L'amministrazione piu' disastrosa della storia recente, quella di Donald Trump annuncia il via libera ad ogni centimetro di terra nell'Arctic National Wildlife Refuge (ANWR).
Lo dicono pure loro che c'e' potenziale di scoppi, impatti agli orsi polari e ai caribu che vivono nella zona, ma che importa. Andiamo avanti.
E' stato il Dipartimento dell'Interno ad annunciarlo e si parla di rilasci di permessi trivellanti possibilmente dal 2019, cioe' fra pochi mesi su ben seimila chilometri quadrati senza andare troppo per il sottile in termini di analisi, di impatti, di scienza, di opinione pubblica, di conseguenze a livello locale e mondiale.
Ovviamente tutto questo e' fatto in nome della "sicurezza" energetica del paese - e di petrolio da popare nel Trans-Alaska Pipeline System un mega sistema di oleodotti che dall'Alaska si snoda per 1,300 km in giu'. L'oloeodotto e' in declino perche' la produzione dagli altri campi petroliferi della zona e' in declino.
Cioe': il petrolio finisce nei campi vecchi e per far continuare a funzionare l'infrastruttura si cerca altro petrolio - una spirale senza fine!
Il gradasso della situazione e' il segretario dell'interno, Ryan Zinke, uno dei piu' acerrimi nemici dell'ambiente che dice “An energy-dominant America starts with an energy-dominant Alaska.”
Certo dominiamo tutto, anche le ceneri del pianeta!
Il tale Zinke e' pero' alla frutta, perche' e' letteralmente in una spirale di inciuci, accuse, sprechi e
ha annunciato il suo ritiro dalla politica a fine 2018.
Erano dieci anni che qui non si muoveva petrol-foglia, e questo grazie ad un divieto petrolifero varato alla fine degli anni 2000. Poi a dicembre 2017 la stessa amministrazione Trump ha eliminato il divieto ed imposto l'obbligo di offrire vendite petrolifere di concessioni almeno due volte nei prossimi dieci anni.
Ed appunto Trump-Zinke vogliono farlo nel 2019, il piu' presto possibile. Si iniziera' con 1600 chilometri quadrati in zone dove vivono specie protette fra cui il porcupine caribou.
La buona notizia e' pero' che anche se la vendita di concessioni sara' nel 2019 lo stesso ci vorranno anni di valutazioni di impatto ambientale e lo quasi sicuramente ci saranno cause e processi in tribunale per fermarli. Si spera che tutti questi procedimenti possano durare almeno due anni, e che ci sia a quel tempo qualcun altro alla Casa Bianca di modo che i permessi possano essere rivisti e magari bocciati.
Ma Zinke ed i suoi amici cercano di portarsi avanti: la ditta Texana SAExploration Holdings sta gia' pensando a fare rilievi sismici nella zona, casa di orsi polari in via di estinzione. Fra i vari pericoli anche quello che gli spari sismici possano distruggere l'habitat degli orsi, le tane coperte da nevi e magari difficili da vedere che potranno pure collassare con tutti gli orsi dentro.
E poi ci sono i lupi artici, gli uccelli migratori e la semplice bellezza del rifugio artico, una zona di biodiversita' polare spettacolare. Se si chiama rifugio, un motivo pur ci sara'!
E come sempre, non e' solo dare nuova vita al vecchio oleodotto. Ci sara' sicuramente nuova infrastruttura, per trattare petrolio per portarlo sul mercato. Nuovi oleodotti? Nuove centrali di trattamento? Nuovi porti petroliferi?
Gia' operano qui Conoc Phillips, Exxon e BP che e' pure responsabile del Prudhoe Bay oil field che ogni tanto ha scoppi, perdite e incendi.
E loro, i petrolieri? Non e' chiaro.
Pare che ci siano fra i 4.3 e gli 11.8 miliardi di barili di petrolio nella zona dell'ANWR, secondo le stime dello US Geological Survey anche se con i prezzi attuali non e' ben chiaro quanto appetibili siano, considerati i problemi logistici, di opinione pubblica, di mercato.
E cosi, andiamo avanti, a casaccio verso la catastrofe climatica, trivellando un po di qua e un po di la
senza sapere cosa stiamo davvero facendo.
Vorrei solo sapere cosa ha da dire Melania al riguardo e se un po non si vergogna.
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