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Wednesday, September 9, 2009

La Catalogna di Spagna


Durante la campagna elettorale c'e' stato un gran parlare di fare della provincia di Chieti la Catalogna d'Italia. Se ne continua anche adesso, specie per quanto riguarda il ramo del turismo.

Durante parte di questo parlare ero, guarda caso, proprio in Catalogna. Ho infatti trascorso tutto il mese di Maggio a Barcellona, ospite dell'Universita' Autonoma di Barcellona, ed in particolare del Centro di Ricerca Matematica della stessa citta'.

L'idea di ricopiare la Catalogna e' bella, seppure arrivi con molto ritardo rispetto a cio' che ha fatto la Catalogna vera e nonostante la Spagna per molti anni sia stata sotto regime dittatoriale.

A ben pensarci, visto che abbiamo avuto quasi trenta anni di piu' di democrazia, avrebbe dovuto essere la Catalogna a copiare noi!

Sono andata allora a vedere cosa fa la Catalogna per il turismo. In particolare lungo la costa Brava, 160 km di spiaggia, piu' o meno il doppio della nostra costa teatina. Durante gli anni di Franco si era pensato di trasformare la zona in un centro turistico, con la costruzione di hotel e di seconde case. Ad un certo punto pero' ci si rese conto che pian piano questa corsa al costruire avrebbe privato la costa Brava della sua risorsa principale, la natura.

Cosi', per evitare cementificazioni, scempi di varia natura, e per proteggere il proprio sistema naturale, la Catalogna ha creato tre riserve acquatiche, tutte di forte attrazione turistica, a picco sul mare e dove fanno passeggiate, bird watching e altre attivita' ricreative.

Il parco naturale Aiguamolls de l'Emporda', circa 50 chilometri quadrati, fu creato nel 1983. Nel corso degli anni questa riserva si e' addiritutta allargata, includendo delle risaie che sorgevano nelle vicinanze e che sono poi state abbandonate e incluse nel parco. Inizialmente, negli anni '70, si era pensato di costruirci 60,000 unita' abitative, ma a causa dell'attivismo locale, il progetto edilizio fu abbandanato e oggi, 30 anni dopo c'e' la riserva sul mare.

Il parco naturale dell'Ebro-Delta, circa 80 chilometri quadrati, la piu' grande riserva naturale della zona lungo lo sbocco del fiume al mare. Contiene il 60% delle specie volatili d'Europa, oltre che essere un punto importante per la migrazione di uccelli.

Llobregat, appena fuori dell'aereoporto di Barcellona.

Per di piu' nel 1998 varie cittadine di mare decisero di firmare un documento, la Carta de Tossa, dove ci si impegnava di proteggere l'ambiente e di focalizzare lo sviluppo verso un turismo di qualita'. Da allora le costruzioni su larga scala sono essenzialmente ferme.

Lungo la costa Brava non ci sono, per quanto io ne sappia, pozzi di petrolio ne' sulla terraferma ne' sul mare.

Questo allora, in teoria, e' cio' a cui ci stiamo ispirando. Se e' veramente cosi', gli sbocchi a mare del Feltrino e del Moro - che non brillano per pulizia - aspettano di diventare anche loro parchi naturali. La costa dei trabocchi aspetta di essere perimetrata. I condomini a picco sul mare aspettano di essere fermati. I pozzi di petrolio aspettano di essere rispediti al mittente.

Ricordo quando smatellarono la ferrovia adriatica. E' per il turismo si diceva. Quanti anni sono passati dalla fine dei lavori? Tre, quattro, chissa'. I petrolieri sono stati piu' furbi degli abruzzesi e si sono presi il nostro mare senza che nessuno facesse abbastanza, dai politici ai cittadini.

Non si puo' volere essere tutto allo stesso tempo. Non si puo' parlare senza davvero darsi da fare nei fatti. Se veramente la costa teatina vuol diventare un polo turistico, si deve fare sul serio, senza paura di offendere nessuno - petrolieri, cementificatori e proprietari terrieri - ma andando avanti per la propria meta.

Non dico che dobbiamo rivoluzionare ne il chietino e ne l'Abruzzo, ma semplicemente proteggere quello che di buono e' rimasto e migliorare quel che si puo'
migliorare. Nel 2010 lasciare ad un branco di irlandesi-britannici-canadesi di trivellare un posto con cosi tanto potenziale e' veramente folle.

Il 25 settembre e' vicino. Secondo me la classe politica dimentichera' ben presto questa data.

La Vega Oil festeggera'.

La provincia dira' "No, we couldn't".


Fonti: Birding, Catalonia

4 comments:

MARCO GIANGRANDE said...

un post ineccepibile.

supertramp said...

domenica scorsa sono andato a punta d'Erce di vasto, lì sembra di non essere sull'adriatico come lo conosco io qui a francavilla al mare, ma di essere nei mari tropicali, vissuti anni fà...
con grande tristezza vedevo alla mia destra dell'orizzonte marino i rospi mare A,B,C con anessa petroliera e alla mia sinistra in fila indiana le piattaforme per l'estrazione del gas avvolte in una leggera foschia in quella domenica uggiosa...
dal sito http://www.vastospa.it/html/la_citt%E0/punta_erce.htm
però non vedo nelle foto lo scandalo che dal vivo io ho visto e che mi fa incazzare parecchio, perchè vorrei vederle come dalle foto, ma purtroppo non è così, ci sono le piattaforme e si vedevano pure con una giornata brutta, figuriamoci con una giornata di sole e senza foschia!

FR:D said...

Lo slogan elettorale dell'ispirarsi alla catalogna fa ridere, piangere e dilaniare il fegato allo stesso tempo, ne ho sentiti dire tanti di "noi non possiamo" ma detto pure da EDG è a dir poco riprovevole, sopratutto se abbiamo già un precedente di intervento diretto della provincia di Matera per quanto riguarda le trivellazioni in mare.
Superstramp le foto sono bellissime, questa battaglia proviene anche da Vasto!

fabrizia said...

Punta Aderci per colpa degli ambientalisti-dicansi signor no - non è stato possibile costruire un mega parcheggio per i tir che a frotte vengono a scaricare nel "attivissimo porto" di Vasto, è stato fermato lo sviluppo, e ora chi ci va? insipienti bipedi con gli occhi sognanti...
per il resto non ho più parole ne' lacrime, è uno stillicidio che dura dal 2.000, anzi da prima quando si raccolsero centinaie di firme per
istituire il Parco della Costa Teatina, fu anche individuato come sito prioritario nazionale da proteggere, una cuccagna per il turismo, l'agricoltura ecc
ma chi lo ha bloccato? i nostri amministratori abruzzesi, il governatore Pace, lui bloccò tutto, e in secondo momento chi è stato tra i sindaci più combattivi affinchè la riserva o il sistema di riserve fosse il più insignificante possibile? ma Di Giuseppe Antonio naturalmente, l'artefice della ecocementificazione , perchè sempre si dichiarava per l'ecosostenibilità, tutto quello che faceva era ecosostenibile e improcastinabile.
Ora è il tempo dei petrolieri, vedrete che anche quelli misteriosamente diventeranno ecosostenibili, e se pensate il contrario, be' fatevi curare.