Monday, July 13, 2009
Siamo sulla BBC !
La scorsa settimana mi ha intervistato Punto Radio da Bologna (FM 87.70 - 87.90), sul tema dell'Abruzzo petrolizzato. Metto qui il
link per ascoltare la puntata del programma tramsesso da Antonio Amorosi su "Il punto di Antonio Amorosi". La puntata e' stata trasmessa Venerdi' scorso, 10 Luglio alle 16:30.
Grazie di cuore ad Antonio per l'interesse e agli altri ospiti dell'Emilia Romagna e della Lombardia per avere testimoniato degli stessi problemi nelle loro realta'. Sono contenta che pian piano anche il resto d'Italia sappia della devastazione che petrolieri e politici senza spina dorsale stanno portando a questa terra d'Abruzzo.
Non era mia intenzione farlo, ma visto che c'e' tutto questo immobilismo politico, e che fanno tutti finta di non sentire, io non ho altro strumento che svergognarli tutti al meglio che posso.
E poi, ho sempre pensato di voler fare arrivare la nostra storia petrolifera lontano, sulla stampa nazionale e straniera, per farlo sapere a tutto il mondo che noi qui i pozzi del petrolio non ce li vogliamo per nessun motivo. Ho sempre sognato che fossero loro a trovare noi. Finalmente questo sogno e' diventato realta' grazie al filmato di Elga sul petrolio ad Ortona, mandato in onda da Current TV che una giornalista della BBC ha scovato e da cui e' nato il suo interesse sul tema.
La BBC ci ha dunque contattato e domani, 14 Luglio alle ore 8:30 del mattino andra' in onda in tutto il mondo il servizio sull'Abruzzo petrolizzato. Su questo link e' possibile ascoltare la storia e scaricarlo via podcast in inglese. Fra qualche giorno uscira' pure la versione cartacea, che non manchero' di pubblicare.
Gianni Chiodi e Daniela Stati dovranno vergognarsi davanti a tutto il mondo per avere rifiutato di prendere una posizione in merito alle estrazioni petrolifere e di starsi comportando da Ponzio Pilato. Anzi peggio: Ponzio Pilato diceva ni, questo duetto inutile non dice nulla.
Tutto il mondo sapra' che Nicola Fratino e gli altri suoi compari della Buonefra hanno intascato ben 1,100,000 euro in cambio della svendita delle colline del Montepulciano, trasformate da siti agricoli in siti industriali, nel giro di una sola settimana.
Tutto questo varra' da monito anche al nuovo presidente della provincia di Chieti, Di Giuseppantonio, che ha messo nella sua rosa di politici anche il famoso Remo di Martino, un forte sostenitore del progetto petrolifero per Ortona (e dunque penso anche per il resto della regione), quello stesso che pensava che io fossi una creatura del web e che doveva venire a Los Angeles a mostrare a tutti i miei alunni che io fossi antidemocratica (!).
Come dico sempre, quando uno viene eletto il suo primo dovere e' di garantire sicurezza, salute e benessere ai suoi concittadini e non di chiudersi orecchie, occhi e naso di fronte ai problemi, ed il petrolio e' uno dei piu' gravi e che riguarda tutta la regione. Ma evidentemente la spina dorsale della nostra classe politica non e' cosi rigida da fare il nostro interesse. Meglio far finta di niente, abbassare la testa e lasciare a petrolieri ed affaristi di fare cio' che vogliono.
Manifestazione 18 Luglio, ore 10:30 davanti alla nave di Cascella, continuiamo a fare informazione ed ad essere in tanti.
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14 comments:
sei grandissima MR...... è un onore averti conosciuta!
... da parte nostra non molleremo nemmeno di una virgola!
a sabato mattina! Ciao maurovanni
Ciao a tutti!
Per pubblicare la notizia su primadanoi.it è necessario inviare all'editore il comunicato dell'evento. Posso occuparmene io ma a chi devo rivolgermi per avere il comunicato ufficiale?
ciao
Ale
maria rita SANTA SUBITO!!!
elga me ne aveva parlato della BBC,
ragazza tenace!
AUGURI ELGA!!!
13.000 volantini informativi scritti da danilo quasi pronti, la conferma a questa sera.
FACCIAMOLI NERI !!!
Salve Maria Rita !,
se non fosse che al Parco del Curone in Brianza stiamo per avere lo stesso problema di trivellazioni non avrei (mai) saputo del Vostro problema del Centro Oli di Ortona: ho avuto perciò occasione di guardare anche le Sue conferenze (Youtube) e dunque la realtà che ho visto nel recente servizio di Report (Rai 3) sul delta del Niger e sulle sue problematiche ecologiche e sociali mi è sembrato un pericolo vicino; i suoi risvolti sarebbero sicuramente diversi nel Nostro paese, ma con un denominatore comune: i danni alla salute e all' ambiente non sarebbero mai risanati e i proventi non sarebbero mai investiti in "opere di bene". Direi che non c'è proprio bisogno di sapere come andrebbero le cose per sapere se accadrebbe veramente: l' esperienza degli Altri ci deve servire per capire e per migliorare, altrimenti tutti questi morti per l'Inquinamento da Petrolio saranno stati inutili. Ma l'esperienza - e qui viene il mio problema - mi ha anche fatto vedere che talvolta le intenzioni di risolvere certe questioni di interessi economici (ovvero le situazioni conflittuali dei paesi in via di sviluppo, come quella recente in Chapas e tutte le altre delle quali non si parla) in maniera intelligente e pacifica non sono tali se non dopo degli scontri. Le manifestazioni di protesta che sono temporalmente lontane dalla messa in pratica delle intenzioni del governo di turno possono solo essere miti - e passare in silenzio; ma cosa sareste disposti a fare quando davanti alle ruspe ci saranno degli agenti in tenuta anti-sommossa, pronti a disperdere tutte le buone intenzioni? Ho inviato un commento nel blog affine per il Parco del Curone (http://noalpozzo.blogspot.com/2009/07/leggete-meditate-e-agite-la-cronaca-al.html) dove mi sono espresso con qualche motivazione filosofica in più e spero che sia pubblicato.
(continua)
Se non sarà la Legge a tutelare i diritti alla salute dei cittadini (e ovviamente dell' ambiente) preferendo il tornaconto di pochi e quindi se non ci sarà all'orizzonte altra via di scampo che rassegnarsi agli impianti e all'inquinamento centenario, essendo risultate le vie "pacifiche" in ultima analisi fallimentari (il che non significa che non fossero valide), bisogna accettare che la gente veda regolarmente schiacciati con degli anfibi il proprio diritto alla salute? Il vostro, dipendente dal petrolio, è già ammorbidito; ma il mio, che ha fatto qualche rinuncia alle comodità, non è così disposto a piegarsi. Che messaggio lanceremo ai nostri figli e ai nostri nipoti? Il nostro "pacifismo" sarà davvero credibile, o non avremo fatto altro che rafforzare invece la legge del più forte? Io non sono stato a Genova nel 2001; non sono stato in Val di Susa. Ho paura della Polizia. Però la raffineria di petrolio vicino a casa mia non la dovrò permettere, costi quel che costi. Potreste chiamarmi violento, e già sento alcuni con l'etichetta pronta - davvero, innovativa per questo paese - di "terrorista verde", ma non saranno i giudizi degli altri a motivarmi, o il desiderio di una fama; ma devo ammettere che una scusa per scrivere è che ho una certa paura di andarmene via senza essermi chiarito bene. Contro quelle persone che vestono una divisa ma non hanno più etica - come è stato dimostrato dal fatto che usano violenza indiscriminata soprattutto contro i più deboli - non userò armi, ma è forse necessario lanciare un messaggio forte in caso che la situazione vedesse la solita prevaricazione: io non sono disposto categoricamente a prendere amichevoli manganellate in testa di alcun tipo perchè manifesto contro un pericolo di inquinamento secolare da parte di tecnologie antiquate, e bisogna lanciare un messaggio chiaro, che non è la violenza che vince, in questo sta il paradosso.
La vera "rassegnazione" nel senso filosofico è dunque che le conquiste di una civiltà non valgono niente se non si combatte per affermarle. Purtroppo un mondo di pace non esisterà mai. Se la "carta dei diritti" non vale più, bisognerà parlare il linguaggio dei nostri nemici per farci capire, quelli che "sospendono la costituzione per tre giorni", e lo faranno ancora, e ancora, sempre per "il bene di tutti".
Come? Non credete che un ambiente sano valga la pena di lottare? D'accordo, ma se poi si rimane con le spalle al muro, tanto vale non manifestare proprio; l' Italia diventa sempre più un paese di vigliacchi.
Vi auguro di fare una bella manifestazione chiassosa alla quale i media diano risalto, e che le cose si possano aggiustare nel migliore dei modi. Purtroppo non ci credo tantissimo e fra qualche mese forse toccherà a me quassù. Ma le trivelle non le vedrò mai. Avete già capito perchè. Non mi intendo di leggi.
Vi consiglio un libro molto eloquente che ho letto proprio durante gli scontri "NoTav" in Val di Susa: incredibilmente parlava degli scontri tra Polizia e manifestanti contro le centrali nucleari, in Francia e in Germania (ca.1975) e come qualcuno fu condannato all' elettroshock. Il libro è di Robert Jungk e si intitola "Lo stato atomico". Il nostro destino di Italiani, se non alzate la testa.
Andrea Pagano - Monza
volantini informativi sulla petrolizzazione dell'Abruzzo scritti da danilo SONO PRONTI !!!!
15.700 VOLANTINI !!!
chi vuole distribuirli prima della manifestazione del 18 luglio ore 10:30 può contattarmi via mail:
gioguidone@fastwebnet.it o telefonare
392 - 1027728
l'indirizzo per segnalare il tutto e' redazione@primadanoi.it. Non credo che ci voglia un comunicato ufficiale, basta solo raccontargli i fatti in modo comprensibile e mettere link alla BBC.
grazie!
Per Andrea:
sono appena stata ad un convegno parallelo al G8 in Sardegna, sul tema del petrolio, ed ho parlato con vari Nigeriani che confermano tutto quello che dici. L'ENI e' stata davvero meschina laggiu'.
Forse e' da folli pensare di cambiare il mondo, ma io penso che ciascuno debba fare la sua parte, con i mezzi e il tempo che ha, nella speranza di dare qualche cosa di meglio alle generazioni future. In questo paese c'e' davvero tanto da fare.
Gli scontri violenti non sono mai una buona soluzione. Penso che un popolo persistente ed in massa (ma davvero persistente ed in massa) abbia molta piu' forza. Vedi Gandhi.
Secondo l'ENI la raffineria di ortona doveva essere pronta gia dalla meta' del 2007. Siamo alla meta' del 2009, e per ora il malefico impianto non e' ancora stato costruito. E questo e' tutto merito del popolo e di nessun altro.
Occorre solo crederci e continuare a battere sempre lo stesso chiodo.
Le estrazioni di petrolio non porteranno nulla di buono, ne in Abruzzo, ne il Lombardia, come non le hanno portato in Basilicata, o in qualsiasi altra parte petrolizzata del mondo.
Occorre dirlo a tutta l'Italia.
Niger, anche Amnesty international
accusa l'ENI e gli scrive,
per firmare la petizione fate copia incolla su google :
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php?L=IT&IDPagina=2357&P=28&
a presto
Fabrizia
Gentilissima Maria Rita, grazie per avermi ospitato nel Suo blog e avermi concesso il Suo tempo; forse poco oltre che solidarietà posso dare, e dopo un po' è inutile; ci sono uomini che cambiano il mondo e chi può spostare solo un sasso. Il nostro modo di concepire le funzioni del mondo sono troppo limitate e spesso condizionate dall'ambizione alla grandezza personale, ecco perchè si desidera cambiare il mondo, ma ecco perchè spostare un sasso dalla strada non sembra una cosa capace di influenzare gli eventi. E' solo illusione: il mondo è un eterno cambiamento.
Queste sono parole di Gandhi (si veda Wikipedia): « la nonviolenza è infinitamente superiore alla violenza, tuttavia nel caso in cui l'unica scelta possibile fosse quella tra la codardia e la violenza, io consiglierei la violenza»
Non credo che la "Digos" piangerebbe lacrime di pentimento sui boschi della Brianza o sulle spiagge dell'Abruzzo: il loro interesse è di stroncare organizzazioni sovversive, il mio è quello di tutelare il bene comune. La Polizia difenderà il bene di pochi (e anche cattivi), io difenderò il bene collettivo.
Quindi io difenderò anche loro, sarò io che "farò la divisa". Ho più diritti naturali. Questo è il Bene della specie umana.
Hoka Hey!
Ma hanno pubblicato sulla BBC la trasmissione? Se si non ho ben capito dove scaricarla...
Mercoledì 15 Luglio 2009
Gentile Personale,
vi dò conto di aver scritto una lettera aperta in formato
elettronico indirizzata all’ egregio Presidente della
Repubblica, al Ministero degli Interni e inoltre a qualche
testata giornalistica, a mia tutela, nella quale, visto il
decorrere degli eventi amministrativi e le modalità dubbie
in cui essi si svolgono, esprimo infine la mia intenzione
di partecipare attivamente e con finalità di contrasto fino
alle sue estreme conseguenze nel caso che, essendo state
concesse le autorizzazioni al trattamento dei giacimenti e
dei prodotti petroliferi, le Forze dell’ Ordine tutelassero
contro il parere delle popolazioni locali le suddette
operazioni industriali, in virtù di ciò che penso debba
essere il diritto e il dovere di un cittadino di difendere
materialmente la sua incolumità, persino nel paradossale
caso in cui debba andare contro quelle stesse leggi che lo
dovrebbero difendere, in nome della Costituzione italiana e
dell’ universale principio di conservazione della specie.
Ho precisato che tale iniziativa è solo mia e personale e
soprattutto che, nel rispetto delle funzioni dei pubblici
ufficiali, non utilizzerò armi di alcun tipo.
Mi avvedo che una posizione estremista di tale tipo possa
portare a un atteggiamento controproducente per gli esiti
delle eventuali manifestazioni di protesta; tuttavia
ritengo anche che avere un diritto alla salute e non
difenderlo attivamente equivalga a rinunciarvi, a causa di
uno stato di cose naturali, di una particolare situazione
dell’ economia italiana, e soprattutto di una totale
sfiducia verso gli enti interessati dal suddetto piano
industriale.
Ciò che si farà oggi è il seme di ciò che avverrà domani.
Permettere un sacrificio circoscritto a pochi chilometri
quadrati equivale a concedere tanti altri sacrifici di
altrettanti luoghi. Le generazioni future dovrebbero avere
degli esempi documentati di dignità e di tutela del bene
collettivo. Come persona semplice è solo in maniera
semplice che posso agire e in maniera semplice che posso
ricostruire gli eventi; mi auguro che non si debba arrivare
agli scontri.
Nel qual caso la mia posizione si chiamerà resistenza
attiva.
Andrea Pagano - Monza
Deriva petrolifera, la manifestazione di protesta alla nave di Cascella
Il 18 luglio ci sarà una manifestazione a Pescara alle 10:30 davanti alla nave di Cascella contro le trivelle petrolifere in Abruzzo.
I turisti, sanno delle 16 piattaforme già operanti nel mare d’Abruzzo e delle numerose altre in arrivo?
Le associazioni ambientaliste, ormai senza sosta, portano avanti da tempo varie iniziative per non far scendere il silenzio sulla questione, dopo la vittoria del Centro Oli, ufficialmente bocciato anche dal presidente Gianni Chiodi.
fonte:
http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=21684
Cara Maria Rita,
sono l'autrice del video "Elga e il petrolio d'abruzzo", mi chiedevo se avessi novità sulla messa online della trasmissione della BBC, ad oggi non sono riuscita ancora a trovarla.
Sarebbe uno strumento molto utile per diffondere ancor di più in giro il problema petrolio.
Io dal canto mio, continuerò ad occuparmene. Intanto aspetto news sulla manifestazione.
A presto
Pina Sozio
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