La Aleanna Resources chiede di trivellare in area di:
"intensa attività agricola"
"area di inondazione per piena catastrofica"
"unita' paesaggistica delle fasce fluviali"
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I nomi di coloro che lavorano su questo scellerato progetto sono:
Martina Gadoni, project specialist
Mattia Bergamini, project specialist
Antonino Cuzzola, senior hydrogeologist,
Vincenzo Nappa, senior project specialist
A loro posso solo dire una parola: vergognatevi.
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Ma... che li abbiamo firmati a fare gli accordi di Parigi?
Ci sono trivelle e altre trivelle in tutta Italia, da nord a sud, come cavallette!
Questa volta e' toccato a Costa de' Nobili a venti chilometri da Pavia. E il lupus in fabula e' la Aleanna Resources, un'altra micro ditta americana che vuole venire a bucare l'Italia.
Il pozzo esplorativo si chiama Bella 1, e la concessione di 322 chilometri quadrati e' per la maggior parte in Lombardia anche se una piccola frazione cade in Emilia Romagna. Le province interessate sono Pavia, Milano, Lodi e Piacenza.
Il fiume Po e' a meno di 4 chilometri.
Iniziamo a leggere quest'altro affronto alla nostra nazione.
Gli amici di cui sopra ci spiegano che il territorio e' pianeggiante e *interamente adibito a coltivazione agricola*. Distruggeremo cioe' le campagne di Pavia per farci trivellare la Aleanna Resources del Delaware, USA.
Quello che vorranno fare qui i nostri amici americani e' creare una "piazzola di perforazione" con "relativi impianti ed accessi", perforazione del pozzo con l'immissione di fanghi di perforazione, e poi, una volta finito "ripristino" dell'ambiente.
La durata della perforazione del pozzo e' stimata in circa 15 giorni. Se trovano idrocarburi, resteranno in loco per altri dieci giorni se no, se ne andranno. Il loro target principale e' il gas metano.
Ora, per chi legge queste cose per la prima volta: tutto questo e' fuorviante ed e' la politica del carciofo. Una foglia alla volta, finche' non si arriva al cuore di cio' che si vuole. O anche divide et impera. Cioe' qui dicono che al massimo-massimo staranno a Costa de' Nobili per 25 giorni, in realta' ci si sta preparando la strada per attivita' estrattiva permanente che durera' per anni e anni, se le cose vanno come la Aleanna Resources vorrebbe.
Quindi, il tempo per opporsi e' adesso, in modo preventivo e per evitare decenni di fanghi e di trivelle. A loro non interessa stare sul terreno 25 giorni, quanto 25 anni.
Continuiamo a leggere.
Nell'area ci sono risaie, pioppeti, coltivazione di legumi e di "piante industriali" (ipse dixit!) e ci sono coltivazioni di cereali e di foraggi, con allevamenti di mucche.
La stessa Aleanna parla di forte sviluppo di un’agricoltura intensiva legata alla coltivazione di cereali e di foraggi che hanno comportato un intenso incremento dell'allevamento bovino da latte e da carne.
Come il loro pozzo possa integrarsi con tutto il circondario e' un mistero che solo loro posso sognare dal Delaware, e infatti nel rapporto di valutazione ambientale non dicono neanche una parola sul loro pozzo in questo contesto.
Chi mai vorrebbe legumi o riso con un po di idrocarburi dentro?
E quindi stanno zitti.
L'area, teniamoci forte, e' classificata come area "di inondazione per piena catastrofica", in fascia C cioe' la piu' pericolosa. La parola "catastrofica" parla chiaro, no? Ci possono essere "inondazioni e eventi di piena più gravosi di quella di riferimento".
Mmh. E se mai dovesse arrivare la "piena catastrofica" , come resistera' il pozzo della Aleanna? E non quello temporaneo, quanto quello permanente? E tutta l'infrastruttura che questi si porteranno appresso? E' sicuro mettere pozzi ed oleodotti e fanghi in un territorio a rischio allagamento?
Aggiungono che un "ulteriore elemento simbolo dell’intensa attività agricola è la presenza di una vasta rete irrigua", e che il pozzo "ricade pienamente nell’unità paesaggistica delle fasce fluviali".
E' qui previsto che vengano innanzitutto preservati "i caratteri di naturalità dei corsi d’acqua,
i meandri dei piani golenali, gli argini e i terrazzi di scorrimento".
Mmh. Abbiamo tutti visto cosa e' successo in Basilicata con il Pertusillo, lago petrolizzato, da cui ogni tanto arrivano scie e concentrazioni fuori controllo di idrocarburi. Pensiamo veramente che con le trivelle "la naturalita'" dei corsi d'acqua sara' preservata?
Con un po di idrocarburi dentro?
Oltre a una fitta rete di torrenti e fiumi, c'e' qui anche zona boschiva a 500 metri dal pozzo e ben due aree protette, una "important bird area" e una zona a protezione speciale, riconosciuta dall'UE. Sono:
1. il Fiume Po dal Ticino a Isola Boscone - IBA199 (area di importanza internazionale per l’avifauna – Important Bird Areas) a 3.8 chilometri dal pozzo
e
2. il Po da Albaredo Arnaboldi ad Arena Po - ZPS IT2080701A (zona di protezione speciale) che secondo la stessa Aleanna "presenta le condizioni per ospitare una fauna ricca e diversificata".
Un po piu lontano, a circa sei chilometri, c'e' il Parco della Collina di San Colombano; a sette chilometri il sito di importanza comunitario Fiume Po da Rio Boriacco a Bosco Ospizio, e a otto chilometri un altra zona di protezione speciale, il Po di Pieve Porto Morone.
Come pensano che boschi, uccelli, fiumi e fauna ricca e diversificata non verranno intaccati? Il pozzo non nasce nel nulla, ci saranno camion (parlano loro stessi di 30 autoarticolati!, escavatori, rulli e rullatrici), esalazioni, oleodotti, infrastruttura. E ne l'aria ne gli animali conoscono confini.
E' inevitabile che l'ecosistema ne risentira'.
Tirano fuori pure tutte le regolamentazioni nazionali e locali, i piani di indirizzo forestale, di governo del territorio, le direttive della provincia.
Indovinate?
E' tuttapposto!
Il pozzo Bella 1 non interferira' con niente, e' in linea con tutto e nulla verra' modificato.
Dei pozzi invisibili!
Ora, siccome il governo impone di studiare "l'alternativa zero" cioe' cosa succede se non si trivella Bella 1, quelli della Aleanna vengono fuori con una serie di astrusi ragionamenti che solo i petrolieri possono tirare fuori.
Dicono infatti che, secondo il governo, ci deve essere priorita' per lo sviluppo di energie rinnovabili, efficenza e sicurezza energetica, decarbonizzazione entro il 2030, e progressi nella tecnologia, ricerca e innovazione.
Ah si? E cosa c'entrano allora le trivelle con queste nobili prorita' del nostro governo? Trivelle con tecnologia da anni sessanta, ubercarbonizzazione, zero sicurezza con pericoli di scoppio e di inquinamento?
C'entrano, perche' secondo la Aleanna senza il loro pozzo saremo penalizzati in quanto limiteremo la "la possibile crescita della produzione interna" e non contribuiremo "ne' alla riduzione del deficit ne' al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Strategia Energetica Nazionale."
Ovviamente faranno tutto questo nel rispetto dei "piu' elevati standard ambientali e di sicurezza internazionali", con investimenti, lavoro, gioia e felicita' per tutti.
Ha ha ha.
Bella 1, secondo loro, "potrebbe aiutare a sostenere l’attuale situazione di criticità del mercato italiano del gas" che e' in crisi grazie alla "riduzione della produzione nazionale dovuta alla diminuzione delle riserve nazionali e crescente dipendenza di forniture dall’estero".
Il loro pozzo dunque portera' a vantaggi socio-economici.
Ha ha ha.
Come in Basilicata, dove l'emigrazione e' alle stelle e le statistiche dicono che la poverta' c'era 20 anni fa e c'e' tuttora, gas o non gas, petrolio o non petrolio.
E' una canzone che abbiamo gia' sentito e che e' sempre, sempre, stata solo il canto delle sirene di Ulisse.
Scusate, ma avete idea di quanto potremmo fare in termini di crescita della produzione interna di energia con le rinnovabili? Quanto lavoro potremmo dare ai nostri imprenditori *locali* con sole e vento invece che darli a una microditta del Delaware? Quanti soldi risparmieremmo evitando inquianmento ed emissioni?
E poi, lo sapete meglio di tutti che la produzione e l'uso di gas e' in calo a causa del fatto che sebbene sofficate da governi ciechi e stupidi, le rinnovabili hanno messo piede in Italia e hanno portato via richiesta di gas. E poi c'e' la crisi che in dieci anni ha contribuito al calo dei consumi, fra cui quello di gas. E ancora, il prezzo e' cosi basso, e i giacimenti cosi scadenti, che spesso non e' competitivo trivellare le micro-riserve italiane.
Suvvia, cara Aleanna, lo sapete bene che la vostra e' solo *speculazione* e che lo scopo ultimo e' di portare soldi ai vostri investitori, costi quel che costi. Il resto e' solo blabla per abbindolare i politicanti italiani.
Mmh. Continuo a leggere e mi chiedo quando mai arriveranno alla descrizione dei fluidi di perforazione. Parlano di tutto, altezza, velocita', potenza delle trivelle di ultimissima generazione che saranno pure insonorizzati, trenta "autoarticolati". Dicono pure quanto sara' il consumo di combustibile dei loro mezzi, ma di fluidi che verranno pompati nella pancia della terra di Pavia, non c'e' traccia.
Cosa c'e' dentro questi fluidi? Quanto ne verra' pompato? Che influenze ha questa monnezza su campi e persone? Chi li smaltira? Dove finiranno? Non si sa.
Dicono solo che l'acqua usata per preparare tali fluidi sara' prelevata altrove (non si sa dove) e che tutto sara' impermeabilizzato.
Questa era forse la parte piu' importante, sapere cosa pomperanno sotto i nostri piedi.
Ma non ce lo dicono.
Perche'?
Perche' qui non possono arrampicarsi sugli specchi. Come potranno mai dire che ci servono miscele tossiche, a volte cancerogene e radioattive, nel nostro sottosuolo? Come possono dirci i volumi coivolti e pensare che la gente non voglia questa robaccia nelle proprie risaie? Come possono pensare che si possa accettare il passaggio di camion avanti e indietro con materiale tossico dentro?
E quindi non dicono niente.
Anzi, dicono che per mitigare tutto... laveranno le ruote dei loro camion. Non scherzo!
E infine, ci sono, su 46 pagine, dieci righe piu o meno su cosa accadra' in caso “situazioni emergenziali” di possibile "fuoriuscita di fluidi". Niente paura, ci sono "speciali apparecchiature meccaniche di sicurezza montate sulla testa pozzo che lo chiuderanno, sempre.
E cosi sara'. Tutto ha impatti lievi, trascurabili e nulli.
In Italia va bene pure trivellare fra i campi di riso, vicino a boschi e zone di protezione per gli uccelli, in zone di rischio allagamento catastrofico.
Tuttapposto.
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