Comune
di Pineto, amministrazione, quest’ultima, che ha espresso la sua contrarietà all’ipotesi di progetti di piattaforme petrolifere a mare e di attività estrattive a terra. Sulla stessa posizione anche il Comune di Silvi dove, venerdì scorso, il Consiglio Comunale ha approvato una mozione contro “l’estrazione di idrocarburi”.
“L’allarme sociale e le preoccupazioni dell’intera comunità per rischi connessi alla paventata realizzazione di un vero e proprio distretto petrolifero in Abruzzo, progetto che interesserebbe in maniera particolare la costa e l’entroterra teramano, ci impongono l’adozione di ogni precauzione e cautela al fine di verificare la effettiva compatibilità di questi interventi con le esigenze di tutela della salute, dell’ecosistema, dell’economia locale basata sul turismo e la pesca. Sin d’ora la Provincia esprime la netta contrarietà ad ogni opera che possa arrecare pregiudizio al patrimonio ambientale, paesaggistico, agricolo e turistico del territorio teramano ed abruzzese”.
presa di posizione contraria del capogruppo idv regione Abruzzo intervento integrale di Bruno Evangelista sull'insediamento di stabilimento ENI.
http://it.truveo.com/Insediamento-
ENI-Abruzzo-1/id/151988408
x angelo:
è stati no stasi, ciao
http://www.regione.abruzzo.it/
portale/index.asp?modello=
stati&servizio=xList&stileDiv=
mono&template=default&b=danstati
mea culpa, si chiama stati. ho sbagliato a digitare. ma il fatto che gli abruzzesi non sapiano nemmeno qualce sia esattamente il suo nome la dice lunga sull'efficienza e voglia di lottare del nostro assessore per l'ambiente.
Proiettato in Sardegna il film "OIL"
http://www.agoravox.it/OIL-la
-voce-delle-vittime.html
Infatti...ma è tutta colpa dell'anonimato all'ambiente della regione Abruzzo: si facesse sentire di più non verrebbero di questi dubbi! ;)
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