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Saturday, May 16, 2015

Obama e le trivelle in Artico


La contea di King County, dove ha sede Seattle ha deciso che non si fara' carico dei rifiuti umani della piattaforma Shell ancorata nel loro mare. Pare niente, ma dara' altri grattacapi ai nostri eroi trivellatori dell'Artico.










E cosi Obama ha approvato le trivelle in Artico, per la gioia della Shell. Trivelle che secondo i suoi stessi report governativi hanno possibilita' del 75% di incidente. La zona che verra' trivellata e' il Burger Prospect: la Shell vuole iniziare le operazoni in estate, trivellando sei pozzi, quando il ghiaccio e' piu' sottile. Gia' le navi sono in viaggio verso Seattle, porto che la Shell vuole usare come base di supporto logistico.

Ma che razza di presidente e' uno che un giorno dice una cosa e un giorno ne fa un altra? Uno che solo pochi mesi fa aveva vietato le trivelle sia nell'Arctic National Wildlife Refuge che nel Beaufort e Chukchi Sea d'Alaska per un totale di quasi nove milioni di ettari, ed in principio per rispetto dell'ambiente?

Non si sa. Certo non un presidente coerente, ne tantomeno un presidente che veramente ci crede alla necessita' di fermare i cambiamenti climatici, nonostante tutti i suoi proclami. Possibile che nemmeno l'uomo piu' potente del mondo sia capace di dire no a Big Oil, chiaro e forte?

E qui non si tratta semplicemente di trivellare l'intrivellabile, in condizioni estreme dove nessuno sa esattamente cosa fare in caso di incidente, quanto del fatto che veramente iniziare a trivellare a larga scala in Artico sara' un disastro annunciato per il pianeta, anche se tutto dovesse andare per il verso giusto. Perche' dopo che si inizia non ci si ferma piu'. Quanto piu' ne estraiamo, quanto piu' ne consumeremo.

Gia' venticinque anni fa - non ieri! - gli studiosi del clima avevano annunciato che l'uso continuato di fonti fossili sul pianeta Terra,  avrebbe portato alla scomparsa dell'Artico. Ovviamente nessuno ha ascoltato questo allarme, nessun politico, nessun petroliere. E guarda un po, dopo venticinque anni, l'Artico si scioglie a tassi impressionanti. Ci sono alcune localita', come il NorthWest Passage, dove fino a pochi anni fa ci volevano macchinari apposta per sciogliere i ghiacci, e dove adesso il ghiaccio non c'e' piu e si progettano gare con gli yacht.

E no, non se lo inventa la D'Orsogna questo: il NOAA, il National Oceanic and Atmospheric Administration proprio una settiamana fa ha annunciato che fra 25 anni se non facciamo niente, l'intero Artico sara' ice-free. Senza ghiacci. E' qualcosa di impensabile, per tutti gli equilibri ecologici a livello planetario. Gli unici che ci guadagneranno sara' chi riuscira' a farci business.

Anche la Shell, lo sa e lo vede, ma invece di avere a cuore la situazione e di darsi un freno da sola, decide di sfruttare la situazione. Quanto piu' l'Artico si scioglie, ovviamente, tanto meno difficile sara' estrarre petrolio, accentuando il disastro e ingrassando il portafoglio.

E anche Obama lo sa ma non gli importa. Obama e' stato veramente fallimentare come presidente sul tema ambiente, secondo me. Per i primi quattro anni, nada. Adesso che non ha piu' niente da perdere politicamente, e' ancora peggio, perche' parla senza veramente agire, se non con posizioni di facciata. Non si sa bene perche' e di cosa abbia paura, visto che alla fine, il contributo energetico del petrolio dell'Artico e' poco, e' pericoloso, e trivellare il polo nord va contro ogni buonsenso.

Obama dice che si, si devono fermare questi cambiamenti climatici, e che a un certo punto sarebbe bello diventare indipendenti dal petrolio, ma nel frattempo il petrolio ci serve e quindi... trivelliamo quanto di piu' delicato ci sia: l'Artico, finora non sfiorato dalla mano dell'uomo. Dice che vuole trivellare i mari d'Alaska perche' se fatto "safely" e' bene trivellare a casa nostra dove gli standard sono piu' elevati che altrove. Come se adesso che lui annuncia l'apertura alla Shell, magicamente in Arabia Saudita smetteranno di trivellare o trivelleranno un po' meno!

E poi... i suoi stessi rapporti dicono che non c'e' niente di safe nel trivellare l'Artico. Le prove della Shell nel 2012 sono state un disastro totale, con piattaforme che si sono staccate e sono andate a zonzo negli oceani prima di infrangersi a riva, multe per inquinamento e improvvisazioni di ogni genere!

Obama e' un politico che vorrebbe avercele tutte: non nega i cambiamenti climatici e fa discorsi lughi e strappalacrime sulla necessita' di dare un pianeta migliore ai nostri figli. Pero' poi non riesce a fare un ragionamento logico, semplice e consequenziale: visto e' l'uso delle fonti fossili a causare tutti questi stravolgimenti climatici, meglio lasciare il petrolio sottoterra. Meglio dire ai petrolieri: basta. Non ci riesce proprio a collegare le due cose e ad agire. O forse capisce, ma da perfetto cuordileone aspetta il prossimo presidente a mettersi contro i petrolieri e le loro tasche.

Un politico doc.








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