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Thursday, October 20, 2011

Un re nigeriano contro la Shell



Cruel, inhuman or degrading treatment,
gross negligence,
violation of international treaties.


Shell has not taken any concrete steps to protect the environment,
provide safe drinking water or subject the endagered people of Nsisioken Ogale Community to medical assessment and treatment

Accuse alla Shell da parte del re Emere di Nigeria.


E cosi dopo le cause in corso contro la Chevron da parte degli indigeni dell'Ecuador presso il Lago Agrio, e dopo gli Acucar del Peru', arriva il re di una tribu' Nigeriana a fare causa contro la Shell in un tribunale americano per circa 1 miliardo di dollari.

Il re Emere Godwin Bebe Okpabi assieme ad altri capi tribali ha presentato la causa presso la corte suprema degli Stati Uniti d'America a Detroit, Michigan in cui la Shell e' accusata non solo di inquinamento, ma anche di violazione dei diritti umani ed abusi di vario genere nei confronti del popolo Nsisioken Ogale.

Hanno scelto gli USA perche' le leggi sono qui piu severe e perche' vogliono attaccare quella che loro chiamano la "cultura dell'impunita'" e di mancanza di rispetto per i nigeriani.

Nella causa si dice che la Shell non ha usato in Nigeria gli stessi standard ambientali usati altrove nel prevenire perdite da oleodotti e nel ripulire i siti minerari.

Un recente rapporto scientifico delle Nazioni Unite
infatti registra che dopo 50 anni di petrolio, la Nigeria ha falde acquifere inquinate oltre ogni standard accettabile, e che i terreni sono intrisi di petrolio per oltre 5 metri di profondita'.

I tassi di benzene, un cancerogeno, sono di oltre 900 volte di piu' che le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'.

L'aria sa di petrolio, soffrono quello che chiamano "inquinamento pervasivo" con effetti alla salute.

Lo stesso rapporto delle Nazione Unite afferma

"oil contamination in Ogoniland has created an environmental crisis of unprecedented proportions"

"la contaminazione di petrolio in Ogoniland ha creato una crisi ambientale di proporzioni senza precendenti"

Dicono che ci vorranno almeno 30 anni di lavoro per ripulire il tutto. Lo studio e' durato due anni.

La Shell ebbe anche un ruolo di primo piano nella morte di Ken Saro Wiwa,
l'attivista pacifico ucciso nel 1995 per difendere la sua terra dalle multinazionali del petrolio.

Nel 2005 la Shell ricevette l'ordine di non fare piu' gas flaring.
Il gas flaring continua ad oggi.

Lo fa la Shell, lo fa l'ENI.

La Shell non commenta. Vediamo se dice qualcosa il CorSera.

2 comments:

Anonymous said...

Almeno in Nigeria hanno avuto il coraggio di citarli in tribunale!Qua in Basilicata(da dove scrivo)neanche questo!La maggior parte della gente invece,nelle zone dei siti petroliferi lucani,lecca ancora i culi dei politici che stanno svendendo la nostra regione alle compagnie petrolifere,con la speranza di avere uno squallido lavoro,magari sottopagato(basti pensare che a Francavilla sul Sinni,poco più di 4000 abitanti,durante la raccolta firme tenutasi in regione ad inizio Ottobre 2011,hanno firmato in 60!),in cambio di tumori(la Basilicata ha il tasso più alto di malati di tumore di tutta Italia!!!)e inquinamento di acqua,terra e aria.I veri zulù stanno qua,non in Africa!C'è solo da vergognarsi!

Vincenzo said...

In Italia c'è un pervasivo servilismo: il politico non è visto come la persona che ci deve rappresentare, ma come quello che un giorno, forse, ti potrà aiutare...
Che tristezza.