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Dopo avere - per ora - rinunciato alle trivelle in mare - in Croazia si passa alla terraferma
Il giorno 8 giugno 2016 il primo Ministro del Governo Croato, Tihomir Oreskovic, e il Ministro dell'Economia, Tomislav Panenić hanno infatti firmato accordi per ricerca e coltivazione di petrolio in sei concessioni lungo i fiumi Sava e Drava nel nord-est della Slavonia.
La prima offerta trivellante si era svolta con un asta nel Luglio del 2014: le concessioni variano da 2100 a 2600 chilometri quadrati.
Dopo due anni le concessioni sono state assegnate: il blocco esplorativo DR-02 alla ditta croata INA-Industrie Nafte, il blocco esplorativo DR-03 alla Oando, nigeriana. Il resto va alla canadese Vermilion che si accaparra i blocchi DR-04, SA-08, SA-09 e SA-10.
Secondo il governo croato queste concessioni e questi accordi sono di "importanza strategica": dureranno cinque anni, e in caso di scoperte appetibili di petrolio, lo sfruttamento potra' durare fino a 25 anni. Ci saranno 88 milioni di euro di investimenti, e il ritorno sara' - udite! - fra i 450 milioni ei 900 milioni di euro all'anno!!
Grazie a
Ovviamente anche qui non puo' che mancare la sicurezza energetica, il lavoro, il benessere e la gioia per tutti.
E' sempre la stessa canzone che si ripete come un disco stonato: non si guarda mai a chi vive li vicino, a cosa verra' iniettato sottoterra, a cosa verra' perso, a cosa verra' sputato in aria, ai rischi di incidente. E questo vale per l'Italia, vale per la Croazia, vale per tutte le comunita' prese di mira dai petrolieri.
Sta a noi sempre, prendere quello che abbiamo e protestare, ed esigere che i nostri diritti siano rispettati.
1 comment:
Il meraviglioso parco nazionale dei laghi di Plitvice, famoso in tutto il mondo, non mi sembra che disti parecchio da Bihac...
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