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Friday, May 22, 2015

Le spiagge californiane coperte dal petrolio di Santa Barbara





Update al 19 Maggio 2016
un anno dopo


Il conto totale e' stato di 500,000 litri di petrolio.
Dopo un anno di indagini le autorita' compenti denunciano che l'operatore
il Plains All American Pipeline di Houston

"failed on multiple levels to prevent, detect and respond to the incident"

L'incidente e' stato "completely unacceptable" 
secondo Marie Therese Dominguez
 del Pipeline and Hazardous Materials Safety Administration.

La Plains All American Pipeline e' sotto inchiesta per neglilgenza criminale,
e per possibili cause civili e penali.

46 capi d'accusa criminale
4 gravi di consapevole riversamento di inquinanti a mare
Secondo Kamala Harris, attorney general dello stato della California,
la Plains All American Pipeline non e' stata trasparente
durante le indagini dello scorso anno

L'oleodotto e' ancora fermo.

La colpa dell'incidente e' stata la corrosione che ha perforato le pareti delle tubature
degli oleodotti che e che la ditta in questione non aveva monitorato.

Quando e' scattato l'allarme dalla California ha risposto un operatore dal Texas che ha
fatto spegnere l'allarme perche' lo distrubavano.

Il piano di contenimento, messo in moto con molto ritardo, non teneva bene in conto
la geografia della costa, e nonostante tale piano, lo stesso il petrolio e' arrivato,
abbondante in mare.


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22 Maggio 2015


Oxnard - 150 chilometri a sud da Santa Barbara

El Segundo,
Hermosa Beach,
Manhattan Beach,
200 chilometri a sud da Santa Barbara
 quindici chilometri da casa mia



Mercoledi' 27 Maggio 2015 l'intera spiaggia di Manhattan Beach -- a neanche quindici chilometri da casa mia -- e' stata chiusa per la comparsa di macchie di catrame in spiaggia. Circa 7 miglia di sostanze oleose che nessuno sa da dove vengono. Anche ad Oxnard, cinquanta chilometri a nord da Los Angeles, ci sono macchie di catrame in spiaggia.

Santa Barbara e' a nord di Oxnard (150 chilometri) e da Manhattan Beach (200 chilometri). Il materiale petrolifero e' stato mandato a centri specializzati per capire esattamente cosa sia e se sia compatibile con il petrolio di Santa Barbara.

Non lo si esclulde.

Di certo non si tratta di perdite "naturali" dal sottosuolo. 


Pellicani al petrolio, Santa Barbara

Divieti dal 1969
ma quelli vecchi ce li teniamo



Non e' stata la prima volta a Santa Barbara. La prima, grande, memorabile, marea nera del mare di California e' stato prima che nascessi, nel 1969. Scoppio' la platform A. Finirono nell'oceano quasi 14 milioni di litri di petrolio. Morirono pesci e uccelli. Il mare divento' e resto' nero per settimane. Anche il presidente Nixon si commosse.

La risposta del paese e dell'opinione pubblica fu senza precendenti. Molte delle leggi per la protezione ambientale che abbiamo adesso in California e nel paese sono figlie di quell'evento. Anche Earth Day nasce da Santa Barbara: venne celebrato per la prima volta nel 1970 un anno dopo lo scoppio della platform A.

In teoria, abbiamo imparato la lezione in California: dopo il 1969 non sono state piu costruite piattaforme nuove nei nostri adorati oceani. Quelle vecchie pero' ce le siamo tenute e sono ancora li, con tutta la loro infrastruttura, i loro rischi, il loro invecchiare, le loro manutenzioni fatte o non fatte.

Questa volta a Santa Barbara non e' stata una piattaforma a scoppiare, ma una piu' banale fessura da oleodotto sotterrato in oceano.  Sono finiti in mare 400 mila litri di petrolio, forse di piu. Di nuovo e' tutto nero - uccelli, spiaggia, lavoratori, foche, sassi, gabbiani e gamberetti. Di nuovo fumi tossici, mascherine, campeggi evacuati, surf anneriti, stato di emergenza, trecento volontari e professionisti a pulire.  Sara' diffcilissimo mettere tuttapposto.

Questa volta sono qui, conosco bene quel mare e fa male perche' e' un po mio.

Non so se esistano posti con leggi ambientali piu severi che la California, ma se si, credo che si possano contare sulla punta delle dita. L'operatore dell'oleodotto si chiama Plains All American Pipeline ed ha sede a Houston. Negli scorsi 10 anni ha avuto 175 infrazioni per mancanza di sicurezza e di manutenzione. Fanno 17 all'anno, piu' di una al mese. Nel 2014 hanno avuto profitti per 1 miliardo di dollari.

E' evidente quindi che se e' potuto succedere qui, potrebbe succedere ovunque. Per quante premure, leggi e controlli, uno possa o voglia introdurre, le operazioni petrolifere sono pericolose - dall'estrazione, al trasporto, alla raffinazione, allo smaltimento e le ditte petrolifere proprio non ci sentono dal lato sicurezza. Non e' possibile quindi che vada sempre tutto liscio. E non esistono leggi che possano veramente evitare catastrofi come questa. E' bastata una piccola fessura. Chi mai andra' a controllare tutti i tubi che ci sono sottoterra, e sotto il mare? 

Per me la lezione e' sempre la stessa: meglio non farceli venire dall'inizio, perche' una volta venuti non se ne vanno finche' non e' stata spremuta l'ultima goccia. E questo vale per Santa Barbara, vale per l'Adriatico, vale per l'Artico. Tenere i pozzi in mare per trenta, quaranta, cinquanta anni, vuol dire che prima o poi qualcosa dovra' cedere. La domanda non e' "se dovesse succedere". La domanda e'  "quando succedera'?"

Il giorno 23 Maggio 2015 in Abruzzo si scendera' ancora in piazza per ribadire il nostro no alla petrolizzazione dell'Adriatico e contro Ombrina Mare in Abruzzo. Credo che la lezione di Santa Barbara per l'Adriatico sia chiara: non e' possibile riempire il mare da una parte e dell'altra, di pozzi, di FPSO, di tubi, di oleodotti, di petroliere che andranno e verranno, e pensare che nulla cambiera'.

Perche' qualcosa cambiera' e prima o poi, nonostante le rassicurazioni dei nostri pseudo ministri dell'ambiente ed il wishful thinking di Matteo Renzi, la corda si spezzera'. Prima o poi.

Qui le immagini del mare e della vita marina di Santa Barbara coperta dal petrolio.





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