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Friday, February 17, 2017

Asia Super Grid: la super rete elettrica rinnovabile di Russia, Cina, Giappone e Corea del Sud


I rappresentanti di Cina, Giappone, Corea del Sud e Russia
all'accordo per la creazione dell'Asia Super Grid

Settembre 2016, Tokyo









La prova che le rinnovabili sono il futuro e' qui:  a Settembre 2016 i rappresentanti di quattro nazioni si sono incontrati a Tokyo per firmare un accordo per la creazione della Asia Super Grid.

E' un progetto rivoluzionario per tanti versi : una nuova, gigantesca rete elettrica alimentata da sole e vento che colleghera'  Cina, Russia, Giappone e Corea del Sud.

Assieme fanno  circa un miliardo e settecentomila persone che potrebbero avere la rete elettrica fatta solo di rinnovabili.  Le quattro di cui sopra rapprensentano anche il 77% del consumo totale di elettricita' di tutta l'Asia.

L'idea futuristica nacque nel dopo Fukushima del 2011, grazie a Masayoshi Son Masayoshi, fondatore dell'impero SoftBank Group di Giappone che dopo il disastro nucleare della sua naizone decise di fare qualcosa e creo' il suo Renewable Energy Institute come incubatore di idee e di analisi dati per le rinnovabili.

Il signor Masayoshi aveva una visione ben chiara: la transizione verso le rinnovabili, usando come fonte il deserto del Gobi in Cina, con il suo enorme potenziale in termini di sole di vento. A beneficiarne le quattro superpotenze del circondario.  Le stime erano che dal deserto del Gobi

Gobi Desert in China, this would create the equivalent energy produced by thousands of nuclear reactors. The plan would interconnect grids across different regions, nations, and continents, and would generate over 10 gigawatts of electricity. 

Era sicuramente una idea grandiosa, tecnicamente e geo-politicamente difficile, e forse destinata a restare tale. Cina e Giappone sono spesso in attrito fra loro, a causa di anni e anni di ostilita' piu' o meno aperte.

E quindi questa Asia Super Grid avrebbe portato sole e vento per l'elettricita' , e magari anche un po di coesistenza fra nazioni.

E poi un piccolo miracolo.

Dopo avere annunciato questo intento, la Korea Electric Power Company e la State Grid Corporation di China contattarono Mr. Masayoshi, dicendogli di essere interessati a questa super rete elettrica Anche i russi si mostrarono disponibili, e la PSJC Rosseti, ente elettrico di Mosca decise di partecipare.

Il progetto e' ora concreto -- durante l'incontro di Tokyo del Settembre 2016 Masayoshi annuncia che la sua idea per l'Asia Super Grid sara' realta'.

Come hanno fatto in questi anni?

Un passo alla volta e facendo quello che si poteva fare, progressivamente, e diventando piu' ambiziosi con gli obiettivi.

Intanto nel 2011 in Giappone, Mr. Masayoshi crea dei centri di generazione elettrica dalle rinnovabili che fanno capo alla sua ditta - SoftBank Group. Ad oggi operano 33 centrali di energia solare ed eolica sparsi per il Giappone.

Poi Mr. Masayoshi inizio' a guardare fuori dal Giappone, prima fra tutti alla Mongolia e al suo potenziale eolico. Assieme a una ditta mongola, la Newcom, Masayoshi fonda Clean Energy Asia per sfruttare il vento del deserto del Gobi. Sorgono anche qui campi eolici. E poi la partnership con la Bharti Enterprises di India, che porta alla creazione di Cleantech, per la cooperazione India-Giappone e infine con la Foxconn di Taiwan.

Ma come collegare tutte queste ditte e progetti locali fra loro e creare una rete integrata?

Era al difuori della possibilita' di una persona sola, appunto di Mr. Masayoshi. 

Come detto sopra, il miracolo e' quando arrivano in scena Mr. Liu Zhenya, ex dirigente della State Grid Corporation of China, l'ente che gestisce la rete pubblica di Cina, Mr. Hwan-Eik Cho, della Korea Electric Power e la Rosseti di Russia a studiare la potenzialita' di questa rete integrata.

A Settembre 2016 decidono che si, si puo. E ora si parte con progetti per mandare il vento della Mongolia al Giappone, grazie a cavi sottomarini, e di idroelettrico russo che potrebbe essere mandato a sud. I percorsi sono stati soprannominati "Golden Ring".

I vantaggi sono molti: avere una rete integrata fa si che i momenti di picco da una parte del mondo possano essere bilanciati da momenti di minor uso elettrico altrove, grazie ai fusi orari, alle diverse tradizioni;  di dare maggior impulso alla generazione di energia pulita, avendo creato una sorta di "mercato unico".

La speranza e' di eliminare la dipendenza dalle fossili e dal nucleare.

E i costi? Secondo gli studi preliminari fatti prima dell'accordo di Settembre il costo per generare e mandare l'elettricita' dalla Russia o dalla Mongolia al Giappone costera' lo stesso, o di meno dell'attuale costo per la generazione di elettricita' dalle centrali a carbone.

Ci saranno problemi, anche ambientali? Certo. Ogni cosa che l'uomo fa ci sono degli impatti e delle conseguenze, ma io credo in questo caso che scappare dalle fonti fossili, carbone, petrolio e dal nucleare, sia un passo importante, e che l'effetto finale sara' sicuramente in positivo per l'ambeinte, per le minori emissioni di CO2 in atmosfera e per i polmoni e la pace mentale di chi si ritrova a vivere vicino a raffinerie e reattori.

Se possiamo farlo in Asia, lo possiamo fare dappertutto.

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